Recensione
Charlotte
9.0/10
Dopo "Air", "Kanon", "Clannad", "Little Busters!" e "Angel Beats!", la Key ritorna con un nuovo anime nella stagione estiva 2015, riproponendo alcuni dei temi principali già trattati nelle opere precedenti: la memoria, la percezione del tempo, la scomparsa.
"Charlotte" è una serie composta da tredici episodi, nella quale non riponevo molte speranze, non essendo un grande sostenitore degli anime tratti dalle visual novel dell'azienda produttrice Key che spesso, a mio avviso, tende a puntare troppo sulla drammatizzazione, forzando così la trama di ogni sua opera. Con ciò non voglio certo insinuare che Charlotte si presenti come un anime allegro e spensierato: tutt'altro.
Stavolta, però, reputo l'elemento drammatico gestito in maniera migliore, senza eccessivi piagnistei ma con reazioni da parte dei personaggi adatte ad ogni situazione.
La trama è inizialmente avvolta nel mistero, i primi episodi proseguono con lentezza ma risultano piacevoli per via degli avvenimenti a tratti anche divertenti grazie alle varie abilità dei ragazzi. La seconda metà della serie svela il suo vero aspetto, chiarendo ogni dubbio sui misteri e incastrando i pezzi mancanti del puzzle creando un'opera davvero notevole.
Il protagonista è Yuu Otosaka, un ragazzo in grado di prendere possesso del corpo altrui per qualche secondo e, pur non conoscendo la natura delle sue capacità, grazie ad esse il giovane sfrutta ogni occasione a suo vantaggio in ambito scolastico o addirittura per conquistare le ragazze. Un giorno, però, si accorgerà di non essere l'unico a possedere tali abilità ed entra a far parte di un gruppo di ragazzi che proveranno a svelare l'origine dei loro poteri e a sventare i pericoli legati proprio ad essi...
I personaggi ricordano molto i loro predecessori per quanto riguarda gli anime made in Key, ma sono riuscito ad apprezzarli molto di più, in quanto ho notato un miglioramento caratteriale e niente più eccessiva dolcezza, a tratti anche pesante.
La vera forza di "Charlotte" però, più che nei personaggi, risiede in una bellissima trama e nei temi trattati, così come il messaggio finale che ho percepito: in ogni cosa positiva, anche in un'abilità apparentemente efficace contro i problemi quotidiani, vi è sempre un aspetto negativo; infatti, l'essere umano non può spingersi oltre le proprie naturali capacità senza rischiare di esserne ferito. Inoltre, in quanto esseri umani, non possiamo cambiare il passato ma solo assumerci le nostre responsabilità e andare avanti.
Riassumendo, questo è stato per me "Charlotte" nel corso dei suoi tredici episodi intrisi di emozioni.
Dal punto di vista grafico, è un anime ben fatto, le sigle (specialmente quella finale) sono davvero belle, così come le OST.
Il finale è abbastanza prevedibile, ma non per questo poco notevole: questo infatti chiude una storia, un arco di tredici episodi emozionante e ricco di colpi di scena. In conclusione, non credo che "Charlotte" abbia bisogno di una seconda serie: va benissimo così, ha raccontato una storia che non necessita di un proseguimento, ma si conclude non lasciando nulla in sospeso.
Lo consiglio?
Sì, specialmente a chi apprezza le storie drammatiche, tristi, ma anche coinvolgenti e che sappiano lasciare un significato profondo.
"Charlotte" è una serie composta da tredici episodi, nella quale non riponevo molte speranze, non essendo un grande sostenitore degli anime tratti dalle visual novel dell'azienda produttrice Key che spesso, a mio avviso, tende a puntare troppo sulla drammatizzazione, forzando così la trama di ogni sua opera. Con ciò non voglio certo insinuare che Charlotte si presenti come un anime allegro e spensierato: tutt'altro.
Stavolta, però, reputo l'elemento drammatico gestito in maniera migliore, senza eccessivi piagnistei ma con reazioni da parte dei personaggi adatte ad ogni situazione.
La trama è inizialmente avvolta nel mistero, i primi episodi proseguono con lentezza ma risultano piacevoli per via degli avvenimenti a tratti anche divertenti grazie alle varie abilità dei ragazzi. La seconda metà della serie svela il suo vero aspetto, chiarendo ogni dubbio sui misteri e incastrando i pezzi mancanti del puzzle creando un'opera davvero notevole.
Il protagonista è Yuu Otosaka, un ragazzo in grado di prendere possesso del corpo altrui per qualche secondo e, pur non conoscendo la natura delle sue capacità, grazie ad esse il giovane sfrutta ogni occasione a suo vantaggio in ambito scolastico o addirittura per conquistare le ragazze. Un giorno, però, si accorgerà di non essere l'unico a possedere tali abilità ed entra a far parte di un gruppo di ragazzi che proveranno a svelare l'origine dei loro poteri e a sventare i pericoli legati proprio ad essi...
I personaggi ricordano molto i loro predecessori per quanto riguarda gli anime made in Key, ma sono riuscito ad apprezzarli molto di più, in quanto ho notato un miglioramento caratteriale e niente più eccessiva dolcezza, a tratti anche pesante.
La vera forza di "Charlotte" però, più che nei personaggi, risiede in una bellissima trama e nei temi trattati, così come il messaggio finale che ho percepito: in ogni cosa positiva, anche in un'abilità apparentemente efficace contro i problemi quotidiani, vi è sempre un aspetto negativo; infatti, l'essere umano non può spingersi oltre le proprie naturali capacità senza rischiare di esserne ferito. Inoltre, in quanto esseri umani, non possiamo cambiare il passato ma solo assumerci le nostre responsabilità e andare avanti.
Riassumendo, questo è stato per me "Charlotte" nel corso dei suoi tredici episodi intrisi di emozioni.
Dal punto di vista grafico, è un anime ben fatto, le sigle (specialmente quella finale) sono davvero belle, così come le OST.
Il finale è abbastanza prevedibile, ma non per questo poco notevole: questo infatti chiude una storia, un arco di tredici episodi emozionante e ricco di colpi di scena. In conclusione, non credo che "Charlotte" abbia bisogno di una seconda serie: va benissimo così, ha raccontato una storia che non necessita di un proseguimento, ma si conclude non lasciando nulla in sospeso.
Lo consiglio?
Sì, specialmente a chi apprezza le storie drammatiche, tristi, ma anche coinvolgenti e che sappiano lasciare un significato profondo.