Recensione
Recensione di GianniGreed
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“Chase: Cold Case Investigations – Distant Memories”, è un videogame per Nintendo 3DS, uscito solo in versione digitale nel corso del 2016. Si tratta di una visual novel investigativa. Il gioco è stato realizzato dagli stessi creatori di “Hotel Dusk” e “Last Window”, ed è perciò simile nelle atmosfere e nel gameplay, nonché nel design dei personaggi.
Trama
“Chase: Cold Case Investigation” ha per protagonisti una coppia di detective, un uomo pigro e svogliato ma dalle grandi capacità deduttive, Shounosuke Nanase, e la sua assistente piena di entusiasmo ma non sveglissima, Koto Amekura. I due fanno parte dell’unità Cold Case della polizia di Tokyo. I “cold case” sono quei casi che rimangono irrisolti a causa di mancanze di prove evidenti.
All’inizio della storia, i due detective ricevono una misteriosa telefonata anonima. La voce all’altro capo del telefono spiega a loro che un incidente avvenuto cinque anni prima in un ospedale, un’esplosione con una vittima, non è stato un incidente ma un vero e proprio omicidio. Per non trascurare nulla, i due decidono di verificare…
Gameplay
Essendo una visual novel, il gameplay di “Chase” è il più basic che ci può essere: bisogna solo premere un tasto per far scorrere i dialoghi dei personaggi, fino a passare alla scena successiva. In poche occasioni, durante alcuni interrogatori, al giocatore è richiesto di scegliere la domanda giusta da porre al sospettato per incalzarlo. In questi “quiz” a scelta multipla il giocatore ha tre chance, e se pone la domanda sbagliata, subisce una piccola penalità, rappresentata da una sorta di barra dell’energia che si riduce. Sbagliare per tre volte porta al game over. In ancora meno occasioni, due o forse tre, al giocatore è richiesto di esaminare le fotografie della scena del crimine, cercando indizi che sono sfuggiti al primo esame degli investigatori. Anche qui c’è la possibilità di sbagliare e arrivare al game over.
Grafica e audio
Questi sono, tristemente, gli unici aspetti degni di nota di tutto il gioco. Graficamente il gioco non è nulla di speciale, va detto, ma lo stile di disegno usato per creare i personaggi, che li rende molto simili a quelli di un manga, più i piccoli movimenti che i disegni fanno, lo rendono davvero un fumetto in movimento. Le musiche, poche, sono tutte belle e orecchiabili, e si sposano perfettamente con le fasi d’indagini e interrogatori che accompagnano.
Longevità e difficoltà
Indubbiamente gli aspetti peggiori del gioco. La durata è molto breve, un’ora e mezza, forse due, per arrivare ai titoli di coda. La difficoltà è inesistente. Non c’è quasi nulla da giocare, e le poche interazioni che il gioco offre, ovvero il dover scegliere le giuste domande da fare o indagare sulle fotografie, sono prive di qualsiasi sfida. Fare game over è quasi impossibile.
Traduzione e localizzazione
“Chase” è uscito in Europa sottotitolato solo in inglese. I dialoghi non sono molto complicati, anche se ogni tanto spunta fuori qualche termine medico o poliziesco, perciò anche chi ha una conoscenza base della lingua può affrontare una partita senza troppi problemi.
Conclusioni
Premesso che io sono uno di quelli che ha adorato i due videogame precedenti realizzati dallo stesso team, “Hotel Dusk” e “Last Window”, non posso dire che “Chase: Cold Case Investigation – Distant Memories” sia un brutto gioco. Perché non lo è. La trama è discretamente interessante, e anche il gioco in sé, per quanto molto semplice, è un buon rappresentante del genere visual novel a tema investigativo.
Il problema maggiore, anzi, l’unico problema, è che “Chase” non è un gioco completo. O almeno non lo sembra. Quello che il giocatore si trova ad affrontare, specialmente alla luce del finale, sembra più un prologo di una storia molto più lunga, il primo capitolo di un gioco a episodi forse, o in termini più semplici, una demo di un gioco di prossima uscita.
L’inghippo sta nel fatto che nonostante il finale apertissimo, con la storia che finisce proprio quando si fa interessante, e che lascia presagire un continuo, non ci sono ad oggi, notizie su un eventuale sequel di “Chase”.
