Recensione
Steins;Gate Elite
9.0/10
Recensione di GianniGreed
-
“Steins;Gate” è una visual novel, uscita originariamente nel 2009, sviluppata dalle software house 5pb e Nitroplus, inizialmente per XBox 360, e successivamente su quasi tutte le console del periodo (PSP, PS3, PSVita, PC, e perfino IOS e Android). Fa parte, insieme a “Chaos; Head” e “Robotic;Notes” della serie “Science Adventure”, ed è considerata quasi all’unanimità, una delle migliori visual novel mai realizzate. “Steins;Gate” ha avuto enorme successo in Giappone e nel resto del mondo, e la cosa ha portato alla creazione di videogame spin-off, vari manga, alcuni basati sul gioco e altri con storie inedite, un adattamento anime, con successivo film cinematografico, drama cd, art book, action figures, e altro merchandise vario, e ovviamente un sequel, “Steins;Gate 0”, trasposto anche questo in una serie anime.
E proprio la serie anime è alla base di questa versione “Elite” di “Steins;Gate”. Si tratta infatti di una versione remastered del gioco, realizzata sostituendo i disegni della versione originale, realizzati dal bravo artista Huke, con disegni e spezzoni video presi proprio dall’adattamento anime del 2011. La storia è invece, ovviamente, rimasta la stessa.
Protagonista è Rintaro Okabe, Okarin per gli amici, un ragazzo appassionato di scienza, autoproclamatosi “mad scientist”, che insieme ai suoi amici, la dolce ma un po’ stramba Mayuri, e l’abile hacker otaku Daru, passa il suo tempo a creare strani oggetti nel suo “laboratorio di gadget futuristici”, ad Akihabara. Un giorno d’estate, Okabe si reca a una conferenza sui viaggi nel tempo, ma nel palazzo sede dell’evento, scopre il cadavere di una ragazza uccisa. Spaventato dalla cosa, Okabe scappa, ma invia una mail con il suo cellulare all’amico Daru per fargli sapere cosa ha visto. Quello che Okabe non immagina, è che con quella mail, ha attivato involontariamente qualcosa che l’ha portato su un'altra linea temporale, dove con sua enorme sorpresa, la ragazza morta, Kurisu Makise, è invece ancora viva. Okabe decide quindi, con l’aiuto proprio di Makise, di indagare e scoprire l’origine dello strano fenomeno, ma le scoperte che i due faranno, avranno enormi e pericolose conseguenze per loro e i loro amici.
Il gameplay di “Steins;Gate Elite” è quello tipico della visual novel: si legge tanto testo, e occasionalmente si compiono scelte. Queste scelte influenzano la storia, portando a diversi finali, la storia ne ha sei, cinque sono quelli alternativi e l’ultimo è il vero finale. Ciò che differenzia “Steins;Gate” dalle altre visual novel, è il modo con il quale si fanno le scelte: mentre di solito nelle visual novel le scelte sono messe spesso a tutto schermo, facendo capire al giocatore che è il momento di prendere una decisione, in “Steins;Gate” ciò avviene in modo molto meno esplicito, quasi nascosto. Le scelte vanno fatte attraverso il cellulare del protagonista, che in alcuni punti della storia riceve mail o telefonate da parte degli altri personaggi. In base a quello che si sceglie come risposta ai messaggi, si determina la reazione e l’affinità verso le ragazze del gioco, e si attivano le varie flag necessarie all’avviamento delle loro route. Anche con le telefonate il discorso è simile: il protagonista riceve alcune chiamate, e sta al giocatore decidere se rispondere o no, o alcune volte decidere se telefonare o no a qualcuno degli altri personaggi. Dei gesti quindi apparentemente di poco peso, si rivelano essere importantissimi nella storia del gioco. Il problema maggiore di questo sistema di gioco è però, il fatto che rende il giocatore davvero poco attivo, solo uno spettatore della storia che si dipana, senza avere nessun controllo sulla stessa. Quest’aspetto risalta ancora di più in questa versione “Elite” del gioco, perché a differenza dell’originale, è stata rimossa la possibilità di estrarre il cellulare in qualunque momento, per non spezzare il flusso delle scene in corso. Adesso il cellulare compare automaticamente in pochissimi punti chiave, lasciando al giocatore pochissima libertà di azione.
