Recensione
Noise
9.0/10
Recensione di VerderameAlih
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"Noise" è un manga auto-conclusivo ideato dal maestro Tsutomu Nihei, autore di "Blame!", ma anche di altre importanti serie che, però, non citerò. In Giappone questo volume è stato pubblicato dalla Kodansha, mentre in Italia è edito dalla Planet Manga ed è acquistabile al prezzo di 10€.
"Noise" è da considerarsi come il prequel del sopracitato "Blame!" ed è ambientato in un futuro prossimo ove la tecnologia è molto avanzata ma, contemporaneamente, riscontreremo un degrado impressionante che dilaga nelle città, rendendole luoghi incredibilmente terrificanti e buie.
Trattasi di un'opera di tipo fantascientifico, spudoratamente seinen, che sguazza in atmosfere così cupe da far paura e in un colore così nero da affascinare enormemente chi legge. Inoltre, è di un cyberpunk pazzesco. Aspettatevi delle atmosfere metropolitane terrificanti, tratti nerissimi, e "mostri" che francamente mi hanno fatto immediatamente pensare alla saga horror di Hellraiser e ai personaggi che la popolano.
Innanzitutto sappiate che per poterlo apprezzare bisogna conoscere almeno un po' (una piccola infarinatura generale andrà benissimo, meglio non iniziare la lettura se ne siete sprovvisti) "Blame!" e, ovviamente, amare il sensei Nihei, poiché o lo si ama o lo si odia. Altrimenti potreste giudicarlo un lavoro assai scadente.
La trama si sviluppa in sei capitoli, ma in modo fin troppo veloce per essere seguita. Però, c'è un però: io ero talmente affascinata e rapita dalle varie scene d'azione e ricche di sfondi al limite tra l'impressionante e il terrificante che quasi non ci ho fatto caso durante la lettura. Ma alla fine ho dovuto "tirare le somme" e questo è quanto: se un mangaka decide di tentare con un episodio auto-conclusivo deve conoscerne i rischi. Qui, nonostante si tratti di un prequel e ci sia già una base più o meno stabile su cui lavorare, molte domande rimangono senza risposta. Lasciare i quesiti irrisolti non è mai un punto a favore di chi ha creato il prodotto che, in questo caso, prende il nome di "Noise".
Difatti non dimenticherò di comunicarvi che in questo manga l'irrazionalità e il mistero la fanno veramente da padroni.
Abbiamo una protagonista (Susuno Musubi, agente speciale) che combatterà contro un'organizzazione segreta che sfornerà una serie di orripilanti quanto magnifici "mostri".
Ci troviamo di fronte a un mondo in completa decadenza, e il fascino è proprio qui: nei disegni di Nihei, che fa un uso spropositato del colore nero come pochi mangaka - mi viene in mente l'odierno Shi-ki, in cui il colore nero è accentuato in modo particolare e dona alle pagina qualcosa in più rispetto a molti altri comunissimi disegni. Gli sfondi sono a dir poco sublimi: si perdono tra lo sci-fi, le cadute oscure nel cyberpunk più profondo, un micidiale effetto grottesco, nonché un senso di "orrore" vero e proprio, molto spesso. È ciò che ho provato io leggendolo e ritrovandomi, come un idiota, a osservare quegli sfondi che sembrano veri e propri incubi. Ecco, molto probabilmente questa è la parola giusta: incubi.
Sembra che l'autore si sia impegnato per disegnarne uno continuativo, che prosegue in ogni pagina facendo letteralmente accapponare la pelle del lettore.
L'uso del nero, poi, è così pesante da creare in modo autonomo un incubo vagante, in cui ci si può immergere praticamente in ogni singola pagina a occhi aperti. È come viverne uno, di incubo, e farlo costantemente a occhi aperti. Il nero è profondissimo, pesante, e colora praticamente ogni cosa, ogni personaggio e anche la sua anima.
Non esiste nemmeno un respiro di luce. C'è un buio onnipresente che conferisce all'opera un inspiegabile aspetto tetro, cupo, macabro, a dir poco spaventoso.
Ma io sono di parte: amo il cyberpunk e impazzisco per questo uso del nero, soprattutto se combinato a uno stile di disegno così personale e mai comune come tanti altri.
