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9.0/10
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'Gekiryuuchi - Over Bleed' è un manga edito in patria a partire dal 2008 dalla rinomata Square Enix, più precisamente sulla rivista locale Young Gangan. Invece, giunge nei nostri lidi grazie alla casa editrice J-POP. Il titolo in questione porta la firma di Sang Young Jun, che si occupa della narrazione, e di Joong Gi Park nel ruolo di disegnatore. Posso affermare con certezza una cosa, ovvero che si tratta di un'opera assai particolare e non facilmente apprezzabile da tutti - non solamente per le scene di violenza delle quali presenzia in ogni singolo capitolo o episodio.

"Non passava neanche un giorno senza gli atti di bullismo dei delinquenti della scuola. Non potevo più tollerarlo, le risate beffarde dei miei torturatori e l'indifferenza dei miei compagni. Ho pensato solo alla morte... finché non scoprii il piacere della lotta."

Con queste sconcertanti e acri parole si apre la narrazione di 'Gekiryuuchi - Over Bleed', o meglio del suo protagonista. La storia narra la violenta e orribile vicenda di Kei, un liceale come molti altri preso costantemente di mira dai bulli della sua scuola. In questo caso, però, non si parla di gente comune solo un po' più arrogante della norma. Bensì di veri e propri criminali, sempre alle prese con le forme più discutibili di violenza verso i più deboli. Kei prova spesso a parlare del suo grave problema ai genitori, che però sembrano fregarsene, anzi gli augurano di sparire velocemente dalla loro vita. Un giorno, lui e il suo fedele amico d'infanzia Akira - anch'egli sottoposto alle minacce dei bulli - decidono di suicidarsi per porre così fine alle loro sofferenze quotidiane, lanciandosi dal tetto di un edificio abbandonato. Era ormai deciso, sarebbero morti insieme. Il loro tentativo era evidente ai ragazzi passanti, tant'è che furono filmati durante il loro definitivo e avventato gesto. La caduta non fu in grado, però, di ucciderli; infatti, Kei, al suo risveglio dal coma, si ritrova da solo. Il suo amico Akira era sparito senza dire nulla a nessuno; molti credevano fosse morto. Diversi mesi dopo, Kei finisce - sotto consiglio di un amico - sul sito di lotte di strada illegali "Over Bleed". Su questo sito, i peggiori ragazzi della città si informavano per poi sfidarsi in lotte all'ultimo sangue nelle vie oscure dei quartieri circostanti. Inaspettatamente, nota - rimanendone sconvolto - che il più forte lottatore del sito, conosciuto come "Bunen", è in realtà il suo vecchio amico Akira: quasi irriconoscibile sia a livello fisico che caratteriale. Così, alla luce della scoperta, Kei decide di intraprendere un viaggio all'insegna della violenza e dei combattimenti illegali, per arrivare ad incontrare il suo caro amico perduto.

È mio dovere avvertire i lettori che l'opera in questione presenzia di differenti scene di pura violenza visiva e psicologica. Quindi, per i temi trattati, si sconsiglia la lettura ad un pubblico facilmente impressionabile.
Non riesco a capacitarmi di come si possa mai tirar fuori da una trama tanto banale una storia così dannatamente geniale e ben sviluppata. È qualcosa di sublime che, pur se in superficie può evidentemente sembrare sporco e oscuro, cela dietro di sé una vicenda psicologica e demotivante. L'opera in questione non è solo eccelsa sotto l'aspetto dell'azione, ma anche per i temi trattati che si dimostrano molto attuali e gravi, da caratterizzare diverse situazioni dei tempi odierni - anche se, fortunatamente, scarseggiano. Il protagonista, a causa delle ripetute violenze che è stato costretto a subire, diventerà una persona apparentemente glaciale e distaccata, ma che porta nell'animo un desiderio assai grande e pericoloso. Nel barbarico mondo della lotta, o ti dimostri all'altezza di ferire gravemente il tuo avversario o sei letteralmente annientato.
Riguardo all'aspetto grafico, c'è poco da dire: si rasenta nettamente l'eccellenza. I movimenti dei combattenti e le ambientazioni del quartiere sono incredibilmente realistici; curati nei minimi dettagli.

Nel complesso, si espone come un manga crudo ma sublime, che non tutti i palati odierni sanno apprezzare. Capace di emozionare, sotto tutti i suoi più svariati e dettagliati aspetti della 'violenza quotidiana' alla quale questi ragazzi sono grati.