Recensione
Dead or School
7.0/10
Recensione di GianniGreed
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“Dead or School” è l’ultimo videogame sviluppato dallo studio indie Nanafushi, uscito originariamente su PC nel 2018, arriva su PlayStation 4 e Nintendo Switch grazie a Marvelous Inc. Il videogame mescola diversi generi, dal platform, all’hack’n’slash, al metroidvania, con un pizzico di run and gun. Prima di scendere nei dettagli del gameplay però, parliamo brevemente della storia alla base di “Dead or School”.
La storia di “Dead or School” inizia in un futuro molto prossimo, quando un misterioso virus inizia a diffondersi nel mondo (eh sì), e contro il quale non c’è una cura. La misteriosa malattia trasforma gli infetti in mostri sanguinari, che si cibano di carne umana. I mutanti aumentano e inizia una guerra tra gli umani e i mostri. Purtroppo gli umani sono sopraffatti dai mostri e costretti a rifugiarsi sottoterra, dove iniziano a sviluppare una nuova civiltà, abbandonando la vita in superficie. Da quel giorno sono passati 78 anni. La nostra protagonista, Hisako, è una giovane ragazza piena di vita, che sogna di poter vedere un giorno, quella cosa chiamata “cielo”. Sua nonna, le racconta tante cose su com’era la vita in superficie, e le parla anche di un luogo chiamato “scuola”, dove diversi ragazzi della stessa età si riunivano, per studiare e imparare, ma anche per fare amicizia e innamorarsi. Hisako rimane così colpita da questa storia, al punto da prendere una decisione importante: indossando la divisa scolastica di sua nonna, ancora intatta dai tempi in cui era una liceale, salirà in superficie per trovare una scuola e iniziare a frequentarla insieme agli altri ragazzi rifugiati come lei. Per farlo però, dovrà affrontare migliaia di mostri mutanti rimasti in superficie…
Il viaggio di Hisako dai sotterranei di Tokyo fino alla scuola in superficie si svolge attraverso diversi livelli separati tra loro, ognuno con obiettivi e sottomissioni da completare per proseguire al successivo, e alla fine dei quali bisogna affrontare un boss. Ogni livello ha il nome di una stazione della metropolitana di Tokyo, perché, Hisako e gli altri sopravissuti, vivono all’interno di un treno riconvertito, e attraverso questo si muovono da una parte all’altra.
Il grosso del gameplay è ammazzare mostri e saltare sulle varie piattaforme mobili che collegano le varie parti del livello. Per farlo, Hisako è dotata di tre tipi di armi: una da combattimento ravvicinato (melee), ovvero, tubi di ferro, katane, martelli, asce, ecc, e due armi a distanza: un fucile (che può essere un mitra, uno shotgun, un fucile da cecchino e altro), e un lanciarazzi (bazooka, lanciagranate, lanciamissili). Il giocatore è libero di passare da un’arma all’altra in qualunque momento, a patto che siano equipaggiate, in base al tipo di nemico che si ha di fronte. Tutte le armi sono potenziabili e modificabili, con oggetti e soldi che si ottengono sconfiggendo i nemici. Oltre all’usare armi, Hisako può saltare, schivare e correre, ma tutte queste azioni consumano stamina, che una volta esaurita, costringono il giocatore a restare fermo per recuperare, rischiando di subire danni dai nemici. Se infatti Hisako subisce troppi danni, è ovviamente game over, anche se, per fortuna, dovesse succedere, si riparte dal punto di salvataggio più vicino con l’unica penalità di perdere un po’ di soldi. Combattere i nemici permette di guadagnare esperienza, che fa salire Hisako di livello, aumentando le statistiche come vita e stamina, e ci fa guadagnare punti abilità, necessari per sbloccare nuovi attacchi o bonus particolari in attacco o difesa. Da segnalare ad esempio, il fatto che quando Hisako arriva al 20% di vita, la sua uniforme si rovina, come si vede in una piccola cutscene che si ripete ogni volta che la cosa succede, e in questi momenti guadagna un bonus in attacco, che grazie ai punti abilità può essere potenziato maggiormente.
La grafica di Dead or School non è certamente il massimo che le console di ultima generazione possono supportare, ma è tutto sommato, sufficiente e funzionale per quello che è il gioco.
Le ambientazioni sono in 2.5D, mentre Hisako è realizzata con uno sprite animato in 2D, cosa che la fa risaltare sugli sfondi. I mostri invece sono realizzati con modelli 3D, così come alcuni degli elementi mobili dei livelli, come ascensori e altre piattaforme che si muovono. Quello che può essere un problema per alcuni è che la telecamera di gioco è impostata molto lontana dal personaggio che guidiamo, e in alcune parti si allontana ancora di più, rendendo l’azione difficile da seguire, specialmente quando ci sono tanti nemici sullo schermo. Generalmente poi, la maggior parte dei livelli è molto scura, essendo ambientati sottoterra, ma a questo ci si fa l’abitudine, o al massimo si aumenta la luminosità della tv. La storia del gioco invece è narrata attraverso sequenze in stile visual novel, dove vediamo i disegni dei personaggi con accanto un balloon con dentro quello che dicono, come in un fumetto.
