Recensione
Fenomeno unico nel suo genere, quello di Touhou Project, culto assoluto del doujin, del fatto in casa. Dal 1996, anno di concezione del primo videogioco della serie (Highly Responsive to Prayers), la bancarella piena di questi CD per PC-98 stampati da ZUN, padre e creatore assoluto del Project, divenne praticamente abituale durante il Comiket. Story of Eastern Wonderland, Phantasmagoria of Dimensional Dream e a seguire i vari capitoli, una quindicina in tutto oltre ai numerosi spin-off, ampliavano questo mondo e il suo ricco cast di personaggi, rigorosamente al femminile, cavalcando l’allora nascente popolo della rete. Sono loro, infatti, il vero cuore del Touhou Project, i fan, che hanno accresciuto la fama di questi personaggi, in particolare dal 6° episodio, generando così ulteriori manga, novel, CD musicali, e spodestando in campo doujin qualunque altro famoso noto franchise.
Il primissimo Touhou aveva una struttura simile ad Arkanoid, solo successivamente la serie assumerà la forma più nota, quella dello shoot’em up verticale, portando all’esasperazione la componente bullet hell (in Giappone “Danmaku”) con queste piogge di proiettili e raggi a formare, spesso, veri e propri disegni su schermo. In Touhou lo scopo del giocatore non è schivare i proiettili, ma infilarsi in quel centimetro dello schermo libero da essi, cercando di capirne il “comportamento”.
Fatta questa premessa, il primo settembre del 2014 accade un fatto curioso: Sony annuncia il programma Play, Doujin! allo scopo di portare una serie di titoli Touhou su console PlayStation 4 e PlayStation Vita. Vedere i giochi Touhou, da sempre sinonimo di prodotto amatoriale, girare su console, fa certamente uno strano effetto, ma è anche questo segnale dei tempi che corrono e dell’attenzione che la casa giapponese ripone nei confronti di realtà più di nicchia, oltre ai soliti colossal milionari.
Il primo gioco a far parte di questo filone è Touhou: Genso Rondo, sviluppato da CUBETYPE nel 2012 e che arriva in occidente grazie a NIS America, sia in versione digitale che in un’edizione fisica limitata. Altri seguiranno (l’rpg The Tower of Desire, il picchiaduro 2D Urban Legend in Limbo..), ma intanto vediamo come è andato il primo giorno di scuola di Touhou su console.
Touhou Genso Rondo (la danza circolare dell’illusione): Bullet Ballet si presenta come un curioso misto tra shooter e fighting game. A trovare un simile, si può tornare indietro di una decina d’anni e chiedere a Google di Senko no Ronde di G. Rev, scheda NAOMI, console Xbox 360. L’azione si svolge in arene 3D dalla forma circolare nelle quali due personaggi si danno battaglia a suon di mana e Spellcard. In Genso Rondo si spara, principalmente, e solo di rado i due sfidanti arrivano ad affrontarsi corpo a corpo con una breve combo, con il cerchio intorno al personaggio a delimitare il raggio d’azione per un approccio di mischia.
Il gioco propone inizialmente 10 personaggi giocabili (Reimu, Marisa, Sakuya, Sanae, Youmu, Remilia, Alice, Utsuho, Yuyuko e Aya) più 2 aggiunte via DLC e scelte tramite un sondaggio online (Flandre e Yukari), ce n’è per tutti i lolicon là fuori. Ogni ragazza ha diversi tipi di attacchi proiettili e ben presto sarà necessario imparare la loro precisa utilità e il momento adatto per utilizzarli, onde evitare disastrose sconfitte. Ci sono attacchi lenti ma atti allo scopo di far raggirare l’avversario, altri che invece sono veloci e diretti, e infine quelli che semplicemente ricoprono una vasta area senza discriminazione. Intuire i tempi di ricarica (vostro e dell’avversario), muoversi sullo schermo nel modo giusto (non avere fretta di raggiungere il nemico), ed imparare le migliori combinazioni di attacco sono le chiavi per la vittoria in Touhou Genso Rondo. Con lo “Spell”, l’attacco speciale che ha ogni personaggio, si raggiunge l’apice dell’azione Touhou, ed ecco che il gioco assume l’aspetto di una boss battle con schermata verticale, con l’attaccante che si accinge a tempestare il mittente (che può comunque decidere di contrattaccare) con una pioggia di proiettili magici. Ci sono spell più forti di altri, ma in linea di massima non si sono ravvisati grandi sbilanciamenti tra i vari personaggi, e nonostante un’idea di gioco così semplicistica, Genso Rondo richiede un certo quantitativo di partite per essere padroneggiato a dovere. La stessa CPU, inizialmente docile e magnanima, nelle fasi più avanzate predilige un certo gusto nell’umiliare il giocatore meno attento. Il caos mentale potrebbe pertanto prendere il sopravvento e di conseguenza portare a scelte sbagliate, condizionando l’intera partita, specie su chi non è abituato ai Danmaku, dove da sempre ciò che conta davvero è il sangue freddo e una mente lucida.
