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6.5/10
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Si dice che il gatto abbia nove vite, ma nel mercato dei videogiochi c’è chi ribatterebbe con un riccio quale animale dato più volte per morto, pronto sempre a risorgere dopo essere stato schiacciato da un tir in corsa, di quelli con rimorchio, dodici ruote in totale. Ogni ruota rappresenta un gioco brutto rappresentante questo schivo riccio, che è veloce, è il più veloce esistente e quindi schiva i suoi fallimenti, con una agilità che un felino può solo sognare.

C’è stato un tempo in cui il porcospino, che è di colore blu e porta il nome di Sonic, dominava il mercato dei videogiochi; nel 1993 nessun collega in pixel, neanche il suo più illustre rivale, poteva vantare una partecipazione alla Macy’s Thanksgiving Day Parade di New York, con questo enorme riccio gonfiabile blu che sfiorava i grattacieli della Grande Mela, la sua fama sembrava inarrestabile e dalle parti di Sega il passatempo preferito era contare i soldi. Proprio durante la prima trionfale parata però, il grande riccio blu si incastrò in un lampione, ferendo pure un poliziotto. Con il senno di poi questo incidente assume i connotati di un oscuro presagio.
Sonic the Hedgehog, che si trovava così a suo agio nelle due dimensioni, non riesce a ritrovare la perfetta formula nel momento cui il mercato impone il passaggio ai mondi poligonali; una libertà non richiesta che Sonic, prigioniero della sua velocità e che esige geometrie perfette, sembra ripudiare, portandolo ad una crisi di identità che lo affliggerà a lungo.
Le vendite però continueranno a premiarlo e il percorso del Sonic Team, tra pochi alti (Adventure, Advance, Rush, Colors, Generations) e tanti bassi (tutti gli altri), porta alla fine ad una scissione: Classic Sonic e Modern Sonic. Con Sonic Generations (2011), episodio che celebra il ventennale del personaggio, Sonic Team sfrutta un escamotage narrativo sui mondi paralleli per far incontrare i due Sonic, proponendo una formula ibrida 2D e 3D in alternanza nei singoli livelli (Act 1 in 2D, e Act 2 in 3D). Nonostante alcune inevitabili imperfezioni, l’idea piace e Generations viene oggi considerato il miglior Sonic del travagliato dopo-Dreamcast, che però si dimostra ben presto un fuoco di paglia poiché viene seguito dai modesti Lost World e Boom, facendo di nuovo precipitare il franchise nella mediocrità.

Sonic Team torna quindi sui suoi passi e fin dai primi trailer di “Sonic Project 2017” fu chiaro che il modello di riferimento era di nuovo Generations: nei piani di Sega per i 25 anni il rilancio passa quindi su un doppio binario con un nuovo capitolo realizzato interamente in grafica 2D classica, Sonic Mania, e un Sonic ibrido 3D, questo tra timore e speranza. Il primo riesce perfettamente e viene accolto come una delle sorprese dell’estate 2017 mentre il secondo, rinominato nel frattempo Sonic Forces, nonostante tutte le buone intenzioni trova purtroppo di nuovo delle difficoltà.

Eggman ha vinto.
Ebbene sì, alla fine dopo decine di tentativi, il malefico scienziato ha sconfitto Sonic e conquistato buona parte del mondo, grazie ad una squadra composta da alcuni dei più temibili nemici di Sonic (Metal, Chaos, Zavok e a sorpresa Shadow), e soprattutto ad una nuova misteriosa creatura: Infinite. Il nostro eroe viene sopraffatto dal potere di Infinite, che sembra scaturire da uno Smeraldo color scarlatto, e viene così imprigionato sul Dreath Egg, la stazione spaziale di Eggman. Senza Sonic, il suo alleato di sempre Tails non trova la forza per contrapporsi alle armate di Eggman e fa perdere le sue tracce, lasciando a Knuckles il compito di organizzare una resistenza con tutti gli alleati rimasti. Passa un anno e la situazione sembra disperata, ma una nuova recluta si unisce alla Resistenza e Knuckles decide di passare al contrattacco per liberare Sonic, che sia questa, rinominata “Spina”, l’ultima speranza dell’umanità?

