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9.0/10
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"Dio è realmente morto?"

Nessuno può dirlo con certezza, ma Yajima ci prova.
Delinea con meticolosità ogni minimo dettaglio, portando alla luce quelli che sono tuttora gli studi degli antichi filosofi gnostici e dei credenti, appartenenti a epoche ormai molto lontane dai nostri giorni. Ciò che l'autore ci mostrerà, con l'aiuto dell'altissimo Boichi in campo grafico, non è frutto della fantasia. Egli si limita ad esporre antichi riti, sia benevoli sia malevoli, rappresentanti dell'Era cristiana compresa tra il II e il III secolo, ossia con l'avvento dello Gnosticismo Cristiano. Lo fa, però, con una storia ambientata in tempi odierni, nei panni di una ragazza come tutte le altre; con una vita fatta di studi, amici e voglia di divertimento: la ragazza in questione è Luna. Ella dovrà riflettere sul vero senso della sua esistenza, che è destinata a fini ben più alti della banale vita da impiegata d'ufficio: bensì ad essere la nuova incarnazione di Dio sulla Terra.

Oltraggiando le valide idee di Nietzsche, si può entrare in un mondo nuovo, nel quale la religione è più viva che mai: ma non nel modo al quale siamo stati abituati. A parere di Yajima, e non solo, siamo stati tenuti all'oscuro su molti elementi dalla Chiesa Cristiana che, in questa surreale occasione, vedrà letteralmente devastate le sue salde ideologie, dando spazio ad altre non validate per alcuna religione predicata oggigiorno. Organizzazioni segrete armate della chiesa, riti pagani fondati su pura violenza carnale - praticati da credenti di sette estinte - e svariati dèi a noi pressoché totalmente sconosciuti: questo è tutto ciò che ci viene proposto, in un'ambientazione moderna alquanto realistica e allettante. Le guerre che in tempi remoti erano in atto tra gnostici e cristiani - sia ortodossi sia cattolici - torneranno in voga, compromettendo la sorte del mondo intero. Per mezzo di una narrazione lineare e mai confusionaria, vengono mostrate antiche leggende e parabole, presenti nella Bibbia e nei Vangeli Apocrifi, riadattate dalla folle quanto geniale mente dell'esordiente artista Giapponese. Comprensibilmente, nel proseguire degli eventi, il racconto prenderà una piega tendente al genere sovrannaturale e arcano, senza mai scordare, però, le basi dalle quali ha avuto origine.

L'autore è obbligato a narrare le vicende sfociando in ciò che noi definiremmo blasfemia, poiché sarebbe impensabile creare una vicenda di tale tipologia senza inficiare la buona condotta che, secondo i cattolici, dovremmo mantenere. Nonostante la creazione - ma anche trasposizione - di questi elementi, che a molti potrebbero risultare offensivi e discutibili, l'artista afferma di essere anch'egli fedele a questo credo, e di rispettarlo più di ogni altro. Nel complesso, "Raqiya" rappresenta l'opera più estrosa e originale degli ultimi tempi.