Recensione
Conductor
9.0/10
"I ricordi sono sempre bagnati di lacrime."
Con questa citazione di "2046" (film del grande registra Wong Kar-Wai) si potrebbe tranquillamente riassumere la trama di Conductor (manga tratto da un'opera del mitico "Psychic Detective Kaminaga") dove l'inquietudine di un passato volutamente soppresso, torna lentamente a riaffiorare, trascinando in un vortice di avvenimenti non solo la protagonista Noemi, ma persone apparentemente connesse tra di loro. In questo senso, la narrazione offre un piacevole richiamo a "La Signora Dalloway" di Virginia Woolf, nella scelta sia del moments of being (monologo interiore che permette di analizzare la stessa giornata da più punti di vista), sia nel chiaro riferimento alla teoria di Marcel Proust sul potenziale magico che contengono in sé gli oggetti (memorie disperse nei meandri dell'inconscio).
Altro aspetto, che enfatizza il senso di precarietà, è il tratto stilistico della mangaka Nokiya, in alcune tavole volutamente impalpabile e leggero, quasi a sottolineare la dimensione onirica dell'intera vicenda, contraddistinta da incubi pregni di riferimenti amletici (il famoso teschio, della famosa frase "To be or not to be"), riconducibili al genere cinematografico Noir, contrassegnato proprio dalle vertigini dei flashback, dal nervosismo delle visioni notturne, dall'incertezza delle immagini, percepite in uno stato di alterazione. Inoltre, questo blocco tra realtà e angoscia si palesa nell'impiego delle ombre, o meglio, di un tratto maggiormente marcato, che taglia i volti dei personaggi per evidenziarne la fragilità, la follia o la doppia natura, tematica (quella del doppio) sviluppata pure con l'impiego di fotografie, simboli di un mondo parallelo o di una status ideale spesso impossibile da raggiungere.
Insomma, un piccolo capolavoro ricco di colpi di scena e di dettagli per nulla scontati, che mostra il lato brutale dell'ambiente musicale. Quattro volumetti d'acquistare e affiancare senza timore ai romanzi di Agatha Christie, Georges Simenon, Rex Stout.
Con questa citazione di "2046" (film del grande registra Wong Kar-Wai) si potrebbe tranquillamente riassumere la trama di Conductor (manga tratto da un'opera del mitico "Psychic Detective Kaminaga") dove l'inquietudine di un passato volutamente soppresso, torna lentamente a riaffiorare, trascinando in un vortice di avvenimenti non solo la protagonista Noemi, ma persone apparentemente connesse tra di loro. In questo senso, la narrazione offre un piacevole richiamo a "La Signora Dalloway" di Virginia Woolf, nella scelta sia del moments of being (monologo interiore che permette di analizzare la stessa giornata da più punti di vista), sia nel chiaro riferimento alla teoria di Marcel Proust sul potenziale magico che contengono in sé gli oggetti (memorie disperse nei meandri dell'inconscio).
Altro aspetto, che enfatizza il senso di precarietà, è il tratto stilistico della mangaka Nokiya, in alcune tavole volutamente impalpabile e leggero, quasi a sottolineare la dimensione onirica dell'intera vicenda, contraddistinta da incubi pregni di riferimenti amletici (il famoso teschio, della famosa frase "To be or not to be"), riconducibili al genere cinematografico Noir, contrassegnato proprio dalle vertigini dei flashback, dal nervosismo delle visioni notturne, dall'incertezza delle immagini, percepite in uno stato di alterazione. Inoltre, questo blocco tra realtà e angoscia si palesa nell'impiego delle ombre, o meglio, di un tratto maggiormente marcato, che taglia i volti dei personaggi per evidenziarne la fragilità, la follia o la doppia natura, tematica (quella del doppio) sviluppata pure con l'impiego di fotografie, simboli di un mondo parallelo o di una status ideale spesso impossibile da raggiungere.
Insomma, un piccolo capolavoro ricco di colpi di scena e di dettagli per nulla scontati, che mostra il lato brutale dell'ambiente musicale. Quattro volumetti d'acquistare e affiancare senza timore ai romanzi di Agatha Christie, Georges Simenon, Rex Stout.