Recensione
Recensione di Godaime Hokage
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Attenzione: la recensione contiene spoiler
Un’indagine statistica da me effettuata, che mette a confronto il consumo di fazzoletti durante la visione di “Voglio mangiare il tuo pancreas” e “Your Name.”, ha messo in evidenza che i due film se la giocano davvero per pochi soffi di naso e lacrime versate.
Un film che parte già con un funerale ti prepara all’inevitabile: finirà male. Molto male. Però sei pronto psicologicamente. Il problema, se così vogliamo definirlo, è che poi vieni spiazzato su come avviene la morte, perché tu ti aspetti che sia per la malattia al pancreas di cui Sakura, la protagonista, soffre. Dici, è ovvio che sia così: dopotutto viene ripetuto in continuazione che sta morendo e ti prepari a quell’evento. E invece no. Perciò, dopo aver iniziato a provare simpatia per questa giovane ragazza e per il suo nuovo amico Haruki, che caratterialmente sono come il giorno e la notte, ecco che ti ritrovi proiettato tutto d’un tratto in un evento che non si realizza come tu e il povero Haruki vi eravate immaginati.
Andiamo con ordine: la storia racconta l’incontro e la nascita dell’amicizia tra Sakura e Haruki, compagni di scuola che però non hanno mai interagito prima tra loro, perché Haruki è il classico tipo introverso, disinteressato a creare legami con gli altri, mentre è molto concentrato sui libri. Infatti, lavora nella biblioteca della scuola. Sakura invece è una ragazza gioiosa ed estroversa, amata e apprezzata da tutti.
I due si incontrano in ospedale: Haruki deve farsi rimuovere dei punti per un intervento di appendicectomia e trova per caso un diario della convivenza con la malattia. Al suo interno sono scritti i pensieri di Sakura da quando ha scoperto di avere una grave malattia al pancreas, che le ha accorciato notevolmente l’aspettativa di vita e presto la ucciderà. Restituito il diario alla legittima proprietaria, questa decide di diventare sua amica, cosa che Haruki inizialmente trova fastidiosa. Ma col passare del tempo si rende conto che aspetta solo che lei gli scriva e lo cerchi, perché Sakura è riuscita a superare il muro da Haruki eretto a sua difesa. Haruki è l’unico, a parte la famiglia, a conoscere il calvario che Sakura sta affrontando. Lei non vuole che si sappia, perché detesta il fatto di essere trattata in maniera diversa solo perché è malata. Per cui Haruki diventa il suo confidente e agli occhi degli altri il suo fidanzato, sebbene questa cosa non sia vista di buon occhio, perché è considerato lo strano di turno e una persona non affidabile, solo perché non lo conoscono. Haruki si affeziona a Sakura e inizia a preoccuparsi seriamente per la sua salute, specie dopo un ricovero in ospedale. Quando lei viene dimessa, i due finalmente devono incontrarsi, ma lei non si presenta all’appuntamento. Solo una volta tornato a casa, Haruki apprenderà della sua morte, avvenuta non per la malattia ma per un’altra causa.
La forza di questa storia sta nel saper creare un colpo di scena davvero inatteso in una storia che sembrava del tutto scontata. Tu spettatore sai già che succederà un evento funesto, sai già che ci sarà pianto e sofferenza, ma il modo in cui tutto questo si realizza sarà del tutto inatteso, e ciò renderà la storia ancora più triste e dolorosa.
Quando si parla dell’assurdità della vita, del fato beffardo, dei programmi che non vanno come ci si era aspettato e prefissato, ecco, qui viene proprio esplicitato tutto questo.
In Sakura si vede la forza di una ragazza costretta a crescere troppo in fretta a causa della malattia, che però vuole continuare a vivere il tempo che le resta intensamente, facendo ciò che ama, incontrando e passando del tempo con chi ama, tenendo nascosto il suo calvario per non caricare gli altri del peso che tale rivelazione porterebbe.
Haruki è invece colui che quel peso può portarlo, perché di fatto non la conosce; tuttavia, col passare del tempo, il peso comincia a gravare anche sulla sua testa. Perché inevitabilmente si affeziona a Sakura e non vuole perderla. Poco importa se gli amici di lei, in particolare Kyoko, lo vedono di cattivo occhio e lo ritengono non all’altezza di Sakura. Lui se ne frega e le sta accanto, mantenendo il segreto come da lei richiesto.
Ma, quando lei viene a mancare, ecco che il peso finisce per schiacciarlo. E il dolore fuoriesce e lo travolge.
Essere giovani non significa non sapere provare emozioni intense. Forse, proprio perché si è giovani, tali emozioni hanno un’importanza ancora maggiore.
Sicuramente il film fa riflettere per tanti motivi: si empatizza e si soffre con i protagonisti, si pensa a quanto possa essere ingiusta la vita, a quanto le persone possano essere superficiali e poco aperte verso gli altri, a quanto possa essere difficile per certe persone mostrarsi agli altri per quello che sono, magari solo per paura di soffrire.
Per tutti questi motivi ho apprezzato molto questo film. È l’esempio di un film di animazione che non ha nulla da invidiare a film con attori in carne ed ossa, e pertanto va valorizzato.