Touhou Genso Rondo: Bullet Ballet offre una classica Arcade Mode, una Boss Rush in cui si affrontano in sequenza i personaggi nella loro versione boss (ossia con spell lanciato), una modalità storia dove Reimu e compagne interagiscono tra di loro prima di ogni battaglia, un tutorial, un VS CPU dove allenarsi e infine il VS sia in locale che online. Difficile giudicare i dialoghi presenti nella storia di Genso Rondo, a coloro che non conoscono l’universo di Touhou molto probabilmente lo Story Mode dirà ben poco, mentre per i fan invece sarà un piacevole extra, anche se gli artwork non spiccano per qualità o varietà. A dispetto di aspettative praticamente nulle sulla popolazione nei server di un gioco del genere nei giorni precedenti l’uscita, l’online è stato sorprendentemente testato grazie ad un giocatore oltreoceano che girovagava probabilmente anch’esso spaesato e speranzoso di trovare un’anima da tempestare di proiettili magici. La risposta ai comandi, essenziale per un titolo di questo tipo, è stata ottima e le partite si sono svolte fluidamente.
Per valutare la grafica di Touhou Genso Rondo: Bullet Ballet bisogna entrare nella sua ottica di doujin game. Certo la presentazione non è delle migliori con una schermata iniziale alquanto scarna e una certa staticità di fondo. Le opzioni sono deludenti e permettono di cambiare solo i comandi e le impostazioni audio, ed è totalmente assente qualsivoglia extra come ad esempio una gallery di illustrazioni (sbloccabili magari finendo le storie), insomma Touhou Genso poteva spingere un po’ di più sul lato fan-service, data la natura del titolo.
I modelli poligonali dei personaggi, rigorosamente super-deformed, non fanno certo gridare al miracolo per complessità, ma va da sé che sono ammirabili da vicino solo all’inizio della battaglia, mentre nel mezzo dell’azione saremo troppo impegnati a non perire sotto una tonnellata di proiettili e in alcuni frangenti la sagoma del nostro personaggio si intravede appena sullo schermo. Gli attacchi creano gradevoli giochi di luce e colori sullo schermo, ed è sicuramente questo l’aspetto grafico migliore di Touhou Genso Rondo con raggi, sfere, cerchi e fiori vari ad imbastire eleganti forme geometriche su schermo.
Dove Touhou non delude mai è indubbiamente il comparto sonoro. Fin dai suoi albori la serie ha avuto un rapporto speciale con le sue musiche, composte in FM Synthesis interamente da ZUN che si dilettava in casa con il suo Electon. Le varie BGM hanno avuto un ruolo di primaria importanza per la diffusione in rete del Project, social prima dell’invenzione stessa dei social. Anche chi non ha mai avuto nulla a che fare con Touhou potrebbe essersi imbattuto per esempio in Bad Apple, che partendo da NicoNico divenne virale nella sua versione cantata intorno al 2009, con dozzine di remix, revisioni, balli assortiti in febbre Hare Hare Yukai. Ed è proprio per i suoi ritmi dalla matrice sedicibittiana ma con una spiccata connotazione dance che le musiche di Touhou hanno fatto immediatamente presa sul pubblico di internet, Genso Rondo porta avanti la tradizione senza stravolgerne le tonalità, con i temi di Yuyuko e Aya che spiccano particolarmente sugli altri.
