Recensione
Papillon
6.0/10
Papillon - Fiori e farfalle è uno shoujo creato da Miwa Ueda, conosciuta ai più per Peach Girl.
Personalmente ho conosciuto questa mangaka attraverso il manga Jesus Christ che - attraverso una serie di gag esilaranti - ha una trama fresca e veloce ma che purtroppo non lascia il segno. Da allora, la Ueda ha migliorato decisamente il suo tratto artistico. Oltre ad esser più pulito e accattivante, i suoi personaggi sono curati e originali, anche se a volte rischia di affezionarsi a certe figure che ripropone molto similarmente per altri personaggi.
La storia di Papillon ruota attorno ad Ageha, una ragazza timida e modesta che è incessantemente messa a paragone con la sorella gemella Hana. Quest'ultima valorizza il suo aspetto e risulta esser molto più socievole e carismatica, ha quindi molto successo tra i ragazzi, in particolare sembra prender di mira quelli che piacciono alla sorella.
La trama si sviluppa attraverso la fortificazione del carattere di Ageha con l'aiuto di un consulente scolastico, Kyuu-chan. La protagonista proverà a crearsi una propria identità, a chiarire i propri dubbi familiari e a cercare ciò che la rende felice. O forse dovrei dire: chi la rende felice?
È abbastanza prevedibile che gli interessi di Ageha si spostino dal compagno di infanzia Ryuusei, al giovane consulente.
Esattamente per i primi due volumi la storia sembra proporsi in maniera carina pur presentando i classici temi triti e ritriti: la bella che eclissa la bestia, la bestia che valorizza il proprio aspetto e, infine, la rivincita della sfigata (precedentemente bestia e ora più che bella)! Il tutto condito dalle angherie da parte della "gemella cattiva", le battute sfacciate del sensei, e la triste storia personale della protagonista malinconica.
Il modo in cui Ageha emerge in tutta la sua femminilità e nel pieno delle sue facoltà cognitive e del suo rinnovato caratterino conquista il lettore e spiega bene il riferimento della crisalide che pian piano diviene farfalla. Proseguendo, la storia alterna momenti di allegria e vivacità, a momenti tristi e tragici. Il dubbio sta nel come questa storia evolve. Il simpatico sensei Kyuu-chan si trasforma col tempo in un "farfallone", e non per adeguarsi alla sua fidanzata, ma perché incoraggia le sue ammiratrici. È così capace nel suo lavoro, ma quando si tratta di capire, o tenere a bada una sua corteggiatrice, sembra aver problemi.
Immancabile è il perdono di Ageha che rende praticamente inutili le scenate di gelosia precedenti, perché tanto basta una frase carina di Kyuu-chan - senza alcuna giustificazione reale per il suo comportamento - a farla cedere e renderla felice.
Volendo dimenticare elementi infantili come i biglietti promo-bacio ecc, o la casualità con cui una farfalla voli tra le montagne innevate, la storia sembra inventarsene di tutti i colori per tirare a lungo il brodo, e quindi rovesciarlo. Fosse stata più breve non si sarebbe ridicolizzata. La sventura cui la famiglia delle gemelle non ha mai fatto i conti ha fatto crescere in ognuno un trauma, ognuno con delle simpatie e antipatie diverse. Tutto ciò è abbastanza pesante, ma può avere un senso se visto come un ottimo studio psicologico per il sensei. Ma siccome si vuole strafare si aggiunge anche la tragedia che ha segnato il sensei, moltiplicando solo pagine inutili.
L'edizione italiana curata dalla Star Comics è abbastanza buona. Considerando il rapporto qualità-prezzo è vantaggioso fin tanto che non subentri una ristampa ad alzare il prezzo.
Il lettore che intende addentrarsi in questa lettura deve prepararsi ad una storia prevedibile, ma con una caratterizzazione dei personaggi abbastanza approfondita. Alcuni spunti sono originali ma trattati in maniera ridicola e spesso sono proprio inutili. Al di là della crisi fra Ageha e la madre, tutti gli altri pretesti per un'esame introspettivo sono fiacchi e morbosi, e volendo capire o cogliere il meglio di questo manga basta leggere i primi due volumi e l'ultimo (nel mezzo ci sono scene di gelosia e fraintendimenti vari, senza contare i tristi e noiosi ricordi del sensei e di Hana). Siccome non mi sono affezionata a Papillon ma non lo ritengo malvagio, una sufficienza tonda tonda ci sta bene.
