Recensione
Pandora's Tower
6.0/10
Recensione di GianniGreed
-
“Pandora’s Tower” è un videogame uscito in esclusiva nel 2011 per la console Nintendo Wii, è di genere action-adventure, con alcuni elementi da j-rpg.
Trama
La storia ha per protagonisti un ragazzo e una ragazza, Aeron ed Elena (Ende e Seres nella versione originale giapponese). I due sono fuggiti dal loro paese perché la ragazza è stata colpita da una maledizione che la sta trasformando gradualmente in un mostro. Una misteriosa vecchia di nome Mavda (Graia in originale), spiega loro che esiste un modo per rimuovere la maledizione: Elena deve mangiare la carne di dodici mostri conosciuti come Magister. Questi mostri sono i custodi di una fortezza conosciuta come “le Tredici Torri”. Ogni Magister è a capo di una di queste torri. Aeron deve scalare le torri, uccidere i Magister e riportare la carne a Elena. Solo così lei potrà restare umana.
Gameplay
Il gameplay di “Pandora’s Tower” presenta elementi misti tra quelli dei giochi d’azione e quelli dei j-rpg più classici. Aeron è armato inizialmente di una spada (proseguendo nel gioco si ottengono altre armi), con la quale può affrontare i mostri all’interno delle torri, usando attacchi di base, attacchi caricati e combo. L’arma secondaria è invece una catena, che ha diversi utilizzi: può essere usata per attaccare e immobilizzare temporaneamente i nemici, per strappare loro la carne una volta che sono stati sconfitti, e può essere usata come rampino per saltare in zone altrimenti inaccessibili o per azionare leve posizionate troppo lontano.
La maggior parte del gioco si svolge all’interno delle torri. L’obiettivo è sempre quello di arrivare all’ultimo piano e battere il boss che lì risiede. Il problema è che la porta della stanza del boss è sigillata da alcune catene, nelle prime torri da una, proseguendo si arriva fino a quattro catene. Queste enormi catene percorrono tutte le torri e partono da delle particolari stanze. Il giocatore deve trovare il modo di entrare in queste stanze, superando spesso enigmi per creare delle vie d’accesso, e distruggere le catene. Solo dopo aver rotto tutte le catene di una torre, si può affrontare il boss.
A complicare il tutto c’è la maledizione di Elena. La ragazza si trasforma gradualmente in un mostro ogni volta che Aeron è in una torre, e la cosa è indicata da un timer su schermo. La durata del timer è di circa quarantacinque minuti. Per resettare il timer, bisogna costantemente dare carne a Elena. La carne dei boss resetta il timer completamente, la carne dei mostri comuni ha vari livelli di benefici, dipendenti dalla qualità della stessa. Se Elena si trasforma completamente è game over. La barra della trasformazione di Elena ha anche impatto su un altro aspetto del gioco: l’affinità tra lei e Aeron. Per aumentare l’affinità tra i due, il giocatore deve, tra una torre e l’altra, passare del tempo con lei, parlandole e facendole regali di vario tipo. L’affinità influisce direttamente sul finale del gioco. Ci sono cinque possibili finali, e per ottenere il migliore bisogna avere un alto valore di affinità. Se Elena si trasforma anche solo parzialmente, l’affinità scende. La cosa costringe il giocatore a esplorare le torri con una certa fretta, dovendo spesso spezzarle in più sessioni per tornare a dare la carne a Elena e poter riprendere.
Gli elementi in stile j-rpg includono il livello del protagonista, che sale ottenendo esperienza una volta sconfitti i nemici, la possibilità di equipaggiare armature e altri oggetti di difesa o con bonus annessi, e la possibilità di usare oggetti curativi per ripristinare l’energia persa o curare gli stati alterati causati dagli attacchi nemici.
C’è anche la possibilità di comprare oggetti, curativi e da equipaggiare, di crearne di nuovi con l’alchimia, o di riparare i vecchi una volta che finiscono distrutti in battaglia.
