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Ho deciso di guardare questo drama, incuriosita dal soggetto: non mi era mai capitato, infatti, di vedere una serie o un anime incentrati su questo argomento. La vicenda è ambientata a Tokyo, alla Kyoritsu Daigaku.
Il protagonista è Moriyama Ryota, studente dell'ultimo anno, all'apparenza svogliato e interessato più alle sessioni di gioco online con gli amici che al conseguimento della laurea. Ryota ha dei voti di poco al di sopra della sufficienza, ma è comunque in procinto di laurearsi. Ha anche già ottenuto un lavoro (più per raccomandazioni paterne che per meriti personali) in un'azienda molto conosciuta; cosa questa che irrita un po' i suoi compagni di studi e amici Saki e Daiki, che hanno voti migliori dei suoi ma non hanno ottenuto lo stesso successo nel colloquio. Questi motivi spingono Saki a rifilare a Ryota, che le si dichiara con goffaggine ed imbarazzo, un bel due di picche.
Con la coda tra le gambe, Ryota viene convocato dalla professoressa Kawamura, responsabile del suo corso di studi, la quale lo informa che non ha crediti a sufficienza per laurearsi, a meno che non si iscriva al club del sumo e partecipi ad un incontro. Insomma, le brutte notizie sembrano sommarsi.
Messo alle strette, Ryota cerca la sede del club e la trova in uno scalcagnato magazzino, nascosto in uno dei vicoli dell'Università.
Ma entrare nel club non è facile: il capitano e unico membro del club, Oba Honoka, studentessa del secondo anno, non sembra propensa ad accogliere un nuovo membro, che tutto ha tranne che voglia di fare sumo.
Da qui prende piede la storia, che si snoda su più piani: uno segue la vicenda personale di Ryota, un altro la crescita del club sia da un punto di vista sportivo che nei rapporti tra i singoli membri (che aumentano nel corso della storia), un altro ancora la storia degli ex membri, un altro infine la storia personale di Honoka.
Attorno ai due protagonisti ruotano una serie di personaggi secondari, alcuni con connotazioni umoristiche, altri più seri. Ma ciò che a prima vista potrebbe sembrare la cornice di contorno della vicenda, ovvero l'ambientazione all'interno del club, si erge invece a vero centro della narrazione. Gli allenamenti, la spiegazione delle regole dello sumo, il sacrificio in vista del torneo, la rivalità tra i lottatori e le lottatrici, la competizione sportiva narrata in tutta la sua durata, rendono lo spettatore edotto su questo sport della tradizione giapponese. E così, tra uno shiko e uno teppo (fondamentali del sumo), tra una stretta di mawashi ("non si chiama perizoma, si chiama mawashi!" è una delle battute che più ricorrono quando i profani si avvicinano al sumo) e una cena a base di chanko (uno stufato di carne ricco di proteine, che i ragazzi del club consumano alla fine di ogni allenamento, perché anche mangiare fa parte della preparazione del lottatore), ecco che ci si ritrova a contare insieme ai ragazzi del club le ripetizioni degli esercizi (hitotsu! futatsu! mitsu!... sino a 200 shiko!), per poi fare il tifo per loro quando partecipano al torneo.
Le vicende personali sono raccontate, ma con discrezione e delicatezza, come anche il sentimento; direi da tipico copione giapponese. Non mi soffermo su di loro volutamente: voglio lasciare a chi decida di guardare "Il club del sumo!" il piacere della scoperta dei protagonisti, ma anche dei personaggi secondari: Shun (hikikomori di professione), Ren (matricola Din 33 anni con la passione per la danza classica), Yuma (bodybuilder con il cervello pieno di muscoli), Sakurako (timida ma con una gran voglia di vincere), membri del club; Tanaka-san (proprietario del ristorante che prepara il chanko), Yamada-san (capo degli ex membri del club)e Aoiki-san (idolo di Honoka), ex membri del club; Kaito della Hokuto Gakuin Daigaku, amico di infanzia di Honoka e rivale di Ryota, Mayu della Meiritsukan, amica ed eterna rivale di Honoka.