Recensione
Steins;Gate
10.0/10
Recensione di Marco Senpai
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Dopo avere distinto la fantasia dalla realtà e smascherato il colpevole dei casi brutali della "New Generation Madness" in "Chaos;Head", una nuova minaccia incombe nella città di Tokyo, ma questa volta nella prefettura di Akihabara, avrà di nuovo a che fare con la spietata "Organizzazione", che ha sconvolto un anno prima la zona di Shibuya?
Sulla scia di "Chaos;Head", nel 2009 Chiyomaru Shikura torna alla riscossa con "Steins;Gate", secondo capitolo a sfondo fantascientifico della serie di visual novel "Science Adventure" sviluppata da Mages e 5pb. Il titolo in questione non necessita di alcuna presentazione, dato che molti ne avranno sicuramente sentito parlare per via dell'adattamento animato, realizzato da White Fox. Tuttavia l'anime dell'omonimo titolo taglia gran parte dei collegamenti con il suo predecessore, "Chaos;Head Noah"; un ottimo prodotto dalle forti componenti horror e psicologiche. Sconsiglio l'adattamento animato di "Chaos;Head", in quanto non rende pienamente giustizia al gioco originale.
Da una parte "Steins;Gate", insieme al suo al suo successore "Robotics;Notes", si discosta da "Chaos;Head"; la storia non si incentra più sull'analisi psicologica del protagonista e le scene splatter vengono messe in secondo piano, sebbene non mancano alcuni momenti macabri piuttosto disturbanti. Dall'altra si dimostra un sequel spirituale del titolo citato poc'anzi, che non solo ne riprende le tematiche, ma anche degli elementi; in particolare la tecnologia del Visual Rebuilding, che in poche parole permette di convertire un'immagine o un suono in onde elettromagnetiche. Si tratta di un elemento fondamentale per apprezzare appieno questo romanzo visivo e anche i titoli successivi della saga.
Un breve accenno alla trama: Ci troviamo ad Akihabara nel 2010, un anno dopo il terremoto verificatosi nella zona di Shibuya, sempre nella città di Tokyo. Okabe Rintarou autoproclamatosi lo Scienziato Pazzo Hououin Kyouma, conducendo una serie di bizzarri esperimenti insieme ai suoi fidati Lab mem, membri del Laboratorio di Gadget Futuristici da lui fondato, crea accidentalmente una macchina del tempo. In un crescendo di mistero e tensione, la storia si complica non poco, alternando momenti spensierati e di pathos. "Steins;Gate" fa molto leva su un effetto "rollercoaster", che rende appieno il cambio repentino del ritmo narrativo ad un certo punto nell'intreccio.
I personaggi, apparentemente stereotipati, si nascondono in realtà dietro delle maschere, tra queste spicca, decisamente, l'atteggiamento da chuunibyou di Okabe con il quale tenta più volte di fuggire dalla realtà. Nel corso delle vicende, il protagonista mette in dubbio le proprie convinzioni, riuscendo a maturare come persona. Inoltre stringe un forte legame di amicizia con i membri del Laboratorio di Gadget Futuristici.
"Steins;Gate" tratta il tema del libero arbitrio, già affrontato in realtà da "Chaos;Head", tuttavia sotto una luce diversa. Questa volta l'analisi parte dal confronto con il fatalismo. I personaggi spesso si interrogano sull'esistenza di un futuro predeterminato e sulla possibilità di modificarlo. I finali alternativi, assolutamente essenziali, evidenziano questo messaggio, mostrando che in un dato momento del gioco il protagonista non è veramente obbligato a compiere una determinata scelta.
La componente fantascientifica raggiunge dei picchi di qualità molto elevati, superando addirittura quanto proposto nel capitolo precedente. Chiyomaru Shikura ci propone una teoria sui viaggi del tempo estremamente originale. Non mancano, inoltre, schermate piene di minuziose spiegazioni delle tecnologie introdotte. I numerosi rimandi alla realtà permettono al videogiocatore di immedesimarsi completamente nelle vicende narrate.
Come ogni "Science Adventure" che si rispetti, il gameplay si discosta dalle visual novel di stampo tradizionale. Se in "Chaos;Head" potevamo perderci in astruse fantasie, scegliendo quale delirio mentale dover seguire, in "Steins;Gate" ci viene data, invece, la possibilità di utilizzare liberamente il telefono di Okabe, che possiamo anche personalizzare con suonerie e sfondi a tema. A seconda delle mail, che il giocatore decide di inviare, cambia il corso degli eventi.
Solitamente quando si recensisce un videogioco di questo tipo, il comparto tecnico è l'ultimo elemento che si va ad analizzare, poiché le visual novel vengono realizzati con un scarso budget a disposizione. Nonostante ciò, lo stile originale di Huke e le ottime OST di Takeshi Abo rendono eccellente il prodotto anche sotto questo aspetto.
Nonostante il genere di nicchia, "Steins;Gate" ha fatto molto parlare di sé e ha saputo far breccia nel cuore del pubblico, affrontando in modo originale e maturo il tema dei viaggi nel tempo. Oltre ad offrire ottimi spunti di riflessione, il videogioco vanta una storia avvincente, accompagnata dalle splendide illustrazioni di Huke e dall'ottima colonna sonora di Takeshi Abo. Prendendo esempio dal suo predecessore, si allontana, inoltre, dalle visual novel tradizionali, prediligendo un sistema di scelte atipico e allo stesso tempo funzionale alla trama. "Steins;Gate" si conferma, dunque, uno dei migliori esponenti della celebre saga delle "Science Adventure" e nel suo genere un capolavoro assolutamente imperdibile.
