Recensione
Bleach
7.0/10
Il genere “shonen jumpico” alla sua ennesima potenza!
Bleach parte come clone di YuYu, si trasforma in un Saint Seiya con un tocco di Dragon Ball Z, infine decide di invertire le dosi diventando, almeno per quanto riguarda la mole di mazzate senza senso e senza cervello, il degno erede della seconda parte della celebre opera di Toriyama.
Durante le varie saghe non dimentica di riciclare tutto ciò che i suoi ispiratori ci avevano già mostrato: ragazzini dotati di poteri paranormali (naturalmente tutti compagni di classe) si dedicano dapprima alla caccia al mostro nella loro città, dopodiché partono per altri mondi alla ricerca di fanciulle rapite, ovviamente facendosi largo a suon di botte. Non mancano: guerrieri con alle spalle secoli di esperienza in battaglia che si fanno mettere sotto da un gruppo di quindicenni, il protagonista posseduto ogni tot dal suo mostro interiore, storie di ordinaria sfiga (non ce n’è uno che abbia tutti i membri della famiglia ancora in vita!), nemici che diventano alleati, buoni che in realtà sono cattivi, gli eroi ad un passo dalla sconfitta che si riprendono grazie a incoraggiamenti e forza di volontà… Siete sopraffatti da cotanta originalità, vero? No? Beh, non importa, perché, anche se i primi 5/6 volumi potrebbero trarvi in inganno, ben presto vi renderete conto che tutto quel che c’è tra una "spadata" e l’altra non ha poi molta importanza; si tratta di pretesti, più o meno adeguati a seconda dei casi, per poter mostrare ciò che veramente conta in questo manga: le mazzate.
Mazzate tra personaggi stilosi inframmezzate da qualche scenetta comica, qualche lacrima e qualche intrallazzo tra shinigami: questo è Bleach, signori, né più né meno.
Ora, la cosa potrebbe anche andare bene se non fosse che il buon Kubo, nel tentativo di rendere le suddette mazzate il più possibile esaltanti e spettacolari, spesso getta alle ortiche ogni logica e coerenza, mettendoci di fronte a trovate quantomeno discutibili: rapporti di forza completamente sballati, che variano in base al personaggio da esaltare in una determinata occasione, gente che all’improvviso scopre di saper volare meglio di Superman, idioti che tengono nascosti i loro veri poteri fino all’ultimo per motivi assurdi, il maggior numero di salvataggi in extremis mai visti in un manga, power-up istantanei… e ora che ci penso, perché gli spiriti dei morti dovrebbero sanguinare, ammalarsi o, addirittura, ri-morire?
A questo punto avrei già elencato abbastanza elementi per giustificare un votaccio, anzi, se non fosse per il buonissimo chara design e per alcuni personaggi assai carismatici (Kenpachi è un mito!), potrei tranquillamente etichettare il tutto come “spazzatura” senza il timore di aver esagerato.
Invece, non solo non lo stronco, ma gli regalo pure un grasso 7 perché nonostante la scarsa innovazione, la ripetitività, le molte sciocchezze che devo far passare per buone e tutto il resto, Bleach a me piace.
Non ho motivazioni valide, i difetti ci sono e si vedono, e non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di affermare che siano perdonabili per qualche strana ragione; semplicemente, mi piace e basta.
L’unica spiegazione sensata posso darvela ripetendo ciò che rispose la mia saggia nonna quando le chiesi perché seguisse Beautiful, nonostante si rendesse perfettamente conto di che idiozia fosse: “È sciocco, privo di contenuti e a volte fa cader le braccia per l’assurdità generale. Però non lo nasconde, non ti fa credere di essere una storia seria, intelligente o verosimile. È una specie di amichetto scemo che vuole solo farti rilassare per qualche minuto senza impegno; se lo vedi così, senza prenderlo sul serio e senza star lì a contare i difetti, non è poi tanto male, il suo dovere lo fa.”
Ecco, se, come me, per staccare il cervello non chiedete altro che della sana e scriteriata azione, Bleach è il vostro “amichetto scemo” ideale! Non vuole reinventare un genere, non finge di avere chissà quale messaggio da comunicare, è semplicemente un picchiaduro votato al disimpegno, un onestissimo prodotto di puro intrattenimento che, se seguito col giusto spirito, risulta godibile e simpatico nonostante tutto.
In parole povere: non fatevi troppe domande e godetevi Candeggino (o Shirosaki, ogihci, omino bianco o come cavolo _non_ si chiama) che mette un po’ di strizza a Ichigo e ai suoi boriosi avversari!
In definitiva: sì, Bleach è obiettivamente una gran scemenza, ha più difetti che pregi e la sua popolarità è dovuta al fatto di essere molto commerciale più che a qualche elemento davvero degno di essere ricordato; ma almeno è una scemenza divertente e per nulla presuntuosa, e, per quanto mi riguarda, una buona commercialata merita di portarsi a casa un 7 molto più di tanti altri spocchiosi titoli incapaci di mantenere ciò che promettono.
Consigliatissimo se cercate una storia leggera e tanta azione: potreste affezionarvici più di quanto possiate immaginare!
