logo GamerClick.it

10.0/10
-

C'è un qualcosa che avvolge "Video Girl Ai" di una luce particolare. Un alone etereo, un'aura innaturale, una sfumatura che lo rende così enormemente distante ed inarrivabile alla portata dei suoi simili. Un quid difficilmente descrivibile a parole, qualcosa che sento dentro e che non riesce a raggiungere chiaramente la bocca, che non può essere articolato e rappresentato chiaramente.
Non è il chiarore dorato che i manga della propria infanzia assumono quando vengono riletti in più mature età; quanto meno, non è solo questo. E non è neanche e solamente quell’effetto distorsivo che gli Anni ’80 e 90 esercitano ancora su tutto ciò che gli si compara, situazione difficilmente apprezzabile e comprensibile alle giovani leve.
“Video Girl Ai” è circonfuso da un qualcosa di mistico, come una velina in colori pastello, tenui e delicati e lievi e così modesti, dopotutto; un qualcosa di empatico, che fa entrare il lettore in sintonia, anche se a distanza di trent’anni, anche se di differenti epoche e periodi. L’alone distorsivo di cui è ammantato “Video Girl Ai” è la rappresentazione dell’adolescenza, una luce calda, che seduce e coccola e rassicura e tranquillizza; una luce che tutti quanti possiamo capire perché tutti quanti l’abbiamo vista e conosciuta; una luce che, anche a distanza di anni, ci fa vedere le cose in altre ottiche, soffuse e morbide, quasi oniriche e fantastiche.

Quando “Video Girl Ai” uscì in Italia per la prima volta, io dovevo ancora compiere i due anni; l’ultimo volume venne pubblicato che io avevo da poco compiuto i tre. Non ho vissuto l’adolescenza in concomitanza con i personaggi del manga. Le emozioni dei protagonisti, quindi, non mi hanno raggiunto istantaneamente; anzi, ad essere sinceri, ci hanno messo circa trent’anni per arrivare al bersaglio, rimanendo a decantare nella mia “to-read list” per davvero tanto tempo. Eppure, “Video Girl Ai” ha mantenuto intatta nel tempo la sua caratteristica principale, questo alone tenue che non riesco a spiegare. Leggere per la prima volta le vicende di Ai e Yota così distanti dall’adolescenza non è risultato un peso o un errore; tutto quando disegnato e narrato da Katsura è rimasto comprensibile e condivisibile, riempendo un’orma lasciata dai fatti della vita quindici anni fa.

Credo sia questo l’aspetto più positivo di “Video Girl Ai”, una eterna contemporaneità. Come ho già scritto in principio, alcuni fattori possono mediare e modificare, mio malgrado, la mia valutazione del manga: gli Anni 80-90 esercitano ancora un richiamo a cui non riesco a sfuggire, così come sono attraenti i prodotti che affollano i miei ricordi d’infanzia, con quel character design così particolare e riconoscibile e amabile, tenero e suadente; e quegli abiti di una moda passata ma sempre individuabile. Ma al di la’ di questo, l’opera di Katsura riesce ad essere attuale oggi come lo era trent’anni fa, e come lo era trent’anni fa condivisibile ed apprezzabile. Per quanto possano esserci elementi che subiscono una modica dovuta all’età nostra e del prodotto, la contemporaneità delle tematiche e delle vicende resterà imperitura ed immutata nel tempo, solido baluardo ad una fase della nostra vita dalla quale siamo passati tutti, e dalla quale siamo tutti scampati nonostante i dubbi, le incertezze, i dolori e le gioie che hanno colpito noi come i protagonisti del manga.

“Video Girl Ai”, per quanto possa essere catalogato come manga fantascientifico e soprannaturale, finisce inevitabilmente per essere uno spaccato di vita comune a tutti noi. La sua intensità narrativa, la crescita dei personaggi, le tematiche affrontate capitolo dopo capitolo, sono il filo conduttore che unisce le generazioni a distanza di anni e tempo. Riuscire ad essere comprensibile e condivisibile ad un pubblico così disparato e così distante è un traguardo che solamente pochi manga riescono a tagliare, e costituisce un premio che testimonia la capacità del mangaka e la qualità assoluta della sua opera.

Sono sicuro che, a distanza di altri trent’anni, io stesso saprò commuovermi e sentire mia la narrazione di “Video Girl Ai”; e sono altrettanto sicuro che, a distanza di sessant’anni dalla sua pubblicazione, ci saranno giovani adolescenti capaci di immergersi in queste vicende come se fossero effettivamente loro a viverle. In alto le mani, quindi; arrendiamoci al potere di “Video Girl Ai”, alla spensieratezza dell’adolescenza, alle sue dinamiche cicliche capaci di accomunare padri e figli, ai tormenti ed alle gioie che sa’ darci, alle memorie che ne traiamo, alle esperienze che custodiremo come tesori nel cuore.