Grafica e audio
Graficamente “Pandora’s Tower” se la cava bene pur senza stupire. Va detto subito che la grafica appariva arretrata già nel periodo di uscita originale, dato che non sfrutta al massimo la potenza della console. Il design dei personaggi principali e dei boss però, è buono e ispirato. Meno quello dei nemici comuni, più banali, che includono i classici lupi mostruosi, minotauri, falene giganti e simili. Gli interni delle torri sono invece abbastanza curati nei dettagli. Ogni torre è abbinata a un elemento (fuoco, acqua, terra, metallo, luce, oscurità), perciò tra una e le altre ci sono parecchie differenze, sia negli effetti di luce sia nella composizione delle stanze. Ci sono ad esempio stanze piene di lava, altre con cascate d’acqua, e altre con enormi alberi e piante dappertutto.
Per quel che riguarda la musica, il gioco non presenta una colonna sonora originale, vale a dire che non ci sono brani composti esclusivamente per il gioco, ma che utilizza pezzi orchestrali di vario genere, prevalentemente musica classica. Spicca su tutte il Requiem di Verdi. Sono tutte molto belle e si sposano bene con le atmosfere del gioco e dei luoghi visitati all’interno dello stesso.
Longevità e difficoltà
La durata totale di “Pandora’s Tower” è più che sufficiente per un gioco di questo tipo: quattordici o quindici ore circa per arrivare alla fine, un altro paio in più per chi vuole ottenere tutti i finali disponibili.
La cosa però può variare in base alla sensibilità di chi gioca: se il giocatore vuole impedire ogni trasformazione di Elena, è costretto necessariamente a uscire diverse volte da ogni torre prima di completarla. Se invece si va più spediti, facendola trasformare qualche volta a discapito dell’affinità, si possono forse guadagnare un paio di ore sul totale.
La difficoltà del gioco in sé non è molto alta. Qualche torre ha alcuni enigmi che richiedono giusto di fermarsi un po’ a riflettere, ma nulla di troppo complicato. Discorso diverso per i nemici e i boss in particolare. Da metà gioco in poi i nemici diventano più forti e aggressivi, e il giocatore è costretto a rivedere l’equipaggiamento e diventa d’obbligo padroneggiare le tecniche di combattimento principali. Le battaglie con i boss diventano più lunghe e alcuni richiedono strategie precise che ammettono pochissimi errori. Generalmente direi che la difficoltà è media, non adattissima ai principianti di questo tipo di giochi, ma una buona sfida per i giocatori esperti del genere.
Traduzione e localizzazione
Il videogame è stato tradotto interamente nei suoi testi nelle cinque maggiori lingue europee. La traduzione italiana è buona, priva di refusi, anche se basandosi su quella della versione inglese si porta appresso tutti i cambi di nomi fatti in origine, quelli dei protagonisti specialmente. Il doppiaggio è solo in inglese, fatto da un cast con un forte e terribile accento britannico. Sarebbe stato meglio avere la possibilità di avere anche la traccia audio giapponese. Peccato.
Conclusioni
Tirando le somme, “Pandora’s Tower” è un buon gioco sotto quasi tutti i suoi aspetti, ma non è privo di difetti che influenzano il giudizio complessivo. La storia potenzialmente interessante è raccontata a un ritmo molto lento e inizia a diventare interessante solo una volta superata la prima metà del gioco.
L’esplorazione delle torri con un tempo limite è un altro fattore controverso. Per quanto la cosa aggiunga una certa adrenalina, può essere spesso più un fastidio che altro. Più volte si è costretti a dover interrompere l’esplorazione spesso davanti alla porta del boss perché ormai il timer è agli sgoccioli.
A questi fattori fanno da contro un design generale ispirato e delle belle atmosfere nei vari livelli.