Sulla scia di "Chaos;Head", nel 2009 Chiyomaru Shikura torna alla riscossa con "Steins;Gate", secondo capitolo a sfondo fantascientifico della serie di visual novel "Science Adventure" sviluppata da Mages e 5pb. Il titolo in questione non necessita di alcuna presentazione, dato che molti ne avranno sicuramente sentito parlare per via dell'adattamento animato, realizzato da White Fox. Tuttavia l'anime dell'omonimo titolo taglia gran parte dei collegamenti con il suo predecessore, "Chaos;Head Noah"; un ottimo prodotto dalle forti componenti horror e psicologiche. Sconsiglio l'adattamento animato di "Chaos;Head", in quanto non rende pienamente giustizia al gioco originale.
Da una parte "Steins;Gate", insieme al suo al suo successore "Robotics;Notes", si discosta da "Chaos;Head"; la storia non si incentra più sull'analisi psicologica del protagonista e le scene splatter vengono messe in secondo piano, sebbene non mancano alcuni momenti macabri piuttosto disturbanti. Dall'altra si dimostra un sequel spirituale del titolo citato poc'anzi, che non solo ne riprende le tematiche, ma anche degli elementi; in particolare la tecnologia del Visual Rebuilding, che in poche parole permette di convertire un'immagine o un suono in onde elettromagnetiche. Si tratta di un elemento fondamentale per apprezzare appieno questo romanzo visivo e anche i titoli successivi della saga.
Un breve accenno alla trama: Ci troviamo ad Akihabara nel 2010, un anno dopo il terremoto verificatosi nella zona di Shibuya, sempre nella città di Tokyo. Okabe Rintarou autoproclamatosi lo Scienziato Pazzo Hououin Kyouma, conducendo una serie di bizzarri esperimenti insieme ai suoi fidati Lab mem, membri del Laboratorio di Gadget Futuristici da lui fondato, crea accidentalmente una macchina del tempo. In un crescendo di mistero e tensione, la storia si complica non poco, alternando momenti spensierati e di pathos. "Steins;Gate" fa molto leva su un effetto "rollercoaster", che rende appieno il cambio repentino del ritmo narrativo ad un certo punto nell'intreccio.
I personaggi, apparentemente stereotipati, si nascondono in realtà dietro delle maschere, tra queste spicca, decisamente, l'atteggiamento da chuunibyou di Okabe con il quale tenta più volte di fuggire dalla realtà. Nel corso delle vicende, il protagonista mette in dubbio le proprie convinzioni, riuscendo a maturare come persona. Inoltre stringe un forte legame di amicizia con i membri del Laboratorio di Gadget Futuristici.
"Steins;Gate" tratta il tema del libero arbitrio, già affrontato in realtà da "Chaos;Head", tuttavia sotto una luce diversa. Questa volta l'analisi parte dal confronto con il fatalismo. I personaggi spesso si interrogano sull'esistenza di un futuro predeterminato e sulla possibilità di modificarlo. I finali alternativi, assolutamente essenziali, evidenziano questo messaggio, mostrando che in un dato momento del gioco il protagonista non è veramente obbligato a compiere una determinata scelta.
La componente fantascientifica raggiunge dei picchi di qualità molto elevati, superando addirittura quanto proposto nel capitolo precedente. Chiyomaru Shikura ci propone una teoria sui viaggi del tempo estremamente originale. Non mancano, inoltre, schermate piene di minuziose spiegazioni delle tecnologie introdotte. I numerosi rimandi alla realtà permettono al videogiocatore di immedesimarsi completamente nelle vicende narrate.
Come ogni "Science Adventure" che si rispetti, il gameplay si discosta dalle visual novel di stampo tradizionale. Se in "Chaos;Head" potevamo perderci in astruse fantasie, scegliendo quale delirio mentale dover seguire, in "Steins;Gate" ci viene data, invece, la possibilità di utilizzare liberamente il telefono di Okabe, che possiamo anche personalizzare con suonerie e sfondi a tema. A seconda delle mail, che il giocatore decide di inviare, cambia il corso degli eventi.
Solitamente quando si recensisce un videogioco di questo tipo, il comparto tecnico è l'ultimo elemento che si va ad analizzare, poiché le visual novel vengono realizzati con un scarso budget a disposizione. Nonostante ciò, lo stile originale di Huke e le ottime OST di Takeshi Abo rendono eccellente il prodotto anche sotto questo aspetto.
Nonostante il genere di nicchia, "Steins;Gate" ha fatto molto parlare di sé e ha saputo far breccia nel cuore del pubblico, affrontando in modo originale e maturo il tema dei viaggi nel tempo. Oltre ad offrire ottimi spunti di riflessione, il videogioco vanta una storia avvincente, accompagnata dalle splendide illustrazioni di Huke e dall'ottima colonna sonora di Takeshi Abo. Prendendo esempio dal suo predecessore, si allontana, inoltre, dalle visual novel tradizionali, prediligendo un sistema di scelte atipico e allo stesso tempo funzionale alla trama. "Steins;Gate" si conferma, dunque, uno dei migliori esponenti della celebre saga delle "Science Adventure" e nel suo genere un capolavoro assolutamente imperdibile.