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6.0/10
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<b>[Attenzione, possibili lievi spoiler]</b>.

Ho assegnato un voto più che sufficiente (consideratelo un 6,5) perché la prima parte mi è piaciuta parecchio ma, nel complesso, Naruto mi ha deluso.
Questo manga aveva le potenzialità per essere qualcosa di veramente memorabile, ma purtroppo l’autore ha rovinato tutto: a forza di inserire personaggi e sottotrame che poi non sa gestire, forzare gli eventi in modo che la storia vada nella direzione per lui più comoda e scrivere le sceneggiature in base ai sondaggi di gradimento dei protagonisti, è riuscito a rovinare buone caratterizzazioni, contraddirsi e, in generale, a rendere il tutto orribilmente noioso e infantile, al punto che io, dopo l’ennesima sciocchezza campata per aria che dovrebbe essere un colpo di scena, ho deciso di smettere di seguirlo, ormai non mi interessa nemmeno sapere come va a finire! Ma andiamo con ordine.
Ho iniziato a leggere questo manga a pochi mesi dal suo debutto italiano e, dopo un iniziale scetticismo (la parte introduttiva è quanto di più banale possa esistere) ho dovuto ammettere che non era un’opera priva di qualità.
La trama di base non è affatto male e offre molti spunti da poter portare avanti, inoltre - e questo è un gran punto a suo favore - non è basata su un unico schema narrativo da ripetere ad ogni nuova saga. Ci sono poi diversi personaggi (maschili!) assolutamente degni di nota e nemici intriganti, ed anche dal punto di vista dei combattimenti c’è di che essere soddisfatti: a parte Naruto, che pur usando ogni volta le stesse due tecniche vince sempre e comunque perché “lui non si arrende” ed “è imprevedibile” (come no!), ogni personaggio ha un suo particolare stile di lotta con pregi e difetti, il che permette una bella varietà negli scontri - dalle supermosse a elaborate strategie.
Il risultato complessivo è uno shonen decisamente interessante e gradevole, anche se, già in questa prima parte, nella mia personale classifica di gradimento rimane un gradino sotto One Piece e Hunter x Hunter - i miei preferiti nel genere - per via di alcuni difetti.
Innanzitutto, il cast femminile è davvero pessimo: quella che mi ispirava di più, Anko, si è rivelata una mera comparsa, tra le altre salvo al massimo Tsunade e Temari (personaggio ultra-secondario e nonostante ciò più utile e sveglia di tutte le ninja della foglia messe insieme!), sulle restanti meglio stendere un velo pietoso.
Altro elemento su cui si può discutere, è l’abuso di storie strappalacrime: il 90% dei personaggi, nemici compresi, ha alle spalle un passato di sfiga che dovrebbe spiegarne carattere, scopi e motivazioni. Ora, è vero che molti autori sono soliti donare ai loro eroi tristi esistenze, ma suvvia, non si può usare la scusa del “sono un povero orfano incompreso” per giustificare ogni cosa! Ed è altrettanto impensabile che traumi tanto radicati svaniscano magicamente dopo uno scambio di battute col protagonista! Questo difetto diventerà particolarmente fastidioso nella seconda parte, in cui alcuni personaggi dimostreranno di non valere nulla senza una disgrazia che li spinga ad agire.
Ma, a mio avviso, il vero punto debole di questa prima parte del manga risiede nei suoi tre protagonisti principali - Naruto, Sasuke e Sakura - che sono mooolto lontani dall’essere memorabili, anzi, diciamo pure che in quanto a carisma si fanno superare anche dal famoso tronco a cui appendono gli studenti che non prendono i campanellini! Non li trovo per nulla originali o profondi ma, al contrario, estremamente insipidi e noiosi, per non parlare del fatto che spesso l’autore ce li descrive in un modo per poi rappresentarli in un altro. Ad esempio, Naruto viene costantemente spacciato per l’outsider che compensa la propria mancanza di talento con volontà e duro allenamento, ma a me sembra un raccomandato di prima categoria! E qualcuno ha notizie dell’intelligenza e del carattere risoluto di Sakura?
Comunque, sarà per l’ampio spazio concesso ai comprimari, sarà perché l’evoluzione finale della storia offriva ai tre bambocci notevoli possibilità di maturazione, ma nemmeno l’antipatia dei protagonisti mi impedisce di regalare un 8,5 ai primi 27 volumi di quest’opera, a cui bisogna sommare le speranze di ulteriori miglioramenti che, all’epoca, non mi sembravano per nulla azzardate visto che i presupposti per fare grandi cose non mancavano.