Consiglio questo volume auto-conclusivo a chi ama il sensei Nihei, il cyberpunk, e gli incubi da vivere a occhi aperti.
"Noise" è da considerarsi come il prequel del sopracitato "Blame!" ed è ambientato in un futuro prossimo ove la tecnologia è molto avanzata ma, contemporaneamente, riscontreremo un degrado impressionante che dilaga nelle città, rendendole luoghi incredibilmente terrificanti e buie.
Trattasi di un'opera di tipo fantascientifico, spudoratamente seinen, che sguazza in atmosfere così cupe da far paura e in un colore così nero da affascinare enormemente chi legge. Inoltre, è di un cyberpunk pazzesco. Aspettatevi delle atmosfere metropolitane terrificanti, tratti nerissimi, e "mostri" che francamente mi hanno fatto immediatamente pensare alla saga horror di Hellraiser e ai personaggi che la popolano.
Innanzitutto sappiate che per poterlo apprezzare bisogna conoscere almeno un po' (una piccola infarinatura generale andrà benissimo, meglio non iniziare la lettura se ne siete sprovvisti) "Blame!" e, ovviamente, amare il sensei Nihei, poiché o lo si ama o lo si odia. Altrimenti potreste giudicarlo un lavoro assai scadente.
La trama si sviluppa in sei capitoli, ma in modo fin troppo veloce per essere seguita. Però, c'è un però: io ero talmente affascinata e rapita dalle varie scene d'azione e ricche di sfondi al limite tra l'impressionante e il terrificante che quasi non ci ho fatto caso durante la lettura. Ma alla fine ho dovuto "tirare le somme" e questo è quanto: se un mangaka decide di tentare con un episodio auto-conclusivo deve conoscerne i rischi. Qui, nonostante si tratti di un prequel e ci sia già una base più o meno stabile su cui lavorare, molte domande rimangono senza risposta. Lasciare i quesiti irrisolti non è mai un punto a favore di chi ha creato il prodotto che, in questo caso, prende il nome di "Noise".
Difatti non dimenticherò di comunicarvi che in questo manga l'irrazionalità e il mistero la fanno veramente da padroni.
Abbiamo una protagonista (Susuno Musubi, agente speciale) che combatterà contro un'organizzazione segreta che sfornerà una serie di orripilanti quanto magnifici "mostri".
Ci troviamo di fronte a un mondo in completa decadenza, e il fascino è proprio qui: nei disegni di Nihei, che fa un uso spropositato del colore nero come pochi mangaka - mi viene in mente l'odierno Shi-ki, in cui il colore nero è accentuato in modo particolare e dona alle pagina qualcosa in più rispetto a molti altri comunissimi disegni. Gli sfondi sono a dir poco sublimi: si perdono tra lo sci-fi, le cadute oscure nel cyberpunk più profondo, un micidiale effetto grottesco, nonché un senso di "orrore" vero e proprio, molto spesso. È ciò che ho provato io leggendolo e ritrovandomi, come un idiota, a osservare quegli sfondi che sembrano veri e propri incubi. Ecco, molto probabilmente questa è la parola giusta: incubi.
Sembra che l'autore si sia impegnato per disegnarne uno continuativo, che prosegue in ogni pagina facendo letteralmente accapponare la pelle del lettore.
L'uso del nero, poi, è così pesante da creare in modo autonomo un incubo vagante, in cui ci si può immergere praticamente in ogni singola pagina a occhi aperti. È come viverne uno, di incubo, e farlo costantemente a occhi aperti. Il nero è profondissimo, pesante, e colora praticamente ogni cosa, ogni personaggio e anche la sua anima.
Non esiste nemmeno un respiro di luce. C'è un buio onnipresente che conferisce all'opera un inspiegabile aspetto tetro, cupo, macabro, a dir poco spaventoso.
Ma io sono di parte: amo il cyberpunk e impazzisco per questo uso del nero, soprattutto se combinato a uno stile di disegno così personale e mai comune come tanti altri.
Consiglio questo volume auto-conclusivo a chi ama il sensei Nihei, il cyberpunk, e gli incubi da vivere a occhi aperti.