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10.0/10
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Elfen Lied è un manga strutturato in 12 volumi, 107 capitoli che narrano le vicissitudini di Lucy/Kaede, una diclonius (un mutante) pericolosa, sadica, violenta e che minaccia di estinguere l'umanità. Fin qui tutto nella norma, se non fosse che l'introspezione psicologica di questo personaggio è una delle più complesse ed efficaci mai lette prima: doppia personalità, traumi passati di elevata crudeltà, violenza, discriminazione, odio razziale, evoluzionismo, curiosità sessuale e tanto altro. Voi penserete sia impossibile immettere tutte queste tematiche e sfaccettature all'interno di un singolo personaggio. Forse sì ma vi assicuro che cambierete idea leggendo questa splendida opera, raffinata, crudele e reale in ogni sua pagina, senza mezze misure, anzi rappresenta l'umanità nei suoi aspetti più nascosti e tenebrosi. Ebbene Lucy è un personaggio difficilmente collocabile nel classico schema buono o cattivo, poiché probabilmente non appartiene a nessuna delle due categorie o forse appartiene ad entrambe, mediante le sue diverse personalità. Nel corso della storia, contornata da profonda tristezza e talvolta disperazione, si cercherà una risposta al dramma di Lucy e il finale ideato da Lynn Okamoto rispecchia perfettamente l'ideologia di fondo che si nota leggendo il manga. Tante lacrime, sofferenza e commozione accompagnano più volte la lettura e le vicende dei protagonisti, tutti ben caratterizzati, dal primo all'ultimo, presunti amici e nemici, con spessore non indifferente e relazioni interpersonali grandiose, mai banali.
Alcune immagini sono pesanti da osservare perché sanguinose, drammatiche per i protagonisti e per chi legge, spesso colpito da tanto crudele realismo. Infatti si toccano temi sociali controversi come la pedofilia (esplicata senza problemi tramite scene forti), violenza sessuale e sperimentazione sadica su bambine. Posso scrivere con certezza, dunque, che questa opera non la consiglierei ai deboli di stomaco, oltre che ad un pubblico sensibile perché ne rimarrebbe traumatizzato. Non nascondo, d'altra parte, che più di qualche pagina mi ha lasciato un senso di angoscia, tristezza e malinconia, riuscendo a suscitare in me profondi emozioni di portata maestosa, cogliendo nel segno.

Le differenze tra anime e manga sono innumerevoli a causa di scelte divergenti e altre ragioni. Ad esempio il finale dell'anime è notevolmente addolcito rispetto al manga, che invece continua imperterrito verso la sua strada e il suo obbiettivo, evitando coscientemente di addolcire Lucy/Kaede. Ecco perché preferisco il manga: più realistica la reazione di Kouta al ricordo del suo tragico passato, fatto che mi ha sorpreso positivamente perché la curiosa reazione narrata nell'anime era stata uno dei difetti, a mio parere, della serie, qui invero cancellata. Inoltre il manga presenta una crudeltà e una violenza maggiore, senza censure, in particolare demonizzando la protagonista nel corso della serie, più spietata (e disperata) che mai, scavando tuttavia a fondo nelle sue ragioni, originando un contrasto continuo tra buoni e cattivi, accentuato dalle personalità di Nyu (dolce e innocente) e quella di Lucy (sadica, violenta e psicopatica). Poi nell'anime non è presente il personaggio femminile di Nozomi, peraltro abbastanza inutile ai fini della trama e che, quindi, non lascia niente di trascendentale nel manga, anzi lo si dimentica facilmente se confrontato con lo spessore degli altri.

Proprio i flashback relativi a Lucy sono qualcosa di tristissimo ed epico, bellissimi e rari: meritano di essere riletti più volte per comprendere a pieno lo stato emotivo del personaggio, la sua vita distrutta, il desiderio di avere qualcuno con cui parlare e una casa in cui vivere in tranquillità. Spettacolare quanto angosciante... complimenti all'autore!

Il manga presenta, specie nei primi volumi, momenti ecchi e romantici, non volgari o disgustosi, ma leggeri e spesso divertenti. Evidentemente l'autore ha voluto inserire scene in contrasto con il dramma sociale che la fa da padrone, riuscendo nell'obbiettivo, salvo poi spostarsi nella seconda e ultima parte della storia, nell'azione e nel dramma puro e concreto.

Degni di menzione alcuni personaggi particolarmente coinvolgenti e sconvolgenti, a seconda dei punti di vista: Kurama, il direttore del laboratorio di ricerca, Nana, una diclonius incapace di uccidere, Bandou, sadico militare che però subirà una trasformazione nel corso della storia, e Mayu, dolce bambina-ragazzina vittima di pesanti abusi.

I disegni sono imbarazzanti nei primi 6 volumi, probabilmente l'unica stonatura all'interno di questo manga. Purtroppo i personaggi sono disegnati male e sotto questo aspetto, rende meglio l'anime, perché disegna in maniera nettamente preferibile i personaggi. Tuttavia dal settimo volume in poi, Okamoto, preso coscienza di ciò ed essendosi esercitato, mostra progressi sorprendentemente positivi, donando ai restanti volumi disegni, proporzioni e tratti ottimali, perfetti per un'opera così sublime.

Oltre ai disegni, a mio parere, l'unico vero difettuccio è la ricomparsa strana, alla fine della storia, di alcuni personaggi dati per morti certi nei precedenti capitoli, uno in particolare di cui non faccio il nome. Onestamente comunque non lo considero un difetto grave, forse solo una piccola luce in una eccessiva oscurità dell'autore, che avrà voluto cercare di mitigare, per quanto possibile, il finale di questo manga. Quindi posso assolutamente concludere questa mia recensione promuovendo Elfen Lied col massimo dei voti, ossia 10 meritato, grazie ad un coinvolgimento emotivo e personale di elevato livello. Un'opera consigliata a tutti (con le dovute restrizioni enunciate qui sopra), perché penso riesca a entrare nei cuori di tutti, indimenticabile storia e personaggi, specie la protagonista, di un manga tra i più belli mai letti nella mia vita, a dir la verità il più bello. Applausi scroscianti!