Venendo agli aspetti tecnici, il discorso è abbastanza semplice. Non si può valutare il gioco dal punto di vista della grafica, perché non esiste una vera grafica. Tutto l’aspetto visivo del gioco è letteralmente la serie anime. Lo stile di disegno usato per la serie è diverso da quello dei giochi originali, ad alcuni piace di più, altri preferiscono lo stile del gioco, è una cosa totalmente soggettiva. Va però detto che i creatori di questa nuova versione, non si sono limitati a mettere le puntate dell’anime nel gioco, ma hanno dovuto lavorare molto di taglio e cucito. La versione originale di “Steins;Gate” infatti ha un numero di dialoghi molto maggiore rispetto a quelli dell’anime, ad esempio perché ci sono tutti i monologhi interni di Okabe, le sue descrizioni di persone, luoghi, oggetti, ecc. Perciò i realizzatori di questa versione hanno dovuto fare combaciare le scene dell’anime con il testo originale del gioco. Alcune volte quindi capita che le scene si fermino, a mo’ di fermo immagine, o altre volte si ripetono in loop, finché il dialogo non prosegue. Sono cose che inizialmente possono sembrare fastidiose ma ci si fa l’abitudine. Il lavoro fatto è comunque molto buono, al punto che, se chi gioca non avesse mai visto l’anime, potrebbe pensare tranquillamente che il tutto sia stato concepito già così in origine. E non è da dimenticare il fatto che questa versione del gioco presenta scene anime inedite, realizzate apposta per l’occasione dallo studio White Fox (che aveva appunto lavorato sull’adattamento anime) per le route e finali alternativi che nella serie anime non erano presenti.
L’audio invece è riciclato dalla versione originale del gioco. Il gioco infatti NON è stato ridoppiato, ma semplicemente, i realizzatori hanno usato la stessa traccia audio del vecchio gioco. Stesso discorso per tutte le musiche della colonna sonora, che sono esattamente le stesse, tutte molto belle e perfettamente azzeccate alle atmosfere del gioco. Fanno eccezione solo i brani cantati da Kanako Ito, che non sono presenti, sostituiti però da una nuova canzone, eseguita sempre da Ito.
Come per la versione originale, l’audio è solo in giapponese, mentre tutti i testi sono in inglese.
Completare “Steins;Gate Elite”, richiede all’incirca una media di quaranta ore di gioco, esattamente come l’originale, per arrivare al true end. Una durata parecchie volte superiore a quella visione dell’intera serie anime. La lunghezza del gioco non è un difetto in sé, anzi, la storia è molto bella, ben scritta, e appassionante. Il problema però è che ci mette troppo a ingranare e diventare interessante. Della durata totale del gioco, quasi venti ore si passano assistendo a scene apparentemente inutili con Okabe e gli altri personaggi che parlano di strane teorie, fanno improbabili esperimenti, ma senza che nulla sembra avere senso. Poi dopo venti ore di gioco, nella storia succede una cosa, QUELLA cosa, ed è lì che il tutto inizia finalmente ad avere senso e a essere coinvolgente ed emozionante, e diventa davvero difficile staccarsi dallo schermo. Insomma, bisogna essere pazienti, e per quelli che lo sono, la ricompensa è una delle migliori storie di fantascienza mai scritte. Qualche ora in meno per arrivare alla parte interessante del gioco, però, non avrebbe fatto male.
La domanda più grossa cui dare risposta comunque è: perché comprare e giocare “Steins;Gate Elite”?
La risposta è una: chi ha visto solo l’anime, e ne ha apprezzato la storia, può con questa versione riscoprirne il fascino originale, e assistere a tutte le scene che nell’adattamento anime vennero rimosse.
Per quelli che invece hanno già giocato la versione originale, e magari visto anche l’anime, non ci sono veri motivi per rigiocarlo, a meno che non si amino i personaggi e la loro storia. Un ulteriore incentivo possono essere i due giochi inseriti come extra, due spin-off del gioco originale: “Linear Bounded Phenogram” (allegato alla versione PS4, PSVita e PC) e “8-bit ADV Steins;Gate” allegato alla versione per Nintendo Switch, che finora erano disponibili solo in Giappone, ed escono in quest’occasione tradotti per la prima volta.
