Recensione
20th Century Boys
6.0/10
Commentare "20th Century Boys" è davvero difficile per me. Quando ho terminato la lettura, mi sono chiesta se, forse, il problema non fossi io. Se semplicemente questo tipo di manga non fosse nelle mie corde, abituata come sono a manga di decisamente minor spessore emotivo. La realtà è che, semplicemente, mi ha deluso, su un livello così alto che non potevo inizialmente credere che fosse colpa di una storia che mi aveva invece coinvolto ed interessato come non mi capitava da parecchio tempo con un manga.
Non ho letto la trama prima di iniziare a leggerlo, quindi ero totalmente ignara di dove la storia volesse andare, e mi sono ritrovata immediatamente presa dal racconto. E più si andava avanti più le cose si facevano interessanti. La cosa migliore non era solamente quello che succedeva o come succedeva, ma anche l'atmosfera che si creava attorno alle vicende. L'idea che una parola positiva come "Amico" fosse qui utilizzata da una persona che difficilmente si vorrebbe avere come amico, o questo personaggio dai discorsi sempre ambigui che si presentava con questa default maschera da scimmia che rendeva la situazione surreale ed inquietante, sono tutti elementi che contribuivano a dare spessore alle vicende e ai misteri che man mano si svolgevano attorno, dando toni sempre più dark ma non per questo meno affascinanti.
Nota assoluta di merito all'idea di questi adulti, che ormai hanno scordato gli anni della loro infanzia, e quando questi tornano prepotentemente a tormentarli, non sanno darsi delle risposte precise perché ormai la memoria non è chiara com'era una volta. Ho trovato davvero bella l'idea che questi misteri fossero tali perché, in molti casi, semplicemente loro non si ricordavano, rispetto a casi in cui semplicemente il personaggio non sa. Ed era allo stesso tempo bello rivedere i flashback da diverse prospettive e diversi momenti, con la storia che si allarga sempre di più fino a comprendere il quadro completo.
Non è nemmeno un manga semplice da leggere, visti tutti i flashback, tutti i momenti in cui fa salti temporali ed il fatto che certi personaggi vengono dimenticati per qualche tempo per poi risaltare fuori in momenti inaspettati. Non è concesso distrarsi o spegnere il cervello durante la lettura, e questo è assolutamente positivo perché permette di interessarsi maggiormente alle vicende, perché si è svegli e attivi. Ammetto di aver fatto fatica inizialmente, ma quando ho preso il ritmo è stato davvero interessante cogliere questo tipo di narrazione, che in certi punti approfittava di questi cambi per ingannare il lettore a credere qualcos'altro ed era piacevole essere stupiti.
Tuttavia, ma mano che continuavo la lettura, ha iniziato a nascere in me anche un senso di insoddisfazione. Non è che non fossi più interessata a ciò che succedeva, ma avevo l'impressione che la storia non sapesse bene dove andare a parare e che stesse girando semplicemente intorno al punto aspettando di trovare un modo per raggiungerlo. Leggendo l'ultimo volume, c'è un chiaro riferimento a quello che è stato l'inizio della storia, quindi in realtà può darsi che l'autore davvero avesse in mente ogni cosa fin dal principio, ma la sensazione che è arrivata a me è stata davvero di un temporeggiamento senza alcuno scopo.
E la frustrazione mi faceva anche iniziare a notare piccole o grandi cose che inizialmente non avevo notato, forzature che non avevo considerato perché troppo presa nella lettura, ma che diventavano sempre più evidenti con il proseguo della lettura. Persino la scelta narrativa di saltare anni iniziava a diventare non un buon modo di raccontare, ma un modo per "voglio andare da A a B ma non so come sia possibile, quindi salto l'intero percorso e do B per scontato", per lo meno perché davvero avevo voglia di capire come si fosse arrivati a B, dato che molte domande venivano alla luce man mano che la situazione si complicava.