Voto: 8,5
Un’indagine statistica da me effettuata, che mette a confronto il consumo di fazzoletti durante la visione di “Voglio mangiare il tuo pancreas” e “Your Name.”, ha messo in evidenza che i due film se la giocano davvero per pochi soffi di naso e lacrime versate.
Un film che parte già con un funerale ti prepara all’inevitabile: finirà male. Molto male. Però sei pronto psicologicamente. Il problema, se così vogliamo definirlo, è che poi vieni spiazzato su come avviene la morte, perché tu ti aspetti che sia per la malattia al pancreas di cui Sakura, la protagonista, soffre. Dici, è ovvio che sia così: dopotutto viene ripetuto in continuazione che sta morendo e ti prepari a quell’evento. E invece no. Perciò, dopo aver iniziato a provare simpatia per questa giovane ragazza e per il suo nuovo amico Haruki, che caratterialmente sono come il giorno e la notte, ecco che ti ritrovi proiettato tutto d’un tratto in un evento che non si realizza come tu e il povero Haruki vi eravate immaginati.
Andiamo con ordine: la storia racconta l’incontro e la nascita dell’amicizia tra Sakura e Haruki, compagni di scuola che però non hanno mai interagito prima tra loro, perché Haruki è il classico tipo introverso, disinteressato a creare legami con gli altri, mentre è molto concentrato sui libri. Infatti, lavora nella biblioteca della scuola. Sakura invece è una ragazza gioiosa ed estroversa, amata e apprezzata da tutti.
I due si incontrano in ospedale: Haruki deve farsi rimuovere dei punti per un intervento di appendicectomia e trova per caso un diario della convivenza con la malattia. Al suo interno sono scritti i pensieri di Sakura da quando ha scoperto di avere una grave malattia al pancreas, che le ha accorciato notevolmente l’aspettativa di vita e presto la ucciderà. Restituito il diario alla legittima proprietaria, questa decide di diventare sua amica, cosa che Haruki inizialmente trova fastidiosa. Ma col passare del tempo si rende conto che aspetta solo che lei gli scriva e lo cerchi, perché Sakura è riuscita a superare il muro da Haruki eretto a sua difesa. Haruki è l’unico, a parte la famiglia, a conoscere il calvario che Sakura sta affrontando. Lei non vuole che si sappia, perché detesta il fatto di essere trattata in maniera diversa solo perché è malata. Per cui Haruki diventa il suo confidente e agli occhi degli altri il suo fidanzato, sebbene questa cosa non sia vista di buon occhio, perché è considerato lo strano di turno e una persona non affidabile, solo perché non lo conoscono. Haruki si affeziona a Sakura e inizia a preoccuparsi seriamente per la sua salute, specie dopo un ricovero in ospedale. Quando lei viene dimessa, i due finalmente devono incontrarsi, ma lei non si presenta all’appuntamento. Solo una volta tornato a casa, Haruki apprenderà della sua morte, avvenuta non per la malattia ma per un’altra causa.
La forza di questa storia sta nel saper creare un colpo di scena davvero inatteso in una storia che sembrava del tutto scontata. Tu spettatore sai già che succederà un evento funesto, sai già che ci sarà pianto e sofferenza, ma il modo in cui tutto questo si realizza sarà del tutto inatteso, e ciò renderà la storia ancora più triste e dolorosa.
Quando si parla dell’assurdità della vita, del fato beffardo, dei programmi che non vanno come ci si era aspettato e prefissato, ecco, qui viene proprio esplicitato tutto questo.
In Sakura si vede la forza di una ragazza costretta a crescere troppo in fretta a causa della malattia, che però vuole continuare a vivere il tempo che le resta intensamente, facendo ciò che ama, incontrando e passando del tempo con chi ama, tenendo nascosto il suo calvario per non caricare gli altri del peso che tale rivelazione porterebbe.
Haruki è invece colui che quel peso può portarlo, perché di fatto non la conosce; tuttavia, col passare del tempo, il peso comincia a gravare anche sulla sua testa. Perché inevitabilmente si affeziona a Sakura e non vuole perderla. Poco importa se gli amici di lei, in particolare Kyoko, lo vedono di cattivo occhio e lo ritengono non all’altezza di Sakura. Lui se ne frega e le sta accanto, mantenendo il segreto come da lei richiesto.
Ma, quando lei viene a mancare, ecco che il peso finisce per schiacciarlo. E il dolore fuoriesce e lo travolge.
Essere giovani non significa non sapere provare emozioni intense. Forse, proprio perché si è giovani, tali emozioni hanno un’importanza ancora maggiore.
Sicuramente il film fa riflettere per tanti motivi: si empatizza e si soffre con i protagonisti, si pensa a quanto possa essere ingiusta la vita, a quanto le persone possano essere superficiali e poco aperte verso gli altri, a quanto possa essere difficile per certe persone mostrarsi agli altri per quello che sono, magari solo per paura di soffrire.
Per tutti questi motivi ho apprezzato molto questo film. È l’esempio di un film di animazione che non ha nulla da invidiare a film con attori in carne ed ossa, e pertanto va valorizzato.
Voto: 8,5