Aspettarsi dialoghi sopraffini e intrecci narrativi in un gioco come Sonic sarebbe alquanto pretenzioso. Tuttavia rispetto ad alti suoi colleghi, fin dal suo esordio sul Dreamcast, laddove ha proferito per la prima volta parola, il “Sonic Moderno” non si è più risparmiato in minutaggio dialettico, a volte anche eccedendo insieme al suo petulante amico con due code e facendo, di tanto in tanto, rimpiangere il loro bellissimo mutismo in era Mega Drive, come ci ha recentemente ricordato Sonic Mania, totalmente scevro di cut-scene.
Non che sia un male conferire caratterizzazione cartoon a determinati personaggi, specie se all’opera ci sono alcuni tra i migliori doppiatori sulla piazza e se si ha tra le mani un personaggio comunque multimediale e indirizzato anche ai più giovani, ma se per Sonic Team “caratterizzare” si traduce in tonnellate di “dobbiamo fermare la guerra”, “Eggman la pagherà cara”, “sei la nostra unica speranza” in un martellamento di banalità vocali nel mentre che vorresti solo goderti il gioco e le giravolte allora la cosa rischia di diventare ridondante o addirittura insopportabile. Fortunatamente è possibile zittire la radio tramite le opzioni, altrimenti in un gioco che per sua stessa natura richiede il ripercorrere gli stessi livelli, più e più volte, sentire ogni volta “dobbiamo fermare la guerra”, “Eggman la pagherà cara”, “sei la nostra unica speranza”, sarebbe stato a dir poco letale.

Questo è uno (e purtroppo non unico) dei problemi di Sonic Forces, che potrebbe essere preso come un parere soggettivo, ma davvero sfido chiunque a considerare la componente narrativa dell'ultimo Sonic, vagamente riuscita. Lo stesso antagonista Infinite, che tante teorie ha generato nei mesi passati (incluso il presunto ma a questo punto neanche smentito collegamento con il vero finale di Sonic Mania), ad ogni apparizione non fa che riempirsi la bocca di frasi fatte sul suo immenso potere, su quanto lui sia forte e noi delle mezze seghe, salvo poi fare la figura del fesso non appena tale effimero potere viene meno.

Meglio quindi concentrarsi sul gioco, allora, nella speranza che la situazione, almeno su questo versante, migliori. Come noto Sonic Forces permette la creazione di un avatar attraverso un editor, inizialmente basilare ma che con i vari sbloccabili raggiungerà una personalizzazione apprezzabile, considerato che si ha a disposizione una manciata razze di animali antropomorfi. L’avatar creato diviene terzo protagonista giocabile da affiancare ai due Sonic, portando quindi la duplice formula di Sonic Generations verso uno stadio ulteriore, proponendo tre tipi di gameplay: i livelli con il Sonic Classico, i livelli con il Sonic Moderno e i livelli con l’Avatar.
Sulla carta l’idea sembra interessante e un modo coraggioso per svecchiare la formula ormai abusata dei Sonic “rail road”, non fosse che ognuno di essi presenta dei problemi non da poco. Il Sonic Moderno, innanzitutto, tende a finire i livelli da solo, in un tripudio sì di vorticante velocità ma anche di sgradevole sensazione di autopilota, che ti fanno pensare “ok tutto bello ma quando viene il mio turno?”, giusto il tempo di vedere il nostro eroe sfrecciare verso il traguardo dopo due minuti scarsi al massimo. La brevità dei livelli, l’inutilità dei nemici (puro metallo da macello per l’inafferrabile riccio) e alcuni Quick Time Event (esistono ancora?) a prova di scimmia rendono le fasi del Sonic Moderno a tratti soporifere, più che adrenaliniche, che migliorano solo nel momento in cui saremo impegnati a staccare il traguardo entro il minuto servendoci delle migliori scorciatoie.

Appare quindi chiaro che dal disastroso capitolo del 2006, Sonic Team abbia un certo timore nel tornare ad un approccio maggiormente Adventure, più volte richiesto, ma non è fossilizzandosi nella struttura a corridoi e limitando il più possibile il ruolo e la libertà del giocatore, onde evitare bug, che si risolve la situazione.

Al Sonic Classico non va tanto meglio, ma qui il problema è la fisica di gioco: la gestione di salti e frizione appare immediatamente diversa rispetto a quella, ottimale, di Sonic Mania. Persino le molle (una cosa che proprio non dovrebbe essere toccata) funzionano in modo diverso, dato che non si riesce a dare a Sonic la giusta direzione in aria. Ad un’analisi poco attenta tali aspetti possono sembrare marginali o impercettibili, ma un giocatore esperto dei Sonic the Hedgehog 2D, colui che finito il gioco punta ai migliori tempi e ai gradi S (valutazione qui abbastanza facile da ottenere, mentre i tempi delle sfide sono come al solito discretamente stretti), sa quanto sia importante l’applicazione geometrica al livello, che sprona a studiare ogni singolo salto e la posizione di ogni singolo nemico sovente da sfruttare per arrivare alle zone alte.
La struttura di Sonic è unica (salvo alcune imitazioni, si veda l’ottimo Freedom Planet), la quale rende poco sensato un confronto con platform totalmente diversi, come fanno in troppi, ma proprio per questo solo una perfetta affinità ai canoni di programmazione della serie classica abbinata ad un level design ispirato ne garantisce la riuscita, e fa strano pensare che un gruppo di programmatori indipendenti, artefici di Sonic Mania, abbia studiato e riprodotto il Sonic 2D con un’assoluta meticolosità e conoscenza che invece il Sonic Team sembra paradossalmente avere nel tempo rimosso.