Il Danmaku incontra l’uno contro uno in forme di aggiramento a schema fisso in questo Touhou già atipico, timido debuttante su console, che se profetizzavi l’arrivo di Reimi Hakurei in occidente e su PS4 anche solo tre anni fa ti prendevano per scemo. Le tipe di Genso Rondo armano il loro arsenale mahou shooter e lo scaricano insoddisfatte fintantoché non riempiono l’intera schermata, e tu sei lì in mezzo a cercare un modo per uscirne. Doujin per pochi ma solido e appagante specie contro altri folli esseri, a patto di trovarli. Poteva giovare di maggior cura e contenuto ornamentale, Genso Rondo, ma pazienza e sarà per il prossimo.
Il primissimo Touhou aveva una struttura simile ad Arkanoid, solo successivamente la serie assumerà la forma più nota, quella dello shoot’em up verticale, portando all’esasperazione la componente bullet hell (in Giappone “Danmaku”) con queste piogge di proiettili e raggi a formare, spesso, veri e propri disegni su schermo. In Touhou lo scopo del giocatore non è schivare i proiettili, ma infilarsi in quel centimetro dello schermo libero da essi, cercando di capirne il “comportamento”.
Fatta questa premessa, il primo settembre del 2014 accade un fatto curioso: Sony annuncia il programma Play, Doujin! allo scopo di portare una serie di titoli Touhou su console PlayStation 4 e PlayStation Vita. Vedere i giochi Touhou, da sempre sinonimo di prodotto amatoriale, girare su console, fa certamente uno strano effetto, ma è anche questo segnale dei tempi che corrono e dell’attenzione che la casa giapponese ripone nei confronti di realtà più di nicchia, oltre ai soliti colossal milionari.
Il primo gioco a far parte di questo filone è Touhou: Genso Rondo, sviluppato da CUBETYPE nel 2012 e che arriva in occidente grazie a NIS America, sia in versione digitale che in un’edizione fisica limitata. Altri seguiranno (l’rpg The Tower of Desire, il picchiaduro 2D Urban Legend in Limbo..), ma intanto vediamo come è andato il primo giorno di scuola di Touhou su console.
Touhou Genso Rondo (la danza circolare dell’illusione): Bullet Ballet si presenta come un curioso misto tra shooter e fighting game. A trovare un simile, si può tornare indietro di una decina d’anni e chiedere a Google di Senko no Ronde di G. Rev, scheda NAOMI, console Xbox 360. L’azione si svolge in arene 3D dalla forma circolare nelle quali due personaggi si danno battaglia a suon di mana e Spellcard. In Genso Rondo si spara, principalmente, e solo di rado i due sfidanti arrivano ad affrontarsi corpo a corpo con una breve combo, con il cerchio intorno al personaggio a delimitare il raggio d’azione per un approccio di mischia.
Il gioco propone inizialmente 10 personaggi giocabili (Reimu, Marisa, Sakuya, Sanae, Youmu, Remilia, Alice, Utsuho, Yuyuko e Aya) più 2 aggiunte via DLC e scelte tramite un sondaggio online (Flandre e Yukari), ce n’è per tutti i lolicon là fuori. Ogni ragazza ha diversi tipi di attacchi proiettili e ben presto sarà necessario imparare la loro precisa utilità e il momento adatto per utilizzarli, onde evitare disastrose sconfitte. Ci sono attacchi lenti ma atti allo scopo di far raggirare l’avversario, altri che invece sono veloci e diretti, e infine quelli che semplicemente ricoprono una vasta area senza discriminazione. Intuire i tempi di ricarica (vostro e dell’avversario), muoversi sullo schermo nel modo giusto (non avere fretta di raggiungere il nemico), ed imparare le migliori combinazioni di attacco sono le chiavi per la vittoria in Touhou Genso Rondo. Con lo “Spell”, l’attacco speciale che ha ogni personaggio, si raggiunge l’apice dell’azione Touhou, ed ecco che il gioco assume l’aspetto di una boss battle con schermata verticale, con l’attaccante che si accinge a tempestare il mittente (che può comunque decidere di contrattaccare) con una pioggia di proiettili magici. Ci sono spell più forti di altri, ma in linea di massima non si sono ravvisati grandi sbilanciamenti tra i vari personaggi, e nonostante un’idea di gioco così semplicistica, Genso Rondo richiede un certo quantitativo di partite per essere padroneggiato a dovere. La stessa CPU, inizialmente docile e magnanima, nelle fasi più avanzate predilige un certo gusto nell’umiliare il giocatore meno attento. Il caos mentale potrebbe pertanto prendere il sopravvento e di conseguenza portare a scelte sbagliate, condizionando l’intera partita, specie su chi non è abituato ai Danmaku, dove da sempre ciò che conta davvero è il sangue freddo e una mente lucida.
