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6.0/10
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Leggendo il primo volume di "Ninja life" ho subito pensato a "Full Metal Panic" e un po' alle vecchie storie di Yu Watase. Da un lato il tipo di shoujo che si basa su leggende, misteriosi portali capaci di portare in dimensioni o epoche passate è subito riconducibile a opere come Fushigi Yugi o Ayashi no Ceres; dall'altro lato però, il mistero e l'atmosfera mistica e storica della Watase non sono per niente rintracciabili in questo lavoro, moderno e dalle spiegazioni spicciole. Il rapporto tra i due protagonisti, Beni e Kagetora, mi ha fatto pensare a quello tra Kaname e Sosuke (Full Metal Panic): Kagetora dimostra la stessa capacità di combattimento di Sosuke, non che la stessa ingenuità e fedeltà nei confronti di Beni. Allo stesso modo Beni è un po' la brutta copia di Kaname, forse più antipatica, ma simile nel modo in cui comanda a bacchetta la sua guardia del corpo, che le sta però così tanto a cuore. Ho notato che anche lo humor cerca di essere bene o male simile, ma con scarsi risultati, producendo una serie di situazioni che dovrebbero essere divertenti ma che riescono solo a far alzare le sopracciglia al lettore.

Ma partiamo dall'inizio. Beni si ritrova un giorno si' e l'altro pure ad essere rapita poiché figlia di una famiglia ricca e altolocata; per questo odia suo padre, che sembra essere interessato solo al proprio lavoro e al fatto di non avere continue noie dai sequestratori della figlia. In effetti Beni non è proprio il massimo della simpatia e fa di tutto per mettersi in pericolo, per attirare l'attenzione del padre. Un bel giorno però scende dal cielo Kagetora (che nome orribile ho pensato subito), un ninja dell'epoca Edo (anche se il costume sembra uno qualsiasi usato per il carnevale) e salva la "principessina" dall'ennesimo aggressore. Convinto che Beni sia la principessa smarrita che aveva giurato di proteggere, Kagetora giura fedeltà alla spocchiosa protagonista, anche se diversamente dall'originale indossa perizoma e jeans. Da qui si susseguiranno un po' di scontri con dei nemici poco credibili, quasi irritanti, e qualche viaggio nel tempo attraverso laghi o pozze d'acqua.

La trama è ciò che mi ha spinto ad acquistare il primo volume, ma devo ammettere che Shoko Conami (autrice sconosciuta in Italia) ha saputo sprecare lo spunto, mettendo insieme un'accozzaglia di cose che se non rese con efficacia perdono del tutto credibilità. Non aiuta di certo il disegno, insipido e spigoloso, del tutto incapace di rendere l'espressività dei personaggi se non in modo eccessivo e grossolano.