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4.5/10
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Parto dalla fine, così che chi voglia vedere la serie non debba leggere oltre (col rischio di beccarsi qualche piccolo spoiler, che potrebbe essermi scappato): "Babylon" è un anime mediocre e inconcludente, che affoga nel mare delle sue stesse pretese filosofico-esistenziali. Liberi di guardarlo, non è il demonio fatto ad anime, ma in definitiva non vale il vostro tempo.

Come già sottolineato da altri utenti, "Babylon" non parte affatto male. A mio onesto parere, i primi 2-3 episodi sono da otto in pagella: rapidi, dritti al punto ed intriganti.
Il grave problema è che i primi tre episodi sono un vicolo cieco che nulla ha a che fare con i successivi nove.
L'anime si diverte a trollare lo spettatore: per metà del primo episodio, pensi di trovarti di fronte ad una serie su uno scandalo riguardante una casa farmaceutica. Poi, il campo si allarga e sembra che sia un noir basato su intrighi politici e corruzione. Infine, ti verrebbe da dire che il vero focus dell'anime sia sulla pseudosocietà distopica di Shiniki. E invece no! In definitiva, Babylon è un anime sul tema del suicidio.

Attenzione: questa parte contiene spoiler

Una fantomatica legge sul "diritto alla morte", ideata dal neo-eletto sindaco di Shiniki, Kaika Itsuki, si spande a macchia d'olio dal Giappone al resto del mondo, sollevando discussioni e dubbi tra i leader delle più importanti nazioni del mondo. Le società arriveranno al tracollo, ora che il suicidio è stato sdoganato e non è più un tabù? Siamo solo agli episodi 4-5-6 e siamo già arrivati al delirio. Le premesse sono completamente sbagliate, un palazzo di dieci piani costruito su un ombrellone da spiaggia come fondamenta.
1) Il suicidio non è già più illegale, se non in pochissimi stati.
2) Anche lo fosse ancora diffusamente, la paura di essere arrestato in caso di non riuscita, sarebbe veramente un deterrente?
3) Secondo quale perversa logica, "legalizzare" il suicidio dovrebbe portare ad un aumento di quest'ultimi, tale da rischiare il tracollo della società?
4) Cosa più grave di tutte: perché il focus della storia, che viene sviluppato per il 65-70% della serie non è citato in nessuna sinossi dell'opera?
Perlomeno, molte persone avrebbero potuto spendere meglio il proprio tempo...

Ora, due paroline sui personaggi.
Comincio col liquidare tutto il marasma di personaggi secondari, di cui si salva veramente poco. Alcuni sono colpevolmente persi per strada durante la narrazione (il reporter Hanta, il politico Nomaru ecc.), altri risultano completamente irrilevanti, nonostante il discreto tempo on-screen che viene loro dedicato (il collega detective Kujiin, Torao, le guardie del corpo Griffin e Giuliani ecc.). Salvo giusto Atsuhiko Fumio, il giovane "stagista" di Zen Seizaki, la cui morte rappresenta la forza motrice che spinge il protagonista a continuare la propria indagine. Di Kaika Itsuki, un personaggio che d'importanza dovrebbe averne molta, non so neanche cosa dire: è solo un autoparlante che, a intervalli regolari, ripete quanto sia rivoluzionaria la sua legge sul suicidio.

Tra le note positive inserisco il protagonista Seizaki stesso. Un "paladino" del bene piuttosto stereotipato, ma tutto sommato piacevole. Nulla di trascendentale, ma anche solo il fatto di essere mosso da motivazioni nel complesso coerenti rappresenta una nota positiva nel caos primordiale che è "Babylon". Con il proseguire, si sviluppa come una sorta di nipponico ispettore Ginko, alla spasmodica ricerca dell'incarnazione del male Ai Magase. Un'indagine che finirà col diventare una vera e propria psicosi.

All'altro angolo del ring, Ai Magase è un personaggio disperato. Ci prova, si dimena e si strappa le vesti pur di essere memorabile. Si passa da un enigmatico interrogatorio (l'unico interrogatorio della storia che non viene né filmato né registrato, ndr) a un monologo privo di senso che fa da sottofondo ad una scena di tortura degna di Hostel, passando per chili e chili di allusioni sessuali. Inutile dire che ogni tentativo è fallimentare.
Ad Ai tocca lo scomodo ruolo di agire da deus-ex machina e di provare a dare un senso ad una storia che senso non ne ha, fallendo di nuovo. Quali sono le motivazioni di Ai? Perché Ai ha poteri paranormali? Qual è il suo rapporto con Kaika Itsuki? Perché tutti continuano a cucirle addosso episodio dopo episodio una patina quasi divina?
L'anime a queste domande non risponde, forse lo fa la novel da cui è tratta la serie (?).

Ma è con Alexander W. Wood che si raschia il fondo del barile e si fa anche la scarpetta.
Ci viene presentato come un ragazzo che cresce senza segni o talenti particolari, che in età adolescenziale si appassiona ad un videogioco online di cui presto diventa il miglior giocatore e più amato utente della community. Grazie a questa sua fama, conosce la bellissima moglie Emma, altra videogiocatrice che presto diventa "discepola" del nostro "AWW".
Ellissi temporale. I due hanno un figlio e si rivela che Alexander Wood è il presidente degli USA.
Se non siete scoppiati a ridere, i miei complimenti. Tutto ciò che mancava a "Babylon" era un mod di Discord come presidente degli Stati Uniti.
La versione adulta di Wood è una figura altrettanto comica. Un occhialuto filosofo che risponde ad ogni questione mettendosi un dito sulle labbra e pensando alla soluzione per giorni e giorni e giorni.
Dei fantomatici leader introdotti nella seconda metà della serie e vagamente ispirati a reali politici (immagino che l'imbarazzante Luciano Cannavaro debba essere una sorta di Berlusca?) non si salva niente, ma Alexander W. Wood va il mio, personalissimo, premio di "peggior personaggio di Babylon".

Tornando alla trama, gli episodi dal 7 in poi sono una discesa agli inferi. Il nadir si raggiunge nell'episodio 11 con un discorso sui massimi sistemi che vede protagonisti i leader delle nazioni del G7, sullo sfondo di galassie e aurore boreali (vorrei fosse uno scherzo, ndr). Quel poco di poliziesco e noir che era rimasto si perde nella dissertazione filosofica più vuota e scontata, sul significato di "bene" e il significato di "male".
Da questo punto in poi, "Babylon" è un tracciato ECG piatto e il finale è uno squilibrato tentativo di defibrillare il paziente, già dichiarato terminale da quattro o cinque puntate.

Io non so cosa sia il male e non so cosa sia il bene, ma so che "Babylon" si avvicina più al primo.