E questa sensazione di frustrazione si è trasformata in nervosismo quando arriviamo al finale, finale che praticamente non esiste. Ora, io sono quel tipo di persona che, se inserisci determinati punti nella trama e poi non li risolvi, lasciando un finale aperto, mi irrito il sistema nervoso. E' un mio "problema", lo riconosco, ma è così, quindi il fatto che la storia volesse volontariamente soprassedere su certe cose, e abbia volontariamente ignorato altri punti che la trama stessa aveva inserito, mi ha dato particolarmente fastidio, perché mi sembra di aver fatto un percorso per nulla. Per molti invece potrebbe contare di più il percorso della trama ed ignorare certe parti non spiegate perché per loro non contano abbastanza, e non avere problemi.
So che esiste un seguito a questo manga, chiamato 21th Century Boys. Non sono riuscita a capire se sia stata una scelta editoriale, un problema dell'autore durante la redazione della storia oppure una scelta consapevole, per cui non valuterò a questo riguardo, ma comunque quei due volumi in più non migliorano affatto la situazione, anzi, forse la peggiorano aggiungendo cose che non si sentiva il bisogno di avere nel momento in cui volevo fossero risolte le precedenti, perciò preferisco ignorarlo onde evitare di abbassare ancora la mia considerazione di questo manga.
Fortunatamente, il manga ha una conclusione invece per quello che riguarda i personaggi: quasi tutti, infatti (a parte quelli per cui la conclusione è tenuta nei due volumi esterni, che devo ignorare altrimenti dovrei considerare anche altro) hanno una loro esperienza di vita, una maturazione e un'epifania che porta effettivamente a pensare che non ci sia più bisogno di vederli ancora, perché quello che dovevano compiere l'hanno compiuto, il futuro è nelle loro mani ma non interessa più, abbiamo visto la loro crescita psicologica e ciò è sufficiente per quello che si voleva narrare.
Tra l'altro, una delle cose che ho preferito all'interno della storia sono proprio i piccoli momenti di "realizzazione" dei personaggi, in cui riflettono sulla loro vita (assieme o separati), prendono decisioni, arrivano a perdonarsi, considerarsi differenti da come si credevano prima. In altri casi si hanno altri piccoli momenti estremamente inutili per la trama (quasi filler) ma estremamente significativi per lo sviluppo dei personaggi o anche solo per mostrare qualche particolare punto nel comportamento umano. Sono tutte parti estremamente profonde e alcune mi hanno anche commosso. Il manga ha in effetti una scena conclusiva del genere fra due personaggi, che è splendida come vignetta finale, ma a quel punto la mia irritazione era a livelli troppo alti perché potessi apprezzarla in toto. Resta comunque un momento splendido, e sarebbe stata una fine perfetta, se si fosse concluso anche il resto.
In alcuni di questi momenti il manga assume davvero uno spessore particolare, ed è positivo che l'intera storia offra comunque notevoli spunti di riflessioni senza che questi siano invasivi; spesso capitano storie dove si devono fare pagine e pagine di dialoghi filosofici per dare profondità, con il risultato che il tutto sembra artificiale, mentre qui basta una vicenda ben piazzata per rendere la riflessione in maniera decisamente migliore.
Un'altra nota particolare che mi sento di dire è l'incredibile varietà fisionomica dei personaggi maschili (e, a parte un paio di eccezioni, anche femminili). Nonostante la storia sia veramente oltre il limite dell'irrealtà, è incredibile vedere invece quanto realistici, con pregi e difetti, siano disegnati i personaggi, soprattutto considerando il loro crescere e invecchiare durante la storia. Considerando poi che i personaggi principali ci vengono mostrati nelle due differenti versioni adulti/bambini ho apprezzato quanto si possa riconoscere la loro fisionomia nel passaggio, ma con naturalezza, mostrando quindi anche la differenza che si assume nella crescita, quindi non intendendoli come uguali, solo più alti, ma anche con una modifica fisionomica visibile.