“Steins;Gate Elite” è una delle migliori visual novel mai realizzate, è questa nuova versione è l’occasione giusta per scoprire o riscoprire la storia originale, con l’ausilio delle scene prese dall’ottimo adattamento anime. Per i fan della buona animazione, ma soprattutto per gli appassionati di fantascienza, è davvero un’opera imperdibile e da avere nella propria collezione.
E proprio la serie anime è alla base di questa versione “Elite” di “Steins;Gate”. Si tratta infatti di una versione remastered del gioco, realizzata sostituendo i disegni della versione originale, realizzati dal bravo artista Huke, con disegni e spezzoni video presi proprio dall’adattamento anime del 2011. La storia è invece, ovviamente, rimasta la stessa.
Protagonista è Rintaro Okabe, Okarin per gli amici, un ragazzo appassionato di scienza, autoproclamatosi “mad scientist”, che insieme ai suoi amici, la dolce ma un po’ stramba Mayuri, e l’abile hacker otaku Daru, passa il suo tempo a creare strani oggetti nel suo “laboratorio di gadget futuristici”, ad Akihabara. Un giorno d’estate, Okabe si reca a una conferenza sui viaggi nel tempo, ma nel palazzo sede dell’evento, scopre il cadavere di una ragazza uccisa. Spaventato dalla cosa, Okabe scappa, ma invia una mail con il suo cellulare all’amico Daru per fargli sapere cosa ha visto. Quello che Okabe non immagina, è che con quella mail, ha attivato involontariamente qualcosa che l’ha portato su un'altra linea temporale, dove con sua enorme sorpresa, la ragazza morta, Kurisu Makise, è invece ancora viva. Okabe decide quindi, con l’aiuto proprio di Makise, di indagare e scoprire l’origine dello strano fenomeno, ma le scoperte che i due faranno, avranno enormi e pericolose conseguenze per loro e i loro amici.
Il gameplay di “Steins;Gate Elite” è quello tipico della visual novel: si legge tanto testo, e occasionalmente si compiono scelte. Queste scelte influenzano la storia, portando a diversi finali, la storia ne ha sei, cinque sono quelli alternativi e l’ultimo è il vero finale. Ciò che differenzia “Steins;Gate” dalle altre visual novel, è il modo con il quale si fanno le scelte: mentre di solito nelle visual novel le scelte sono messe spesso a tutto schermo, facendo capire al giocatore che è il momento di prendere una decisione, in “Steins;Gate” ciò avviene in modo molto meno esplicito, quasi nascosto. Le scelte vanno fatte attraverso il cellulare del protagonista, che in alcuni punti della storia riceve mail o telefonate da parte degli altri personaggi. In base a quello che si sceglie come risposta ai messaggi, si determina la reazione e l’affinità verso le ragazze del gioco, e si attivano le varie flag necessarie all’avviamento delle loro route. Anche con le telefonate il discorso è simile: il protagonista riceve alcune chiamate, e sta al giocatore decidere se rispondere o no, o alcune volte decidere se telefonare o no a qualcuno degli altri personaggi. Dei gesti quindi apparentemente di poco peso, si rivelano essere importantissimi nella storia del gioco. Il problema maggiore di questo sistema di gioco è però, il fatto che rende il giocatore davvero poco attivo, solo uno spettatore della storia che si dipana, senza avere nessun controllo sulla stessa. Quest’aspetto risalta ancora di più in questa versione “Elite” del gioco, perché a differenza dell’originale, è stata rimossa la possibilità di estrarre il cellulare in qualunque momento, per non spezzare il flusso delle scene in corso. Adesso il cellulare compare automaticamente in pochissimi punti chiave, lasciando al giocatore pochissima libertà di azione.