“Dead or School” ha solo il doppiaggio in giapponese, che però è limitato solo ai versi dei mostri e a poche frasi che Hisako pronuncia nei livelli, tipo quando subisce troppi danni o raccoglie un oggetto speciale, nonché ai vari versi di dolore o sforzo per salti e capriole varie, e a brevissime scene animate che si svolgono in alcuni punti chiave della storia. Le musiche forniscono un sottofondo adeguato, variando da quelle più calme e soft durante le fasi di esplorazione, a quelle più rockeggianti e veloci che accompagnano le battaglie contro mostri e boss di fine livello. La traduzione invece, per quel che riguarda i testi, è solo in inglese, ed è abbastanza curata, senza errori o altri problemi, perlomeno, io non ne ho trovati.
La durata totale di “Dead or School” si aggira sulle venti ore circa, cui ne vanno aggiunte una decina in più per il completamento di tutti gli obiettivi secondari, come trovare tutte le persone da salvare in un livello o gli oggetti collezionabili, che spesso si trovano dietro porte momentaneamente inaccessibili o protette da nemici speciali più forti del normale. Pertanto è necessario tornare dopo aver ottenuto qualche livello in più. Il livello di Hisako infatti, spesso farà la differenza vera tra la vittoria e la sconfitta: il gioco ha purtroppo una difficoltà generale un po’ altalenante. Ci sono parti molto facili, in cui si procede senza problemi, e altre invece più impegnative, specialmente quando ci si ritrova davanti a nemici di livello superiore, anche di poco, che diventano molto difficili da sconfiggere, e che costringono quindi il giocatore a dover fare un po’ di grinding. Generalmente però, tolto questo, il livello di sfida a difficoltà normale, è più che giusto, riuscendo a essere sì impegnativo ma non frustrante.
Pur non essendo un titolo tripla A, “Dead or School” porta a casa il risultato, riuscendo a essere un gioco bello e divertente da giocare, grazie al suo riuscito mix di generi. Certo, la storia, per quanto abbastanza interessante, è comunque un po’ banale e sa di già visto. Di giochi dove si ammazzano persone contagiate da un virus ce ne sono a bizzeffe, ma farlo perché l’obiettivo è poter andare a scuola, è una novità. Non è “The Last of Us”, né “Resident Evil”, perciò chi è fan di giochi come quelli potrebbe restare deluso, ma se invece siete fan dei giochi indie, e specialmente dei giochi dove si salta, affetta, corre e spara, “Dead or School” merita sicuramente una possibilità.
La storia di “Dead or School” inizia in un futuro molto prossimo, quando un misterioso virus inizia a diffondersi nel mondo (eh sì), e contro il quale non c’è una cura. La misteriosa malattia trasforma gli infetti in mostri sanguinari, che si cibano di carne umana. I mutanti aumentano e inizia una guerra tra gli umani e i mostri. Purtroppo gli umani sono sopraffatti dai mostri e costretti a rifugiarsi sottoterra, dove iniziano a sviluppare una nuova civiltà, abbandonando la vita in superficie. Da quel giorno sono passati 78 anni. La nostra protagonista, Hisako, è una giovane ragazza piena di vita, che sogna di poter vedere un giorno, quella cosa chiamata “cielo”. Sua nonna, le racconta tante cose su com’era la vita in superficie, e le parla anche di un luogo chiamato “scuola”, dove diversi ragazzi della stessa età si riunivano, per studiare e imparare, ma anche per fare amicizia e innamorarsi. Hisako rimane così colpita da questa storia, al punto da prendere una decisione importante: indossando la divisa scolastica di sua nonna, ancora intatta dai tempi in cui era una liceale, salirà in superficie per trovare una scuola e iniziare a frequentarla insieme agli altri ragazzi rifugiati come lei. Per farlo però, dovrà affrontare migliaia di mostri mutanti rimasti in superficie…
Il viaggio di Hisako dai sotterranei di Tokyo fino alla scuola in superficie si svolge attraverso diversi livelli separati tra loro, ognuno con obiettivi e sottomissioni da completare per proseguire al successivo, e alla fine dei quali bisogna affrontare un boss. Ogni livello ha il nome di una stazione della metropolitana di Tokyo, perché, Hisako e gli altri sopravissuti, vivono all’interno di un treno riconvertito, e attraverso questo si muovono da una parte all’altra.