Per questo risulta difficile consigliare questo videogame a qualcuno. Le potenzialità per un bel gioco ci sono tutte, ma una volta arrivati alla fine, resta solo una gran delusione.
Trama
“Chase: Cold Case Investigation” ha per protagonisti una coppia di detective, un uomo pigro e svogliato ma dalle grandi capacità deduttive, Shounosuke Nanase, e la sua assistente piena di entusiasmo ma non sveglissima, Koto Amekura. I due fanno parte dell’unità Cold Case della polizia di Tokyo. I “cold case” sono quei casi che rimangono irrisolti a causa di mancanze di prove evidenti.
All’inizio della storia, i due detective ricevono una misteriosa telefonata anonima. La voce all’altro capo del telefono spiega a loro che un incidente avvenuto cinque anni prima in un ospedale, un’esplosione con una vittima, non è stato un incidente ma un vero e proprio omicidio. Per non trascurare nulla, i due decidono di verificare…
Gameplay
Essendo una visual novel, il gameplay di “Chase” è il più basic che ci può essere: bisogna solo premere un tasto per far scorrere i dialoghi dei personaggi, fino a passare alla scena successiva. In poche occasioni, durante alcuni interrogatori, al giocatore è richiesto di scegliere la domanda giusta da porre al sospettato per incalzarlo. In questi “quiz” a scelta multipla il giocatore ha tre chance, e se pone la domanda sbagliata, subisce una piccola penalità, rappresentata da una sorta di barra dell’energia che si riduce. Sbagliare per tre volte porta al game over. In ancora meno occasioni, due o forse tre, al giocatore è richiesto di esaminare le fotografie della scena del crimine, cercando indizi che sono sfuggiti al primo esame degli investigatori. Anche qui c’è la possibilità di sbagliare e arrivare al game over.
Grafica e audio
Questi sono, tristemente, gli unici aspetti degni di nota di tutto il gioco. Graficamente il gioco non è nulla di speciale, va detto, ma lo stile di disegno usato per creare i personaggi, che li rende molto simili a quelli di un manga, più i piccoli movimenti che i disegni fanno, lo rendono davvero un fumetto in movimento. Le musiche, poche, sono tutte belle e orecchiabili, e si sposano perfettamente con le fasi d’indagini e interrogatori che accompagnano.
Longevità e difficoltà
Indubbiamente gli aspetti peggiori del gioco. La durata è molto breve, un’ora e mezza, forse due, per arrivare ai titoli di coda. La difficoltà è inesistente. Non c’è quasi nulla da giocare, e le poche interazioni che il gioco offre, ovvero il dover scegliere le giuste domande da fare o indagare sulle fotografie, sono prive di qualsiasi sfida. Fare game over è quasi impossibile.
Traduzione e localizzazione
“Chase” è uscito in Europa sottotitolato solo in inglese. I dialoghi non sono molto complicati, anche se ogni tanto spunta fuori qualche termine medico o poliziesco, perciò anche chi ha una conoscenza base della lingua può affrontare una partita senza troppi problemi.
Conclusioni
Premesso che io sono uno di quelli che ha adorato i due videogame precedenti realizzati dallo stesso team, “Hotel Dusk” e “Last Window”, non posso dire che “Chase: Cold Case Investigation – Distant Memories” sia un brutto gioco. Perché non lo è. La trama è discretamente interessante, e anche il gioco in sé, per quanto molto semplice, è un buon rappresentante del genere visual novel a tema investigativo.
Il problema maggiore, anzi, l’unico problema, è che “Chase” non è un gioco completo. O almeno non lo sembra. Quello che il giocatore si trova ad affrontare, specialmente alla luce del finale, sembra più un prologo di una storia molto più lunga, il primo capitolo di un gioco a episodi forse, o in termini più semplici, una demo di un gioco di prossima uscita.
L’inghippo sta nel fatto che nonostante il finale apertissimo, con la storia che finisce proprio quando si fa interessante, e che lascia presagire un continuo, non ci sono ad oggi, notizie su un eventuale sequel di “Chase”.
Per questo risulta difficile consigliare questo videogame a qualcuno. Le potenzialità per un bel gioco ci sono tutte, ma una volta arrivati alla fine, resta solo una gran delusione.