Recensione
Super Lovers
6.5/10
La recensione contiene spoiler sul primo volume.
Haru è figlio di una importante fisica e ha vissuto con lei tra le montagne del Canada fino all’età di 8 anni, poi si è trasferito in Giappone col padre, risposatosi con una donna dalla quale ha due gemelli, Aki e Shima.
A 17 anni Haru viene chiamato in Canada dalla madre per aiutarla ad accudire un bimbo di 8 anni orfano da lei accolto, Ren. Ren è stato trovato due anni prima privo di sensi e non ha alcun ricordo a parte la sua età e il suo nome. Passata l’estate, i genitori vanno a prendere Haru in aeroporto, ma sulla strada del ritorno fanno un incidente. I genitori muoiono, Haru entra in coma e perde i ricordi degli ultimi mesi. Per qualche tempo viene lasciato in un istituto perché i nonni di Aki e Shima rifiutano di prendersi cura di lui. Verrà a breve cacciato dall’istituto per essere andato a letto con un’infermiera della struttura. Cinque anni dopo Ren si trasferisce in Giappone per vivere con Haru: salta fuori infatti che i genitori dei gemelli lo avevano adottato tre mesi prima della morte. I gemelli vivono coi nonni materni, Haru vive da solo e mantiene sè e i fratelli facendo l’host con lo pseudonimo Natsu.
Seppur non si possa certo dire che il manga sia un fine trattato di psicologia, inizialmente la storia si regge abbastanza bene sulle personalità dei due fratelli. Haru passa un'infanzia turbolenta, caratterizzata dalla presenza di una madre che non ha mai dimostrato affetto né a lui né al padre, e viene derubato dell'adolescenza, costretto a crescere troppo presto per poter sopravvivere; diventa un adulto dall'apparenza affettuosa e premurosa con tutti, maschera che serve però a occultare un terribile senso di colpa e un modo malsano e ambiguo di vivere i rapporti con gli altri. Ren è un ragazzino inadatto alla vita, incapace di avere relazioni umane perchè estremamente genuino e non in grado di filtrare i propri sentimenti ed emozioni, sia positivi che negativi. Haru vede quindi in Ren un cucciolo di cui prendersi cura e dedicarsi profondamente, attraverso il quale, probabilmente, espiare il proprio senso di colpa. Ren è dal canto suo conquistato dalla dedizione di Haru e dalla sua tenacia nel sopportarlo.
La storia gira, ovviamente, attorno al bizzarro rapporto tra Haru e Ren. Ren, quando incontra Haru in Giappone, ha già ben chiari i propri sentimenti per quest'ultimo, che poco hanno a che fare con un amore fraterno, seppur conscio di apparire ai suoi occhi (come è plausibile che sia) solo come un bambino e un fratellino. Farà quindi quanto è in suo potere per diventare qualcosa di più per il fratello, mentre Haru (che non ci metterà molto a rendersi conto di non disdegnare il sentimento di Ren) cercherà di frenare i propri istinti, sia perché sa di dover mantenere il proprio ruolo di tutore, sia perché conscio della marcata differenza di età.
Se all'inizio il fumetto è un alternarsi di avvicinamenti e allontanamenti tra i due ragazzi che devono esplorare i propri sentimenti e riuscire ad accantonare i loro dolorosi passati, ovviamente non senza una manciata di scenette pruriginose, quando sia loro che gli altri personaggi prendono atto del loro sentimento amoroso la storia prende una piega decisamente meno interessante, diventando semplicemente "Le cronache della famiglia Kaido". Il fumetto di riduce a una carrellata di eventi di nessuna importanza e di nessun interesse; una volta arriva un compagno di classe nuovo, una volta il cane sta male, una volta compare una ex cliente o ex collega di Haru, si ripetono ciclicamente le gag di Ren che fa domande inopportune sulla sessualità agli adulti, di Haru che fa il fratello appiccicoso, del parente di turno che sorprende i due a pomiciare sul divano. La relazione dei ragazzi resta incastrata: i due ragazzi si amano, lo sanno tutti, ma non possono fare sesso perchè Haru si fa problemi per via dell'età di Ren. Ogni tanto uno dei due si fa una nuova e inutile turba sul loro rapporto, ignora l'altro per giorni, forse litigano e poi la situazione si risolve con una scenetta affettuosa o sessuale. La sceneggiatura non sembra più progettata, l’evoluzione dei due ragazzi pianificata, ma l’impressione è che l’autrice inventi di volta in volta un nuovo capitolo per allungare il brodo ma senza voler andare a parare da nessuna parte. Perfino le effusioni tra i due bei ragazzi perdono di mordente: all’inizio hanno i connotati del rapporto ambiguo e della relazione proibita, a un certo punto si passa il tempo a chiedersi perché i due non “concretizzino” visto che Ren non è più così piccolo e la loro relazione è nota a tutti.
Il risultato è che la storia dei due ragazzi diventa noiosa e frustrante, la si legge per inerzia e si comincia a provare più interesse per le vicende degli altri personaggi, che forse qualcosina da raccontare ce l’hanno.
Il motivo per cui avevo scelto di avvicinarmi a questo fumetto, ossia la lunghezza e quindi la possibilità di approfondire le relazioni molto più di quanto non si faccia nei soliti volumi unici, è diventato di fatto il suo peggior difetto. Allo stato attuale della storia: sufficienza abbondante, ma niente di più.
