Recensione
Kino's Journey
9.0/10
Finalmente è arrivato!
Lo stavo aspettando con ansia spasmodica dal giorno dell’annuncio e, da qualche ora, è disponibile su Crunchyroll il nuovo anime di “Kino no Tabi”: a mio avviso un autentico capolavoro artistico, non ascrivibile solo al campo dell’animazione giapponese, ma alla cultura in senso più ampio.
Ammetto che avevo qualche perplessità su questo progetto: la prima serie del 2003 è stata un qualcosa di inarrivabile, da ogni punto di vista, e la morte del regista Nakamura non può non influire ai fini della qualità. Dopo il primo episodio, però, mi sono dovuto ricredere. Kino è sempre Kino; meno Zen, leggermente meno complesso e (almeno per il momento) privo della componente estetica steampunk che contraddistingueva la vecchia serie, ma con la stessa forza narrativa che spinge alla riflessione sociologico-culturale. Fantastica l’animazione, con fluidità maestosa e fondali di rara profondità espressiva. Buono anche il lavoro del nuovo regista Tomohisa Taguchi, che non ha stravolto l’operato di Nakamura, ma ne ha seguito la scia, a suo modo; direi con “discrezione” e attenzione alla creatura originale di Keiichi Sigsawa.
Non ci resta che attendere il proseguo del viaggio di Kino ed Hermes!
Lo stavo aspettando con ansia spasmodica dal giorno dell’annuncio e, da qualche ora, è disponibile su Crunchyroll il nuovo anime di “Kino no Tabi”: a mio avviso un autentico capolavoro artistico, non ascrivibile solo al campo dell’animazione giapponese, ma alla cultura in senso più ampio.
Ammetto che avevo qualche perplessità su questo progetto: la prima serie del 2003 è stata un qualcosa di inarrivabile, da ogni punto di vista, e la morte del regista Nakamura non può non influire ai fini della qualità. Dopo il primo episodio, però, mi sono dovuto ricredere. Kino è sempre Kino; meno Zen, leggermente meno complesso e (almeno per il momento) privo della componente estetica steampunk che contraddistingueva la vecchia serie, ma con la stessa forza narrativa che spinge alla riflessione sociologico-culturale. Fantastica l’animazione, con fluidità maestosa e fondali di rara profondità espressiva. Buono anche il lavoro del nuovo regista Tomohisa Taguchi, che non ha stravolto l’operato di Nakamura, ma ne ha seguito la scia, a suo modo; direi con “discrezione” e attenzione alla creatura originale di Keiichi Sigsawa.
Non ci resta che attendere il proseguo del viaggio di Kino ed Hermes!