Non è uno di quei giochi imperdibili, ma è valido, e per chi è appassionato di questo genere di videogame è sicuramente meritevole di essere provato.
Trama
La storia ha per protagonisti un ragazzo e una ragazza, Aeron ed Elena (Ende e Seres nella versione originale giapponese). I due sono fuggiti dal loro paese perché la ragazza è stata colpita da una maledizione che la sta trasformando gradualmente in un mostro. Una misteriosa vecchia di nome Mavda (Graia in originale), spiega loro che esiste un modo per rimuovere la maledizione: Elena deve mangiare la carne di dodici mostri conosciuti come Magister. Questi mostri sono i custodi di una fortezza conosciuta come “le Tredici Torri”. Ogni Magister è a capo di una di queste torri. Aeron deve scalare le torri, uccidere i Magister e riportare la carne a Elena. Solo così lei potrà restare umana.
Gameplay
Il gameplay di “Pandora’s Tower” presenta elementi misti tra quelli dei giochi d’azione e quelli dei j-rpg più classici. Aeron è armato inizialmente di una spada (proseguendo nel gioco si ottengono altre armi), con la quale può affrontare i mostri all’interno delle torri, usando attacchi di base, attacchi caricati e combo. L’arma secondaria è invece una catena, che ha diversi utilizzi: può essere usata per attaccare e immobilizzare temporaneamente i nemici, per strappare loro la carne una volta che sono stati sconfitti, e può essere usata come rampino per saltare in zone altrimenti inaccessibili o per azionare leve posizionate troppo lontano.
La maggior parte del gioco si svolge all’interno delle torri. L’obiettivo è sempre quello di arrivare all’ultimo piano e battere il boss che lì risiede. Il problema è che la porta della stanza del boss è sigillata da alcune catene, nelle prime torri da una, proseguendo si arriva fino a quattro catene. Queste enormi catene percorrono tutte le torri e partono da delle particolari stanze. Il giocatore deve trovare il modo di entrare in queste stanze, superando spesso enigmi per creare delle vie d’accesso, e distruggere le catene. Solo dopo aver rotto tutte le catene di una torre, si può affrontare il boss.
A complicare il tutto c’è la maledizione di Elena. La ragazza si trasforma gradualmente in un mostro ogni volta che Aeron è in una torre, e la cosa è indicata da un timer su schermo. La durata del timer è di circa quarantacinque minuti. Per resettare il timer, bisogna costantemente dare carne a Elena. La carne dei boss resetta il timer completamente, la carne dei mostri comuni ha vari livelli di benefici, dipendenti dalla qualità della stessa. Se Elena si trasforma completamente è game over. La barra della trasformazione di Elena ha anche impatto su un altro aspetto del gioco: l’affinità tra lei e Aeron. Per aumentare l’affinità tra i due, il giocatore deve, tra una torre e l’altra, passare del tempo con lei, parlandole e facendole regali di vario tipo. L’affinità influisce direttamente sul finale del gioco. Ci sono cinque possibili finali, e per ottenere il migliore bisogna avere un alto valore di affinità. Se Elena si trasforma anche solo parzialmente, l’affinità scende. La cosa costringe il giocatore a esplorare le torri con una certa fretta, dovendo spesso spezzarle in più sessioni per tornare a dare la carne a Elena e poter riprendere.
Gli elementi in stile j-rpg includono il livello del protagonista, che sale ottenendo esperienza una volta sconfitti i nemici, la possibilità di equipaggiare armature e altri oggetti di difesa o con bonus annessi, e la possibilità di usare oggetti curativi per ripristinare l’energia persa o curare gli stati alterati causati dagli attacchi nemici.
C’è anche la possibilità di comprare oggetti, curativi e da equipaggiare, di crearne di nuovi con l’alchimia, o di riparare i vecchi una volta che finiscono distrutti in battaglia.
