Recensione
Ranma 1/2
6.5/10
“Ranma ½” è una commedia nata dalla penna di Rumiko Takahashi, una serie che ha imperversato per molto tempo nel panorama degli anime.
Non esiste una vera e propria trama, il tutto parte dal fatto che il protagonista, un ragazzo di nome Ranma Saotome, in seguito a una caduta nelle pozze maledette in Cina si trasforma in ragazza ogni volta che viene a contatto con l’acqua fredda.
In seguito, l’intera vicenda si sviluppa sull’incontro con una serie di personaggi che, per motivi diversi tra loro, è in qualche modo legata a Ranma, spesso condividendo il suo destino di trasformarsi nelle creature più improbabili ogni volta che vengono a contatto con l’acqua, seguendo un formato basato su puntate autoconclusive e piccoli filoni di storie della durata di pochi episodi.
Se a una prima impressione questa serie potrebbe sembrare poco interessante, l’opinione cambia subito dopo aver visto i primi episodi. In essi, infatti, si nota subito la grande capacità dell’autrice di creare situazioni divertenti e capaci di strappare più di una risata allo spettatore, con siparietti comici di ottima fattura e una caratterizzazione dei personaggi che, pur essendo spesso molto accentuata e talvolta surreale, riesce comunque ad attirare l’attenzione e a far suscitare una profonda simpatia verso i protagonisti. Inoltre, essendo comunque incentrata anche sulle arti marziali ed essendo praticamente tutti i personaggi degli ottimi combattenti, si possono anche apprezzare dei buoni scontri più tecnici, accompagnati da altri duelli improntati più sulle stranezze e sulla comicità.
I problemi, però, sorgono con lo scorrere delle puntate. Quello che prima era il punto di forza della serie, infatti, mostra la sua limitatezza, in quanto i personaggi non mostrano mai una vera e propria evoluzione, ma rimangono sempre ancorati alla caratterizzazione iniziale, generando così una lunga ripetizione delle stesse vicende, differenziate soltanto da alcuni particolari talvolta del tutto insignificanti.
Si aggiunga a tutto ciò che, per quanto riguarda la versione italiana, dopo parecchie puntate vengono cambiati improvvisamente praticamente tutti i doppiatori, cosa che a mio avviso è maledettamente fastidiosa. Se a ciò si aggiunge, inoltre, che il doppiaggio è anche meno ispirato in questa seconda fase, si ottiene che l’ultimo filone di puntate scorre molto più lentamente, diventando quasi un peso, e facendo sperare più volte in una fine anticipata della serie.
Verso la fine dell’opera, infine, si comincia a fare sempre più forte la mancanza di una vera e propria trama principale, un obiettivo che accomuni le varie vicende, sebbene faccia sempre da sfondo la speranza dei vari personaggi di trovare una soluzione al loro problema delle varie trasformazioni e siano talvolta inserite delle vicende che richiamano avvenimenti e personaggi precedenti.
In conclusione, “Ranma ½” è una serie che parte davvero bene e invoglia lo spettatore a guardarla con sempre più interesse, catturandolo con dei tempi comici ben ideati e personaggi simpatici e divertenti, ma la cui durata e i problemi analizzati finora fanno sì che l’interesse scemi progressivamente con l’avanzare dell’opera, rendendone la visione completa quasi un’impresa.
Non esiste una vera e propria trama, il tutto parte dal fatto che il protagonista, un ragazzo di nome Ranma Saotome, in seguito a una caduta nelle pozze maledette in Cina si trasforma in ragazza ogni volta che viene a contatto con l’acqua fredda.
In seguito, l’intera vicenda si sviluppa sull’incontro con una serie di personaggi che, per motivi diversi tra loro, è in qualche modo legata a Ranma, spesso condividendo il suo destino di trasformarsi nelle creature più improbabili ogni volta che vengono a contatto con l’acqua, seguendo un formato basato su puntate autoconclusive e piccoli filoni di storie della durata di pochi episodi.
Se a una prima impressione questa serie potrebbe sembrare poco interessante, l’opinione cambia subito dopo aver visto i primi episodi. In essi, infatti, si nota subito la grande capacità dell’autrice di creare situazioni divertenti e capaci di strappare più di una risata allo spettatore, con siparietti comici di ottima fattura e una caratterizzazione dei personaggi che, pur essendo spesso molto accentuata e talvolta surreale, riesce comunque ad attirare l’attenzione e a far suscitare una profonda simpatia verso i protagonisti. Inoltre, essendo comunque incentrata anche sulle arti marziali ed essendo praticamente tutti i personaggi degli ottimi combattenti, si possono anche apprezzare dei buoni scontri più tecnici, accompagnati da altri duelli improntati più sulle stranezze e sulla comicità.
I problemi, però, sorgono con lo scorrere delle puntate. Quello che prima era il punto di forza della serie, infatti, mostra la sua limitatezza, in quanto i personaggi non mostrano mai una vera e propria evoluzione, ma rimangono sempre ancorati alla caratterizzazione iniziale, generando così una lunga ripetizione delle stesse vicende, differenziate soltanto da alcuni particolari talvolta del tutto insignificanti.
Si aggiunga a tutto ciò che, per quanto riguarda la versione italiana, dopo parecchie puntate vengono cambiati improvvisamente praticamente tutti i doppiatori, cosa che a mio avviso è maledettamente fastidiosa. Se a ciò si aggiunge, inoltre, che il doppiaggio è anche meno ispirato in questa seconda fase, si ottiene che l’ultimo filone di puntate scorre molto più lentamente, diventando quasi un peso, e facendo sperare più volte in una fine anticipata della serie.
Verso la fine dell’opera, infine, si comincia a fare sempre più forte la mancanza di una vera e propria trama principale, un obiettivo che accomuni le varie vicende, sebbene faccia sempre da sfondo la speranza dei vari personaggi di trovare una soluzione al loro problema delle varie trasformazioni e siano talvolta inserite delle vicende che richiamano avvenimenti e personaggi precedenti.
In conclusione, “Ranma ½” è una serie che parte davvero bene e invoglia lo spettatore a guardarla con sempre più interesse, catturandolo con dei tempi comici ben ideati e personaggi simpatici e divertenti, ma la cui durata e i problemi analizzati finora fanno sì che l’interesse scemi progressivamente con l’avanzare dell’opera, rendendone la visione completa quasi un’impresa.