Recensione
Misumisou - Anemone epatica
7.0/10
La vita è crudele. La vita è ingiusta.
Se ti dovessi trovare in questo set dove si svolge la storia ti verrà sicuramente da pensarlo. Non vi è nemmeno una persona presente nella storia, adulta o bambino che sia, che sia felice. Tantomeno sembrano possedere una coscienza o ideali o speranza a cui possono aggrapparsi per vedere un futuro. Al contrario mostrano tutta la loro bruttezza tramite i loro volti mostruosi e deformati che mostrano pienamente la loro emotività fuori controllo.
E nella loro mostruosità ci convinciamo che è solo una storia e come storia rimane irrealistica e soltano una esagerazione della realtà. Ma quanto si discosta questo dalla realtà?
Una storia è ed una storia rimane. Non è tratta da una storia vera, per fortuna. Ma ragioniamo un momento sui volti mostruosi degli abitanti della città dispersa nel nulla. I loro volti non sono solo brutti, spaventosi, inquietanti. Sono semplicemente pieni di emozione. E guarda caso noi umani nella rabbia diventiamo spaventosi allo stesso modo. Nella tristezza e nella disperazione ci imbruttiamo dal contorcersi del volto e dai singhiozzi continui. Ci imbruttiamo, diventiamo inquietanti e orripilanti come i personaggi di questa storia.
Quanto di quello che avviene non si discosta dalla realtà? Quante persone conosciamo che soffrono e non sono in grado di gestire la realtà? Quanti genitori non sono in grado di gestire i propri figli? Quanti figli non sono in grado di sfogasi? Quanti tengono dentro l'inferno ed esplodono improvvisamente?
Il telegiornale è un report continuo di questi fatti. Ma Misoumiso è solo una storia....
Crudele. Amara. La vita della protagonista è un vero schifo.
Questo manga è una lettura per nulla piacevole. E questo non è dovuto alla crudele bullizzazione iniziale e alla crescente violenza che ne segue.
Questa lettura è pesante. Drastica. Sadica. Porta disperazione nel lettore.
E questo è il suo punto forte. Non mi auguro che i lettori provino piacere nel leggere la storia. Questa dovrebbe portare la nostra coscienza ad urlare: "non farlo! Ti prego non farlo" in qualsiasi momento della storia in cui appare la violenza. Poiché nessuna di questa è portata a fin di bene.
Le persone di questa storia sono tutte malate. La loro coscienza non esiste. Si aggrappano a qualsiasi persona che sia minimamente forte o che possa dargli una soddisfazione momentanea che la città stessa non ha da offrire.
La città è vuota. Non ci sono sfoghi. Non sembrano esserci attività sportive o club pomeridiani scolastici. Non sembrano essere luoghi di svago per i ragazzi. Non sembra esserci nulla che possa rientrare in una valvola di sfogo. è quindi qualsiasi novità, qualsiasi sfogo per gli abitanti viene spremuta fino al midollo purché essi possano sfogare la loro vita infelice.
Oggettivamente questo fumetto è spietato e per quello gli devo dargli assolutamente credito. Ma non posso soggettivamente dire che la lettura mi abbia appagato. Mi ha lasciato a rimunginare su quanto crudele sia l'umanità e questo molto probabilmente era proprio l'obiettivo dell'autore.
Se ti dovessi trovare in questo set dove si svolge la storia ti verrà sicuramente da pensarlo. Non vi è nemmeno una persona presente nella storia, adulta o bambino che sia, che sia felice. Tantomeno sembrano possedere una coscienza o ideali o speranza a cui possono aggrapparsi per vedere un futuro. Al contrario mostrano tutta la loro bruttezza tramite i loro volti mostruosi e deformati che mostrano pienamente la loro emotività fuori controllo.
E nella loro mostruosità ci convinciamo che è solo una storia e come storia rimane irrealistica e soltano una esagerazione della realtà. Ma quanto si discosta questo dalla realtà?
Una storia è ed una storia rimane. Non è tratta da una storia vera, per fortuna. Ma ragioniamo un momento sui volti mostruosi degli abitanti della città dispersa nel nulla. I loro volti non sono solo brutti, spaventosi, inquietanti. Sono semplicemente pieni di emozione. E guarda caso noi umani nella rabbia diventiamo spaventosi allo stesso modo. Nella tristezza e nella disperazione ci imbruttiamo dal contorcersi del volto e dai singhiozzi continui. Ci imbruttiamo, diventiamo inquietanti e orripilanti come i personaggi di questa storia.
Quanto di quello che avviene non si discosta dalla realtà? Quante persone conosciamo che soffrono e non sono in grado di gestire la realtà? Quanti genitori non sono in grado di gestire i propri figli? Quanti figli non sono in grado di sfogasi? Quanti tengono dentro l'inferno ed esplodono improvvisamente?
Il telegiornale è un report continuo di questi fatti. Ma Misoumiso è solo una storia....
Crudele. Amara. La vita della protagonista è un vero schifo.
Questo manga è una lettura per nulla piacevole. E questo non è dovuto alla crudele bullizzazione iniziale e alla crescente violenza che ne segue.
Questa lettura è pesante. Drastica. Sadica. Porta disperazione nel lettore.
E questo è il suo punto forte. Non mi auguro che i lettori provino piacere nel leggere la storia. Questa dovrebbe portare la nostra coscienza ad urlare: "non farlo! Ti prego non farlo" in qualsiasi momento della storia in cui appare la violenza. Poiché nessuna di questa è portata a fin di bene.
Le persone di questa storia sono tutte malate. La loro coscienza non esiste. Si aggrappano a qualsiasi persona che sia minimamente forte o che possa dargli una soddisfazione momentanea che la città stessa non ha da offrire.
La città è vuota. Non ci sono sfoghi. Non sembrano esserci attività sportive o club pomeridiani scolastici. Non sembrano essere luoghi di svago per i ragazzi. Non sembra esserci nulla che possa rientrare in una valvola di sfogo. è quindi qualsiasi novità, qualsiasi sfogo per gli abitanti viene spremuta fino al midollo purché essi possano sfogare la loro vita infelice.
Oggettivamente questo fumetto è spietato e per quello gli devo dargli assolutamente credito. Ma non posso soggettivamente dire che la lettura mi abbia appagato. Mi ha lasciato a rimunginare su quanto crudele sia l'umanità e questo molto probabilmente era proprio l'obiettivo dell'autore.