Rimangono quindi i livelli dedicati all’avatar da esaminare, dove in questi casi Sonic Forces mostra una personalità decisamente più marcata. In cambio dell'assenza del dash tipico di Sonic, il nostro avatar ha a disposizione un rampino per agganciare nemici e bersagli di natura ambientale, rendendolo in grado di muoversi con un’agilità non inferiore a quella del porcospino. Ma soprattutto l’avatar potrà equipaggiare dei gadget, chiamati Wispon, catalogabili in vari tipi e che conferiscono effetti diversi, sia di attacco che di supporto. Il Wispon di fuoco per esempio è un lanciafiamme ma come seconda opzione, una volta raccolta l’energia disseminata per i livelli, permette di effettuare più salti tramite una forza propulsiva; quello del fulmine si tramuta in una poderosa frusta elettrica e all’occorrenza funge da calamita attraverso le sequenze di anelli, permettendoci di raggiungere zone e ring stella altrimenti inaccessibili.

Ci sono altri tipi di Wispon, capaci di sparare vortici e onde d’urto e che rendono il nostro avatar una sorta di Dio sceso in terra, ed è questo l’unico vero difetto dei livelli avatar, le buone intenzioni nel donare varietà al gioco non hanno coinciso con l'implementazione di meccaniche stimolanti atte ad avvalorarle. Per non parlare in quei (pochi) livelli in cui si utilizzano sia Sonic che l’avatar insieme: in quel caso possiamo metterci l’anima in pace e bere qualcosa, non ci sarà nulla in grado di fermarci, come lo stesso Sonic ci suggerisce.

I trenta livelli che compongono la storia di Sonic Forces di esauriscono nell’arco di 4/5 ore, a cui si aggiungono alcuni livelli extra e il DLC gratuito dedicato a Shadow ad alzare di poco un a longevità non proprio esaltante. Che di per sé non sarebbe un problema per Sonic se, come detto, avesse vantato una cura maggiore, invece di mettere in piedi un vero e proprio minestrone di quanto visto nella serie negli ultimi 10 anni (fortunatamente manca il Sonic Mannaro di Unleashed). Basti vedere la gestione dei collezionabili; ai 5 Star Ring già visti in Generations, se ne aggiungono di ulteriori da prendere in sequenza..ma che appaiono solo dopo aver raccolto quelli a Stella. Finito? Macché, poi ci sono i Silver Moon Ring. Insomma i collezionabili gestiti in questo modo sono un palese e un po’ bislacco metodo per farci ripetere gli stessi livelli e aumentare forzatamente la longevità del gioco, su cui Sega ha avuto almeno l’onestà, una volta appurato il risultato, di piazzare un prezzo budget.

Almeno tecnicamente Sonic Forces non delude, alcune ambientazioni sono talmente belle che è davvero un peccato vedersele passare davanti in una manciata di minuti, il tutto alla solidità dei 60 frame al secondo (30 su Switch, la versione da evitare). Ma il comparto migliore dell’ultimo Sonic, che ha trovato tutti d’accordo, è la colonna sonora, la quale dalla mitica “Escape from the City” di memoria Dreamcast continua la tradizione delle insert song, che siano rock (“Fist Bump”) o dai ritmi dance (“Aqua Road”, “Spaceport”, “Imperial Tower”) sono una più trascinante dell’altra. In particolare l’instant hit del tema di Infinite, che conta qualcosa come 3,3 milioni di visualizzazioni nel suo video ufficiale di Youtube (a cui si dovrebbero aggiungere i numeri di quelli non ufficiali, cover, remix annessi e connessi) è la dimostrazione dell’occasione mancata di Sonic Forces per un vero rilancio del personaggio, dopo l’apprezzato Mania, se solo Sonic Team avesse dedicato al gioco la stessa cura riposta nella soundtrack.