Purtroppo, dire che le mie aspettative per il seguito siano state deluse sarebbe un eufemismo.
Shippuden, aka Naruto Parte Seconda, procede tra alti (pochi) e bassi (molti) per due saghe e mezzo, dopodiché, causa un letale mix di scelte discutibili e mancanza di idee, si perde completamente (e clamorosamente!) in un mare di noia e banalità: non solo mantiene - e, in qualche caso, aggrava - i difetti che vi ho precedentemente elencato, ma riesce anche a peggiorare in tutti quelli che erano i suoi punti forti.
Cominciamo dalla trama. C’è di tutto e di più: morti, morti che resuscitano, flashback, rivelazioni shock, guerre, profezie, intrighi e intrallazzi vari… Tuttavia, ben poco di quanto proposto riesce a coinvolgere od anche solo a convincere; molti di questi elementi danno la sensazione di essere stati buttati dentro nel tentativo di tenere a galla una storia di base divenuta nient’altro che una sequenza di scontri tra personaggi sempre più sgravoni e dotati ormai di poteri dragonballiani, intervallata da drammi, casi umani e messaggi di pace & amore. In alcuni punti Kishimoto dimostra di non avere affatto le idee chiare su dove stia andando a parare, sembra procedere un po’ in base alla sua convenienza personale (leggi: se le cose non filano, se le aggiusta!), un po’ a seconda degli umori del pubblico: prima dice una cosa, poi corregge il tiro, risolve certe questioni con forzature assurde e per giustificarle… altre forzature! Sbaglierò, ma l’impressione è questa.
Ma l’aspetto in cui l’autore ha veramente fallito è un altro. Sento continuamente lodare la maturità raggiunta da Naruto, la maggiore profondità di certe situazioni, le tematiche più adulte… a me sembra invece che, a parte qualche perla nella prima e nella terza saga (è incredibile come le cose acquistino credibilità se dette da Shikamaru, potere dei personaggi ben riusciti!), a livello di contenuti questa seconda parte del manga sia molto banale e infantile; banale perché si tratta sostanzialmente delle solite menate su amicizia, amore e pace viste e sentite in mille altre occasioni, infantile perché Kishimoto, pur avendo a disposizione tantissime occasioni per volare alto, solo poche volte riesce (o vuole!) coglierle, preferendo la strada più facile.
Esempio: il nostro indomito autore vuole gettare un’ombra su Konoha. Bene, anzi, benissimo, era insopportabile il fatto che la Foglia fosse guidata da illuminati e popolata solo da ninja giusti ed eroici, con gli altri villaggi sistematicamente dalla parte del torto. Però non ha il coraggio di intaccare l’alone di purezza che circonda gli Hokage e i loro discepoli, per cui si inventa il personaggio di Danzo e lo rende responsabile di ogni nefandezza perpetrata nel/dal villaggio. Se a Konoha qualcuno sbaglia o lo fa in buona fede o è in qualche modo colpa di Danzo! In questo modo, si ritrova con la botte piena e la moglie ubriaca: la Foglia sbaglia, ma la reputazione di Hokage e seguaci è salva... a parte che il fatto che sembrano dei fessi a cui chiunque può tranquillamente complottare alle spalle. A me pare una scelta un po’ troppo comoda.
Altro esempio: ad un certo punto Naruto abbraccia la filosofia della non-violenza, e decide di risolvere i conflitti con le parole invece che a botte. Ora, diciamocelo: il biondo ninja, per quanto se ne dica, non ha esattamente una personalità trascinante, come è possibile che delinquenti pluri-traumatizzati e incattiviti dal mondo si redimano per via di un ragazzino che spara retorica a buon mercato? Semplice: i personaggi coinvolti in questo genere di situazioni sottostanno alla “regola del protagonista”! Naruto è il protagonista, per cui ha ragione e stop, si è detto che ha il potere di cambiare le persone e quindi le cambia. Puoi anche aver ucciso il tuo caro maestro senza farti troppi problemi, ma se il protagonista deciderà di parlarti non solo dovrai dargli retta, ma il suo insulso discorsetto ti colpirà così tanto da farti abbandonare i tuoi piani. In pratica, non è il nostro eroe ad elevarsi, sono gli altri a scendere al suo livello. Vi sembra maturità questa?