Grafica e audio
Graficamente “Pandora’s Tower” se la cava bene pur senza stupire. Va detto subito che la grafica appariva arretrata già nel periodo di uscita originale, dato che non sfrutta al massimo la potenza della console. Il design dei personaggi principali e dei boss però, è buono e ispirato. Meno quello dei nemici comuni, più banali, che includono i classici lupi mostruosi, minotauri, falene giganti e simili. Gli interni delle torri sono invece abbastanza curati nei dettagli. Ogni torre è abbinata a un elemento (fuoco, acqua, terra, metallo, luce, oscurità), perciò tra una e le altre ci sono parecchie differenze, sia negli effetti di luce sia nella composizione delle stanze. Ci sono ad esempio stanze piene di lava, altre con cascate d’acqua, e altre con enormi alberi e piante dappertutto.
Per quel che riguarda la musica, il gioco non presenta una colonna sonora originale, vale a dire che non ci sono brani composti esclusivamente per il gioco, ma che utilizza pezzi orchestrali di vario genere, prevalentemente musica classica. Spicca su tutte il Requiem di Verdi. Sono tutte molto belle e si sposano bene con le atmosfere del gioco e dei luoghi visitati all’interno dello stesso.
Longevità e difficoltà
La durata totale di “Pandora’s Tower” è più che sufficiente per un gioco di questo tipo: quattordici o quindici ore circa per arrivare alla fine, un altro paio in più per chi vuole ottenere tutti i finali disponibili.
La cosa però può variare in base alla sensibilità di chi gioca: se il giocatore vuole impedire ogni trasformazione di Elena, è costretto necessariamente a uscire diverse volte da ogni torre prima di completarla. Se invece si va più spediti, facendola trasformare qualche volta a discapito dell’affinità, si possono forse guadagnare un paio di ore sul totale.
La difficoltà del gioco in sé non è molto alta. Qualche torre ha alcuni enigmi che richiedono giusto di fermarsi un po’ a riflettere, ma nulla di troppo complicato. Discorso diverso per i nemici e i boss in particolare. Da metà gioco in poi i nemici diventano più forti e aggressivi, e il giocatore è costretto a rivedere l’equipaggiamento e diventa d’obbligo padroneggiare le tecniche di combattimento principali. Le battaglie con i boss diventano più lunghe e alcuni richiedono strategie precise che ammettono pochissimi errori. Generalmente direi che la difficoltà è media, non adattissima ai principianti di questo tipo di giochi, ma una buona sfida per i giocatori esperti del genere.
Traduzione e localizzazione
Il videogame è stato tradotto interamente nei suoi testi nelle cinque maggiori lingue europee. La traduzione italiana è buona, priva di refusi, anche se basandosi su quella della versione inglese si porta appresso tutti i cambi di nomi fatti in origine, quelli dei protagonisti specialmente. Il doppiaggio è solo in inglese, fatto da un cast con un forte e terribile accento britannico. Sarebbe stato meglio avere la possibilità di avere anche la traccia audio giapponese. Peccato.
Conclusioni
Tirando le somme, “Pandora’s Tower” è un buon gioco sotto quasi tutti i suoi aspetti, ma non è privo di difetti che influenzano il giudizio complessivo. La storia potenzialmente interessante è raccontata a un ritmo molto lento e inizia a diventare interessante solo una volta superata la prima metà del gioco.
L’esplorazione delle torri con un tempo limite è un altro fattore controverso. Per quanto la cosa aggiunga una certa adrenalina, può essere spesso più un fastidio che altro. Più volte si è costretti a dover interrompere l’esplorazione spesso davanti alla porta del boss perché ormai il timer è agli sgoccioli.
A questi fattori fanno da contro un design generale ispirato e delle belle atmosfere nei vari livelli.
Non è uno di quei giochi imperdibili, ma è valido, e per chi è appassionato di questo genere di videogame è sicuramente meritevole di essere provato.