In definitiva, è un manga che ha molti lati positivi, e che ho apprezzato molto fino ad un certo punto, ma che personalmente non me la sento di consigliarlo, perché per me la questione della conclusione e della risoluzione delle varie situazioni introdotte è troppo grave perché possa inserire 20th Century Boys nella lista di storie da non perdere. Tuttavia, come ho detto sopra, se sapete di essere persone che mirano più ai personaggi che non alla trama e siete tranquilli con un finale che lascia diversi dubbi, probabilmente potrebbe comunque piacervi.
Non ho letto la trama prima di iniziare a leggerlo, quindi ero totalmente ignara di dove la storia volesse andare, e mi sono ritrovata immediatamente presa dal racconto. E più si andava avanti più le cose si facevano interessanti. La cosa migliore non era solamente quello che succedeva o come succedeva, ma anche l'atmosfera che si creava attorno alle vicende. L'idea che una parola positiva come "Amico" fosse qui utilizzata da una persona che difficilmente si vorrebbe avere come amico, o questo personaggio dai discorsi sempre ambigui che si presentava con questa default maschera da scimmia che rendeva la situazione surreale ed inquietante, sono tutti elementi che contribuivano a dare spessore alle vicende e ai misteri che man mano si svolgevano attorno, dando toni sempre più dark ma non per questo meno affascinanti.
Nota assoluta di merito all'idea di questi adulti, che ormai hanno scordato gli anni della loro infanzia, e quando questi tornano prepotentemente a tormentarli, non sanno darsi delle risposte precise perché ormai la memoria non è chiara com'era una volta. Ho trovato davvero bella l'idea che questi misteri fossero tali perché, in molti casi, semplicemente loro non si ricordavano, rispetto a casi in cui semplicemente il personaggio non sa. Ed era allo stesso tempo bello rivedere i flashback da diverse prospettive e diversi momenti, con la storia che si allarga sempre di più fino a comprendere il quadro completo.
Non è nemmeno un manga semplice da leggere, visti tutti i flashback, tutti i momenti in cui fa salti temporali ed il fatto che certi personaggi vengono dimenticati per qualche tempo per poi risaltare fuori in momenti inaspettati. Non è concesso distrarsi o spegnere il cervello durante la lettura, e questo è assolutamente positivo perché permette di interessarsi maggiormente alle vicende, perché si è svegli e attivi. Ammetto di aver fatto fatica inizialmente, ma quando ho preso il ritmo è stato davvero interessante cogliere questo tipo di narrazione, che in certi punti approfittava di questi cambi per ingannare il lettore a credere qualcos'altro ed era piacevole essere stupiti.
Tuttavia, ma mano che continuavo la lettura, ha iniziato a nascere in me anche un senso di insoddisfazione. Non è che non fossi più interessata a ciò che succedeva, ma avevo l'impressione che la storia non sapesse bene dove andare a parare e che stesse girando semplicemente intorno al punto aspettando di trovare un modo per raggiungerlo. Leggendo l'ultimo volume, c'è un chiaro riferimento a quello che è stato l'inizio della storia, quindi in realtà può darsi che l'autore davvero avesse in mente ogni cosa fin dal principio, ma la sensazione che è arrivata a me è stata davvero di un temporeggiamento senza alcuno scopo.
E la frustrazione mi faceva anche iniziare a notare piccole o grandi cose che inizialmente non avevo notato, forzature che non avevo considerato perché troppo presa nella lettura, ma che diventavano sempre più evidenti con il proseguo della lettura. Persino la scelta narrativa di saltare anni iniziava a diventare non un buon modo di raccontare, ma un modo per "voglio andare da A a B ma non so come sia possibile, quindi salto l'intero percorso e do B per scontato", per lo meno perché davvero avevo voglia di capire come si fosse arrivati a B, dato che molte domande venivano alla luce man mano che la situazione si complicava.
E questa sensazione di frustrazione si è trasformata in nervosismo quando arriviamo al finale, finale che praticamente non esiste. Ora, io sono quel tipo di persona che, se inserisci determinati punti nella trama e poi non li risolvi, lasciando un finale aperto, mi irrito il sistema nervoso. E' un mio "problema", lo riconosco, ma è così, quindi il fatto che la storia volesse volontariamente soprassedere su certe cose, e abbia volontariamente ignorato altri punti che la trama stessa aveva inserito, mi ha dato particolarmente fastidio, perché mi sembra di aver fatto un percorso per nulla. Per molti invece potrebbe contare di più il percorso della trama ed ignorare certe parti non spiegate perché per loro non contano abbastanza, e non avere problemi.