Touhou Genso Rondo: Bullet Ballet offre una classica Arcade Mode, una Boss Rush in cui si affrontano in sequenza i personaggi nella loro versione boss (ossia con spell lanciato), una modalità storia dove Reimu e compagne interagiscono tra di loro prima di ogni battaglia, un tutorial, un VS CPU dove allenarsi e infine il VS sia in locale che online. Difficile giudicare i dialoghi presenti nella storia di Genso Rondo, a coloro che non conoscono l’universo di Touhou molto probabilmente lo Story Mode dirà ben poco, mentre per i fan invece sarà un piacevole extra, anche se gli artwork non spiccano per qualità o varietà. A dispetto di aspettative praticamente nulle sulla popolazione nei server di un gioco del genere nei giorni precedenti l’uscita, l’online è stato sorprendentemente testato grazie ad un giocatore oltreoceano che girovagava probabilmente anch’esso spaesato e speranzoso di trovare un’anima da tempestare di proiettili magici. La risposta ai comandi, essenziale per un titolo di questo tipo, è stata ottima e le partite si sono svolte fluidamente.
Per valutare la grafica di Touhou Genso Rondo: Bullet Ballet bisogna entrare nella sua ottica di doujin game. Certo la presentazione non è delle migliori con una schermata iniziale alquanto scarna e una certa staticità di fondo. Le opzioni sono deludenti e permettono di cambiare solo i comandi e le impostazioni audio, ed è totalmente assente qualsivoglia extra come ad esempio una gallery di illustrazioni (sbloccabili magari finendo le storie), insomma Touhou Genso poteva spingere un po’ di più sul lato fan-service, data la natura del titolo.
I modelli poligonali dei personaggi, rigorosamente super-deformed, non fanno certo gridare al miracolo per complessità, ma va da sé che sono ammirabili da vicino solo all’inizio della battaglia, mentre nel mezzo dell’azione saremo troppo impegnati a non perire sotto una tonnellata di proiettili e in alcuni frangenti la sagoma del nostro personaggio si intravede appena sullo schermo. Gli attacchi creano gradevoli giochi di luce e colori sullo schermo, ed è sicuramente questo l’aspetto grafico migliore di Touhou Genso Rondo con raggi, sfere, cerchi e fiori vari ad imbastire eleganti forme geometriche su schermo.
Dove Touhou non delude mai è indubbiamente il comparto sonoro. Fin dai suoi albori la serie ha avuto un rapporto speciale con le sue musiche, composte in FM Synthesis interamente da ZUN che si dilettava in casa con il suo Electon. Le varie BGM hanno avuto un ruolo di primaria importanza per la diffusione in rete del Project, social prima dell’invenzione stessa dei social. Anche chi non ha mai avuto nulla a che fare con Touhou potrebbe essersi imbattuto per esempio in Bad Apple, che partendo da NicoNico divenne virale nella sua versione cantata intorno al 2009, con dozzine di remix, revisioni, balli assortiti in febbre Hare Hare Yukai. Ed è proprio per i suoi ritmi dalla matrice sedicibittiana ma con una spiccata connotazione dance che le musiche di Touhou hanno fatto immediatamente presa sul pubblico di internet, Genso Rondo porta avanti la tradizione senza stravolgerne le tonalità, con i temi di Yuyuko e Aya che spiccano particolarmente sugli altri.
Il Danmaku incontra l’uno contro uno in forme di aggiramento a schema fisso in questo Touhou già atipico, timido debuttante su console, che se profetizzavi l’arrivo di Reimi Hakurei in occidente e su PS4 anche solo tre anni fa ti prendevano per scemo. Le tipe di Genso Rondo armano il loro arsenale mahou shooter e lo scaricano insoddisfatte fintantoché non riempiono l’intera schermata, e tu sei lì in mezzo a cercare un modo per uscirne. Doujin per pochi ma solido e appagante specie contro altri folli esseri, a patto di trovarli. Poteva giovare di maggior cura e contenuto ornamentale, Genso Rondo, ma pazienza e sarà per il prossimo.