Potrei fare altri esempi di situazioni del genere, ma non è il caso che mi dilunghi più di quanto sto già facendo, inoltre sarebbero davvero troppo spoilerosi.
Passiamo agli scontri. Nella prima parte mi erano piaciuti tutti tranne un paio, ora è il contrario: se ne salvano due o tre e il resto è da buttare. Tutto si riduce a sequenze di supertecniche invincibili, che alle volte si concludono pure con un nulla di fatto. Il problema però non è solo quello che ci viene mostrato, ma anche come ci viene mostrato: se, da una parte, abbiamo battaglie che si trascinano per capitoli e capitoli senza motivo, dall’altra capita di assistere al triste spettacolo di nemici considerati imbattibili fino a poco prima che si rimbecilliscono di colpo per venire sconfitti in poche vignette. Che succede, Kishi? Eppure i combattimenti li sapevi rappresentare!
Ultime, ma non per importanza, le considerazioni sui personaggi.
Sciocchi noi che abbiamo riposto fiducia nel terzetto protagonista! I tre fenomeni, che già non brillavano per carisma e simpatia, si sono addirittura involuti, diventando, se possibile, ancora più odiosi.
Naruto, sempre più monotematico e raccomandato (alla fine, gli è bastato qualche giorno per superare i suoi maestri… e, ricordiamolo, lui era quello senza talento!), ha pensato bene di “harugloryzzarsi”, diventando il tipico protagonista insignificante e tendente alle sparate buoniste a cui comunque tutti danno retta perché… è il protagonista!
Sasuke, ora accompagnato da tre amebe in modo da sembrare più carismatico e intelligente per confronto, alterna momenti da superfigo intangibile ad allucinanti figure da deficiente, ma ormai non ha davvero più nulla da dire come personaggio; ri-traumatizzarlo non serve a renderlo più interessante, il pubblico vuole solo sapere se e quando morirà di morte violenta.
La peggiore, però, è come al solito Sakura: inizialmente trasformata in una brutta copia di Tsunade, tempo una saga ritorna al suo consueto ruolo di inutile lagna; se continua così, il premio per il più patetico personaggio femminile della storia degli shonen non glielo leva nessuno!
Tutti i coprotagonisti che tanto mi piacevano, salvo poche eccezioni, scompaiono dalla scena per venire ripescati solo ogni tanto per una comparsata e, purtroppo, le new entry li fanno rimpiangere: tra i nuovi personaggi ho apprezzato (ma neanche tanto!) solo Deidara, Sasori e Hidan, gli altri, sia buoni che cattivi, sono scialbi, male utilizzati e, in alcuni casi, fanno sorgere legittimi dubbi circa la loro effettiva utilità. Ad esempio, Karin serve solo a constatare quanto è figo Sasuke, mentre Jugo… beh, non l’ho ancora capito! Il Premio Delusione però lo assegno senza ombra di dubbio a Mr. Piercing: questo personaggio aveva saputo destare grande curiosità ancor prima di apparire, per anni si erano fatte speculazioni circa la sua identità ed i suoi scopi e alla fine… non solo rivela una personalità intrigante quanto quella di un comodino, non solo ci regala due dei più brutti scontri mai visti in uno shonen, ma la sua vicenda si conclude in un modo così superficiale e ridicolo da far rimanere allibiti.
Direi che è ora di concludere questo papiro (talmente prolisso da essere imbarazzante, sorry!), le ragioni della “morte” del mio interesse dovrebbero essere chiare.
Naruto poteva essere uno dei migliori titoli di sempre nel suo genere, verrà invece ricordato per la straordinaria bravura dimostrata nel distruggere le aspettative di una buona fetta dei suoi fan… perché penso che la maggior parte di coloro che criticano questo manga lo facciano per sincera delusione, non “per moda” o per sentirsi intelligenti parlando male delle serie commerciali.
A me piaceva, e molto: era l’unico manga di cui seguivo gli spoiler insieme a One Piece e HxH. Purtroppo, dopo avermi deluso, dopo essersi fatto seriamente odiare (sono arrivata a compiacermi nel leggere altre stroncature!), è giunta l’indifferenza, una totale e solenne indifferenza verso tutto ciò che sta accadendo e tutto ciò che dovrà accadere. E credo che questa sia una delle peggiori sensazioni che una storia possa suscitare.
Concludo dicendo: peccato. Ma peccato davvero!