Personalmente ho conosciuto questa mangaka attraverso il manga Jesus Christ che - attraverso una serie di gag esilaranti - ha una trama fresca e veloce ma che purtroppo non lascia il segno. Da allora, la Ueda ha migliorato decisamente il suo tratto artistico. Oltre ad esser più pulito e accattivante, i suoi personaggi sono curati e originali, anche se a volte rischia di affezionarsi a certe figure che ripropone molto similarmente per altri personaggi.
La storia di Papillon ruota attorno ad Ageha, una ragazza timida e modesta che è incessantemente messa a paragone con la sorella gemella Hana. Quest'ultima valorizza il suo aspetto e risulta esser molto più socievole e carismatica, ha quindi molto successo tra i ragazzi, in particolare sembra prender di mira quelli che piacciono alla sorella.
La trama si sviluppa attraverso la fortificazione del carattere di Ageha con l'aiuto di un consulente scolastico, Kyuu-chan. La protagonista proverà a crearsi una propria identità, a chiarire i propri dubbi familiari e a cercare ciò che la rende felice. O forse dovrei dire: chi la rende felice?
È abbastanza prevedibile che gli interessi di Ageha si spostino dal compagno di infanzia Ryuusei, al giovane consulente.
Esattamente per i primi due volumi la storia sembra proporsi in maniera carina pur presentando i classici temi triti e ritriti: la bella che eclissa la bestia, la bestia che valorizza il proprio aspetto e, infine, la rivincita della sfigata (precedentemente bestia e ora più che bella)! Il tutto condito dalle angherie da parte della "gemella cattiva", le battute sfacciate del sensei, e la triste storia personale della protagonista malinconica.
Il modo in cui Ageha emerge in tutta la sua femminilità e nel pieno delle sue facoltà cognitive e del suo rinnovato caratterino conquista il lettore e spiega bene il riferimento della crisalide che pian piano diviene farfalla. Proseguendo, la storia alterna momenti di allegria e vivacità, a momenti tristi e tragici. Il dubbio sta nel come questa storia evolve. Il simpatico sensei Kyuu-chan si trasforma col tempo in un "farfallone", e non per adeguarsi alla sua fidanzata, ma perché incoraggia le sue ammiratrici. È così capace nel suo lavoro, ma quando si tratta di capire, o tenere a bada una sua corteggiatrice, sembra aver problemi.
Immancabile è il perdono di Ageha che rende praticamente inutili le scenate di gelosia precedenti, perché tanto basta una frase carina di Kyuu-chan - senza alcuna giustificazione reale per il suo comportamento - a farla cedere e renderla felice.
Volendo dimenticare elementi infantili come i biglietti promo-bacio ecc, o la casualità con cui una farfalla voli tra le montagne innevate, la storia sembra inventarsene di tutti i colori per tirare a lungo il brodo, e quindi rovesciarlo. Fosse stata più breve non si sarebbe ridicolizzata. La sventura cui la famiglia delle gemelle non ha mai fatto i conti ha fatto crescere in ognuno un trauma, ognuno con delle simpatie e antipatie diverse. Tutto ciò è abbastanza pesante, ma può avere un senso se visto come un ottimo studio psicologico per il sensei. Ma siccome si vuole strafare si aggiunge anche la tragedia che ha segnato il sensei, moltiplicando solo pagine inutili.
L'edizione italiana curata dalla Star Comics è abbastanza buona. Considerando il rapporto qualità-prezzo è vantaggioso fin tanto che non subentri una ristampa ad alzare il prezzo.
Il lettore che intende addentrarsi in questa lettura deve prepararsi ad una storia prevedibile, ma con una caratterizzazione dei personaggi abbastanza approfondita. Alcuni spunti sono originali ma trattati in maniera ridicola e spesso sono proprio inutili. Al di là della crisi fra Ageha e la madre, tutti gli altri pretesti per un'esame introspettivo sono fiacchi e morbosi, e volendo capire o cogliere il meglio di questo manga basta leggere i primi due volumi e l'ultimo (nel mezzo ci sono scene di gelosia e fraintendimenti vari, senza contare i tristi e noiosi ricordi del sensei e di Hana). Siccome non mi sono affezionata a Papillon ma non lo ritengo malvagio, una sufficienza tonda tonda ci sta bene.