Venendo agli aspetti tecnici, il discorso è abbastanza semplice. Non si può valutare il gioco dal punto di vista della grafica, perché non esiste una vera grafica. Tutto l’aspetto visivo del gioco è letteralmente la serie anime. Lo stile di disegno usato per la serie è diverso da quello dei giochi originali, ad alcuni piace di più, altri preferiscono lo stile del gioco, è una cosa totalmente soggettiva. Va però detto che i creatori di questa nuova versione, non si sono limitati a mettere le puntate dell’anime nel gioco, ma hanno dovuto lavorare molto di taglio e cucito. La versione originale di “Steins;Gate” infatti ha un numero di dialoghi molto maggiore rispetto a quelli dell’anime, ad esempio perché ci sono tutti i monologhi interni di Okabe, le sue descrizioni di persone, luoghi, oggetti, ecc. Perciò i realizzatori di questa versione hanno dovuto fare combaciare le scene dell’anime con il testo originale del gioco. Alcune volte quindi capita che le scene si fermino, a mo’ di fermo immagine, o altre volte si ripetono in loop, finché il dialogo non prosegue. Sono cose che inizialmente possono sembrare fastidiose ma ci si fa l’abitudine. Il lavoro fatto è comunque molto buono, al punto che, se chi gioca non avesse mai visto l’anime, potrebbe pensare tranquillamente che il tutto sia stato concepito già così in origine. E non è da dimenticare il fatto che questa versione del gioco presenta scene anime inedite, realizzate apposta per l’occasione dallo studio White Fox (che aveva appunto lavorato sull’adattamento anime) per le route e finali alternativi che nella serie anime non erano presenti.
L’audio invece è riciclato dalla versione originale del gioco. Il gioco infatti NON è stato ridoppiato, ma semplicemente, i realizzatori hanno usato la stessa traccia audio del vecchio gioco. Stesso discorso per tutte le musiche della colonna sonora, che sono esattamente le stesse, tutte molto belle e perfettamente azzeccate alle atmosfere del gioco. Fanno eccezione solo i brani cantati da Kanako Ito, che non sono presenti, sostituiti però da una nuova canzone, eseguita sempre da Ito.
Come per la versione originale, l’audio è solo in giapponese, mentre tutti i testi sono in inglese.
Completare “Steins;Gate Elite”, richiede all’incirca una media di quaranta ore di gioco, esattamente come l’originale, per arrivare al true end. Una durata parecchie volte superiore a quella visione dell’intera serie anime. La lunghezza del gioco non è un difetto in sé, anzi, la storia è molto bella, ben scritta, e appassionante. Il problema però è che ci mette troppo a ingranare e diventare interessante. Della durata totale del gioco, quasi venti ore si passano assistendo a scene apparentemente inutili con Okabe e gli altri personaggi che parlano di strane teorie, fanno improbabili esperimenti, ma senza che nulla sembra avere senso. Poi dopo venti ore di gioco, nella storia succede una cosa, QUELLA cosa, ed è lì che il tutto inizia finalmente ad avere senso e a essere coinvolgente ed emozionante, e diventa davvero difficile staccarsi dallo schermo. Insomma, bisogna essere pazienti, e per quelli che lo sono, la ricompensa è una delle migliori storie di fantascienza mai scritte. Qualche ora in meno per arrivare alla parte interessante del gioco, però, non avrebbe fatto male.
La domanda più grossa cui dare risposta comunque è: perché comprare e giocare “Steins;Gate Elite”?
La risposta è una: chi ha visto solo l’anime, e ne ha apprezzato la storia, può con questa versione riscoprirne il fascino originale, e assistere a tutte le scene che nell’adattamento anime vennero rimosse.
Per quelli che invece hanno già giocato la versione originale, e magari visto anche l’anime, non ci sono veri motivi per rigiocarlo, a meno che non si amino i personaggi e la loro storia. Un ulteriore incentivo possono essere i due giochi inseriti come extra, due spin-off del gioco originale: “Linear Bounded Phenogram” (allegato alla versione PS4, PSVita e PC) e “8-bit ADV Steins;Gate” allegato alla versione per Nintendo Switch, che finora erano disponibili solo in Giappone, ed escono in quest’occasione tradotti per la prima volta.
“Steins;Gate Elite” è una delle migliori visual novel mai realizzate, è questa nuova versione è l’occasione giusta per scoprire o riscoprire la storia originale, con l’ausilio delle scene prese dall’ottimo adattamento anime. Per i fan della buona animazione, ma soprattutto per gli appassionati di fantascienza, è davvero un’opera imperdibile e da avere nella propria collezione.