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In questo volume leggiamo la storia di Okkotsu Yūta, un liceale che vive portandosi appresso una maledizione di livello S. L'origine di tale maledizione è da ricercare nella morte della sua amica Orimoto Rika, avvenuta 6 anni prima in un incidente stradale. Yūta e Rika erano innamorati l'uno dell'altra e poco prima di morire Rika gli aveva regalato un anello, strappandogli la promessa che una volta cresciuti si sarebbero sposati. Ma il destino volle diversamente.
Da allora Yūta deve fare i conti con la maledizione. In realtà essa si manifesta quando qualcuno cerca di fare del male a Yūta, per cui in realtà gli sta appiccicata per proteggerlo. Infatti dietro le sembianze del mostro maledetto si cela la stessa Rika.
A salvare Yūta da tale situazione pericolosa ci pensa lo stregone di livello S Gojō Satoru, che porta Yūta all'istituto di arti occulte di Tokyo, dove insegna agli allievi del primo anno.
Yūta qui conosce i suoi nuovi compagni di scuola, Panda (un panda, appunto), Inumaki Toge, che proviene da una famiglia di incantatori e la cui specialità è pronunciare delle parole maledette (perciò deve fare attenzione a qualsiasi cosa dica per non far del male al prossimo inavvertitamente e per ovviare a tale potenziale pericolo si esprime decantando soltanto gli ingredienti degli onigiri), e infine Zen'in Maki, appartenente ad una delle tre famiglie più importanti di stregoni, ma che è considerata dalla sua stessa famiglia feccia, in quanto incapace di vedere le maledizioni, requisito fondamentale per uno stregone: se non si vedono le maledizioni come si può pensare di esorcizzarle?
Maki lo fa usando degli occhiali speciali e delle armi intrise di potere magico ed è anche parecchio brava.
Yūta riesce ad inserirsi bene con i nuovi compagni e grazie a loro ed a Gojō riesce ad imparare a controllare il potere della maledizione che si porta dietro.
Tale maledizione però fa gola a qualcuno di pericoloso: Getō Suguru, sciamano ex compagno di Gojō e suo migliore amico.
Suguru è anche lui di livello S, ed è molto cattivo. Il suo sogno è eliminare i non stregoni/sciamani, ovvero le persone normali, che lui chiama scimmie, per creare un mondo fatto di sole persone in grado di usare le arti magiche.
E per farlo gli serve la maledizione di Yūta.
Nei 4 capitoli del volume vediamo tratteggiati alcuni di quelli che saranno tra i personaggi principali di "Jujitsu Kaisen". La vicenda è ambientata un paio di anni prima della storia principale e già ci mostra le potenzialità degli studenti ed il grande potere degli stregoni fatti e finiti.
Gojō già conquista con la sua simpatia ed il suo modo alquanto singolare di insegnare ai suoi studenti (dimentica di dire le cose più importanti, ma che importa? 😅) Vediamo il lato debole di Maki, che più avanti sarà molto più forte, e poi il lato più umano di Toge.
Nel complesso ho trovato la storia carina e divertente. Bello il finale, che arriva a commuovere nel momento dei saluti tra Rika e Yūta.
E dimostra come anche l'amore possa diventare qualcosa di orribile come una maledizione, ma lo stesso possa essere utilizzato per dissiparla e riportare la vita sui giusti binari.