Il grosso del gameplay è ammazzare mostri e saltare sulle varie piattaforme mobili che collegano le varie parti del livello. Per farlo, Hisako è dotata di tre tipi di armi: una da combattimento ravvicinato (melee), ovvero, tubi di ferro, katane, martelli, asce, ecc, e due armi a distanza: un fucile (che può essere un mitra, uno shotgun, un fucile da cecchino e altro), e un lanciarazzi (bazooka, lanciagranate, lanciamissili). Il giocatore è libero di passare da un’arma all’altra in qualunque momento, a patto che siano equipaggiate, in base al tipo di nemico che si ha di fronte. Tutte le armi sono potenziabili e modificabili, con oggetti e soldi che si ottengono sconfiggendo i nemici. Oltre all’usare armi, Hisako può saltare, schivare e correre, ma tutte queste azioni consumano stamina, che una volta esaurita, costringono il giocatore a restare fermo per recuperare, rischiando di subire danni dai nemici. Se infatti Hisako subisce troppi danni, è ovviamente game over, anche se, per fortuna, dovesse succedere, si riparte dal punto di salvataggio più vicino con l’unica penalità di perdere un po’ di soldi. Combattere i nemici permette di guadagnare esperienza, che fa salire Hisako di livello, aumentando le statistiche come vita e stamina, e ci fa guadagnare punti abilità, necessari per sbloccare nuovi attacchi o bonus particolari in attacco o difesa. Da segnalare ad esempio, il fatto che quando Hisako arriva al 20% di vita, la sua uniforme si rovina, come si vede in una piccola cutscene che si ripete ogni volta che la cosa succede, e in questi momenti guadagna un bonus in attacco, che grazie ai punti abilità può essere potenziato maggiormente.
La grafica di Dead or School non è certamente il massimo che le console di ultima generazione possono supportare, ma è tutto sommato, sufficiente e funzionale per quello che è il gioco.
Le ambientazioni sono in 2.5D, mentre Hisako è realizzata con uno sprite animato in 2D, cosa che la fa risaltare sugli sfondi. I mostri invece sono realizzati con modelli 3D, così come alcuni degli elementi mobili dei livelli, come ascensori e altre piattaforme che si muovono. Quello che può essere un problema per alcuni è che la telecamera di gioco è impostata molto lontana dal personaggio che guidiamo, e in alcune parti si allontana ancora di più, rendendo l’azione difficile da seguire, specialmente quando ci sono tanti nemici sullo schermo. Generalmente poi, la maggior parte dei livelli è molto scura, essendo ambientati sottoterra, ma a questo ci si fa l’abitudine, o al massimo si aumenta la luminosità della tv. La storia del gioco invece è narrata attraverso sequenze in stile visual novel, dove vediamo i disegni dei personaggi con accanto un balloon con dentro quello che dicono, come in un fumetto.
“Dead or School” ha solo il doppiaggio in giapponese, che però è limitato solo ai versi dei mostri e a poche frasi che Hisako pronuncia nei livelli, tipo quando subisce troppi danni o raccoglie un oggetto speciale, nonché ai vari versi di dolore o sforzo per salti e capriole varie, e a brevissime scene animate che si svolgono in alcuni punti chiave della storia. Le musiche forniscono un sottofondo adeguato, variando da quelle più calme e soft durante le fasi di esplorazione, a quelle più rockeggianti e veloci che accompagnano le battaglie contro mostri e boss di fine livello. La traduzione invece, per quel che riguarda i testi, è solo in inglese, ed è abbastanza curata, senza errori o altri problemi, perlomeno, io non ne ho trovati.
La durata totale di “Dead or School” si aggira sulle venti ore circa, cui ne vanno aggiunte una decina in più per il completamento di tutti gli obiettivi secondari, come trovare tutte le persone da salvare in un livello o gli oggetti collezionabili, che spesso si trovano dietro porte momentaneamente inaccessibili o protette da nemici speciali più forti del normale. Pertanto è necessario tornare dopo aver ottenuto qualche livello in più. Il livello di Hisako infatti, spesso farà la differenza vera tra la vittoria e la sconfitta: il gioco ha purtroppo una difficoltà generale un po’ altalenante. Ci sono parti molto facili, in cui si procede senza problemi, e altre invece più impegnative, specialmente quando ci si ritrova davanti a nemici di livello superiore, anche di poco, che diventano molto difficili da sconfiggere, e che costringono quindi il giocatore a dover fare un po’ di grinding. Generalmente però, tolto questo, il livello di sfida a difficoltà normale, è più che giusto, riuscendo a essere sì impegnativo ma non frustrante.
Pur non essendo un titolo tripla A, “Dead or School” porta a casa il risultato, riuscendo a essere un gioco bello e divertente da giocare, grazie al suo riuscito mix di generi. Certo, la storia, per quanto abbastanza interessante, è comunque un po’ banale e sa di già visto. Di giochi dove si ammazzano persone contagiate da un virus ce ne sono a bizzeffe, ma farlo perché l’obiettivo è poter andare a scuola, è una novità. Non è “The Last of Us”, né “Resident Evil”, perciò chi è fan di giochi come quelli potrebbe restare deluso, ma se invece siete fan dei giochi indie, e specialmente dei giochi dove si salta, affetta, corre e spara, “Dead or School” merita sicuramente una possibilità.