So che esiste un seguito a questo manga, chiamato 21th Century Boys. Non sono riuscita a capire se sia stata una scelta editoriale, un problema dell'autore durante la redazione della storia oppure una scelta consapevole, per cui non valuterò a questo riguardo, ma comunque quei due volumi in più non migliorano affatto la situazione, anzi, forse la peggiorano aggiungendo cose che non si sentiva il bisogno di avere nel momento in cui volevo fossero risolte le precedenti, perciò preferisco ignorarlo onde evitare di abbassare ancora la mia considerazione di questo manga.
Fortunatamente, il manga ha una conclusione invece per quello che riguarda i personaggi: quasi tutti, infatti (a parte quelli per cui la conclusione è tenuta nei due volumi esterni, che devo ignorare altrimenti dovrei considerare anche altro) hanno una loro esperienza di vita, una maturazione e un'epifania che porta effettivamente a pensare che non ci sia più bisogno di vederli ancora, perché quello che dovevano compiere l'hanno compiuto, il futuro è nelle loro mani ma non interessa più, abbiamo visto la loro crescita psicologica e ciò è sufficiente per quello che si voleva narrare.
Tra l'altro, una delle cose che ho preferito all'interno della storia sono proprio i piccoli momenti di "realizzazione" dei personaggi, in cui riflettono sulla loro vita (assieme o separati), prendono decisioni, arrivano a perdonarsi, considerarsi differenti da come si credevano prima. In altri casi si hanno altri piccoli momenti estremamente inutili per la trama (quasi filler) ma estremamente significativi per lo sviluppo dei personaggi o anche solo per mostrare qualche particolare punto nel comportamento umano. Sono tutte parti estremamente profonde e alcune mi hanno anche commosso. Il manga ha in effetti una scena conclusiva del genere fra due personaggi, che è splendida come vignetta finale, ma a quel punto la mia irritazione era a livelli troppo alti perché potessi apprezzarla in toto. Resta comunque un momento splendido, e sarebbe stata una fine perfetta, se si fosse concluso anche il resto.
In alcuni di questi momenti il manga assume davvero uno spessore particolare, ed è positivo che l'intera storia offra comunque notevoli spunti di riflessioni senza che questi siano invasivi; spesso capitano storie dove si devono fare pagine e pagine di dialoghi filosofici per dare profondità, con il risultato che il tutto sembra artificiale, mentre qui basta una vicenda ben piazzata per rendere la riflessione in maniera decisamente migliore.
Un'altra nota particolare che mi sento di dire è l'incredibile varietà fisionomica dei personaggi maschili (e, a parte un paio di eccezioni, anche femminili). Nonostante la storia sia veramente oltre il limite dell'irrealtà, è incredibile vedere invece quanto realistici, con pregi e difetti, siano disegnati i personaggi, soprattutto considerando il loro crescere e invecchiare durante la storia. Considerando poi che i personaggi principali ci vengono mostrati nelle due differenti versioni adulti/bambini ho apprezzato quanto si possa riconoscere la loro fisionomia nel passaggio, ma con naturalezza, mostrando quindi anche la differenza che si assume nella crescita, quindi non intendendoli come uguali, solo più alti, ma anche con una modifica fisionomica visibile.
In definitiva, è un manga che ha molti lati positivi, e che ho apprezzato molto fino ad un certo punto, ma che personalmente non me la sento di consigliarlo, perché per me la questione della conclusione e della risoluzione delle varie situazioni introdotte è troppo grave perché possa inserire 20th Century Boys nella lista di storie da non perdere. Tuttavia, come ho detto sopra, se sapete di essere persone che mirano più ai personaggi che non alla trama e siete tranquilli con un finale che lascia diversi dubbi, probabilmente potrebbe comunque piacervi.