Haru è figlio di una importante fisica e ha vissuto con lei tra le montagne del Canada fino all’età di 8 anni, poi si è trasferito in Giappone col padre, risposatosi con una donna dalla quale ha due gemelli, Aki e Shima.
A 17 anni Haru viene chiamato in Canada dalla madre per aiutarla ad accudire un bimbo di 8 anni orfano da lei accolto, Ren. Ren è stato trovato due anni prima privo di sensi e non ha alcun ricordo a parte la sua età e il suo nome. Passata l’estate, i genitori vanno a prendere Haru in aeroporto, ma sulla strada del ritorno fanno un incidente. I genitori muoiono, Haru entra in coma e perde i ricordi degli ultimi mesi. Per qualche tempo viene lasciato in un istituto perché i nonni di Aki e Shima rifiutano di prendersi cura di lui. Verrà a breve cacciato dall’istituto per essere andato a letto con un’infermiera della struttura. Cinque anni dopo Ren si trasferisce in Giappone per vivere con Haru: salta fuori infatti che i genitori dei gemelli lo avevano adottato tre mesi prima della morte. I gemelli vivono coi nonni materni, Haru vive da solo e mantiene sè e i fratelli facendo l’host con lo pseudonimo Natsu.
Seppur non si possa certo dire che il manga sia un fine trattato di psicologia, inizialmente la storia si regge abbastanza bene sulle personalità dei due fratelli. Haru passa un'infanzia turbolenta, caratterizzata dalla presenza di una madre che non ha mai dimostrato affetto né a lui né al padre, e viene derubato dell'adolescenza, costretto a crescere troppo presto per poter sopravvivere; diventa un adulto dall'apparenza affettuosa e premurosa con tutti, maschera che serve però a occultare un terribile senso di colpa e un modo malsano e ambiguo di vivere i rapporti con gli altri. Ren è un ragazzino inadatto alla vita, incapace di avere relazioni umane perchè estremamente genuino e non in grado di filtrare i propri sentimenti ed emozioni, sia positivi che negativi. Haru vede quindi in Ren un cucciolo di cui prendersi cura e dedicarsi profondamente, attraverso il quale, probabilmente, espiare il proprio senso di colpa. Ren è dal canto suo conquistato dalla dedizione di Haru e dalla sua tenacia nel sopportarlo.
La storia gira, ovviamente, attorno al bizzarro rapporto tra Haru e Ren. Ren, quando incontra Haru in Giappone, ha già ben chiari i propri sentimenti per quest'ultimo, che poco hanno a che fare con un amore fraterno, seppur conscio di apparire ai suoi occhi (come è plausibile che sia) solo come un bambino e un fratellino. Farà quindi quanto è in suo potere per diventare qualcosa di più per il fratello, mentre Haru (che non ci metterà molto a rendersi conto di non disdegnare il sentimento di Ren) cercherà di frenare i propri istinti, sia perché sa di dover mantenere il proprio ruolo di tutore, sia perché conscio della marcata differenza di età.
Se all'inizio il fumetto è un alternarsi di avvicinamenti e allontanamenti tra i due ragazzi che devono esplorare i propri sentimenti e riuscire ad accantonare i loro dolorosi passati, ovviamente non senza una manciata di scenette pruriginose, quando sia loro che gli altri personaggi prendono atto del loro sentimento amoroso la storia prende una piega decisamente meno interessante, diventando semplicemente "Le cronache della famiglia Kaido". Il fumetto di riduce a una carrellata di eventi di nessuna importanza e di nessun interesse; una volta arriva un compagno di classe nuovo, una volta il cane sta male, una volta compare una ex cliente o ex collega di Haru, si ripetono ciclicamente le gag di Ren che fa domande inopportune sulla sessualità agli adulti, di Haru che fa il fratello appiccicoso, del parente di turno che sorprende i due a pomiciare sul divano. La relazione dei ragazzi resta incastrata: i due ragazzi si amano, lo sanno tutti, ma non possono fare sesso perchè Haru si fa problemi per via dell'età di Ren. Ogni tanto uno dei due si fa una nuova e inutile turba sul loro rapporto, ignora l'altro per giorni, forse litigano e poi la situazione si risolve con una scenetta affettuosa o sessuale. La sceneggiatura non sembra più progettata, l’evoluzione dei due ragazzi pianificata, ma l’impressione è che l’autrice inventi di volta in volta un nuovo capitolo per allungare il brodo ma senza voler andare a parare da nessuna parte. Perfino le effusioni tra i due bei ragazzi perdono di mordente: all’inizio hanno i connotati del rapporto ambiguo e della relazione proibita, a un certo punto si passa il tempo a chiedersi perché i due non “concretizzino” visto che Ren non è più così piccolo e la loro relazione è nota a tutti.
Il risultato è che la storia dei due ragazzi diventa noiosa e frustrante, la si legge per inerzia e si comincia a provare più interesse per le vicende degli altri personaggi, che forse qualcosina da raccontare ce l’hanno.
Il motivo per cui avevo scelto di avvicinarmi a questo fumetto, ossia la lunghezza e quindi la possibilità di approfondire le relazioni molto più di quanto non si faccia nei soliti volumi unici, è diventato di fatto il suo peggior difetto. Allo stato attuale della storia: sufficienza abbondante, ma niente di più.