Bleach parte come clone di YuYu, si trasforma in un Saint Seiya con un tocco di Dragon Ball Z, infine decide di invertire le dosi diventando, almeno per quanto riguarda la mole di mazzate senza senso e senza cervello, il degno erede della seconda parte della celebre opera di Toriyama.
Durante le varie saghe non dimentica di riciclare tutto ciò che i suoi ispiratori ci avevano già mostrato: ragazzini dotati di poteri paranormali (naturalmente tutti compagni di classe) si dedicano dapprima alla caccia al mostro nella loro città, dopodiché partono per altri mondi alla ricerca di fanciulle rapite, ovviamente facendosi largo a suon di botte. Non mancano: guerrieri con alle spalle secoli di esperienza in battaglia che si fanno mettere sotto da un gruppo di quindicenni, il protagonista posseduto ogni tot dal suo mostro interiore, storie di ordinaria sfiga (non ce n’è uno che abbia tutti i membri della famiglia ancora in vita!), nemici che diventano alleati, buoni che in realtà sono cattivi, gli eroi ad un passo dalla sconfitta che si riprendono grazie a incoraggiamenti e forza di volontà… Siete sopraffatti da cotanta originalità, vero? No? Beh, non importa, perché, anche se i primi 5/6 volumi potrebbero trarvi in inganno, ben presto vi renderete conto che tutto quel che c’è tra una "spadata" e l’altra non ha poi molta importanza; si tratta di pretesti, più o meno adeguati a seconda dei casi, per poter mostrare ciò che veramente conta in questo manga: le mazzate.
Mazzate tra personaggi stilosi inframmezzate da qualche scenetta comica, qualche lacrima e qualche intrallazzo tra shinigami: questo è Bleach, signori, né più né meno.
Ora, la cosa potrebbe anche andare bene se non fosse che il buon Kubo, nel tentativo di rendere le suddette mazzate il più possibile esaltanti e spettacolari, spesso getta alle ortiche ogni logica e coerenza, mettendoci di fronte a trovate quantomeno discutibili: rapporti di forza completamente sballati, che variano in base al personaggio da esaltare in una determinata occasione, gente che all’improvviso scopre di saper volare meglio di Superman, idioti che tengono nascosti i loro veri poteri fino all’ultimo per motivi assurdi, il maggior numero di salvataggi in extremis mai visti in un manga, power-up istantanei… e ora che ci penso, perché gli spiriti dei morti dovrebbero sanguinare, ammalarsi o, addirittura, ri-morire?
A questo punto avrei già elencato abbastanza elementi per giustificare un votaccio, anzi, se non fosse per il buonissimo chara design e per alcuni personaggi assai carismatici (Kenpachi è un mito!), potrei tranquillamente etichettare il tutto come “spazzatura” senza il timore di aver esagerato.
Invece, non solo non lo stronco, ma gli regalo pure un grasso 7 perché nonostante la scarsa innovazione, la ripetitività, le molte sciocchezze che devo far passare per buone e tutto il resto, Bleach a me piace.
Non ho motivazioni valide, i difetti ci sono e si vedono, e non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di affermare che siano perdonabili per qualche strana ragione; semplicemente, mi piace e basta.
L’unica spiegazione sensata posso darvela ripetendo ciò che rispose la mia saggia nonna quando le chiesi perché seguisse Beautiful, nonostante si rendesse perfettamente conto di che idiozia fosse: “È sciocco, privo di contenuti e a volte fa cader le braccia per l’assurdità generale. Però non lo nasconde, non ti fa credere di essere una storia seria, intelligente o verosimile. È una specie di amichetto scemo che vuole solo farti rilassare per qualche minuto senza impegno; se lo vedi così, senza prenderlo sul serio e senza star lì a contare i difetti, non è poi tanto male, il suo dovere lo fa.”
Ecco, se, come me, per staccare il cervello non chiedete altro che della sana e scriteriata azione, Bleach è il vostro “amichetto scemo” ideale! Non vuole reinventare un genere, non finge di avere chissà quale messaggio da comunicare, è semplicemente un picchiaduro votato al disimpegno, un onestissimo prodotto di puro intrattenimento che, se seguito col giusto spirito, risulta godibile e simpatico nonostante tutto.
In parole povere: non fatevi troppe domande e godetevi Candeggino (o Shirosaki, ogihci, omino bianco o come cavolo _non_ si chiama) che mette un po’ di strizza a Ichigo e ai suoi boriosi avversari!
In definitiva: sì, Bleach è obiettivamente una gran scemenza, ha più difetti che pregi e la sua popolarità è dovuta al fatto di essere molto commerciale più che a qualche elemento davvero degno di essere ricordato; ma almeno è una scemenza divertente e per nulla presuntuosa, e, per quanto mi riguarda, una buona commercialata merita di portarsi a casa un 7 molto più di tanti altri spocchiosi titoli incapaci di mantenere ciò che promettono.
Consigliatissimo se cercate una storia leggera e tanta azione: potreste affezionarvici più di quanto possiate immaginare!