Recensione
Shadows House
4.0/10
Recensione di Godaime Hokage
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Se dovessi descrivere questo anime con una sola parola, userei deludente.
La storia sembra partire bene, ha dei presupposti interessanti, un soggetto originale; ti viene da dire: “Chissà come si evolve, chissà che trovate ci saranno nelle puntate successive!” E poi invece tutte le aspettative colano a picco nel giro di qualche puntata.
La trama parla di queste ombre che vivono in un palazzo del casato degli Shadow, che ricevono una bambola vivente che dovrebbe servirle, pulire la loro stanza e fungere loro da volto quando si trovano a interagire con le altre ombre. Questo perché, in quanto ombre, non le si può vedere in viso e non si capisce che espressione abbiano quando parlano o si trovano a incontrare le altre ombre.
La protagonista, tale bambola vivente denominata Emilico dalla sua padrona ombra, Kate, ha un non so che di irritante che diventa sempre più fastidioso al passare di ogni puntata: tipo quel prurito che non riesci a farti passare neanche dopo una gran bella grattata. E il prurito non viene lenito neanche dal progredire delle puntate, perché le situazioni presentate non fanno altro che renderlo sempre più fastidioso, complice anche la lentezza narrativa che porta un determinato evento a dilungarsi per troppe puntate senza avere grandi sviluppi, salvo poi ritrovarsi in una sola puntata tutta una serie di rivelazioni che, se da un lato dovrebbero rendere più comprensibile la storia, dall’altro ti fanno dire: “Ma le stesse cose non potevate dirle distribuendole meglio durante la narrazione?”. Perché il rischio è che poi la gente si stanca e molla la visione della serie, perché si è annoiata troppo.
Ho tenuto duro stoicamente per arrivare alla fine della serie, così da capire se c’era qualcosa di buono e salvabile. Sinceramente penso che ciò che si è raccontato in tredici puntate poteva essere sviluppato in molte meno, dando spazio a ciò che poi avverrà nella seconda serie, che personalmente eviterò di guardare, perché è stato già abbastanza palloso sorbirmi questa. L’ho fatto solo per dovere di cronaca, in quanto intendevo fare una recensione il più completa possibile.
Se andiamo a vedere gli altri personaggi, c’è questa Rum che è di una insulsaggine tale, che non vedi l’ora venga fatta fuori dalla storia: della serie, tempo perso che si sarebbe potuto impiegare meglio a creare qualche altro personaggio decente. Gli altri non sono né simpatici né antipatici, caso mai qualcuno un po’ snob.
In fin dei conti, penso che il tema di base poteva essere sviluppato molto meglio e con personaggi più incisivi e simpatici per lo spettatore.
Come voto finale non posso certo dare una sufficienza. Voto: 4.
La storia sembra partire bene, ha dei presupposti interessanti, un soggetto originale; ti viene da dire: “Chissà come si evolve, chissà che trovate ci saranno nelle puntate successive!” E poi invece tutte le aspettative colano a picco nel giro di qualche puntata.
La trama parla di queste ombre che vivono in un palazzo del casato degli Shadow, che ricevono una bambola vivente che dovrebbe servirle, pulire la loro stanza e fungere loro da volto quando si trovano a interagire con le altre ombre. Questo perché, in quanto ombre, non le si può vedere in viso e non si capisce che espressione abbiano quando parlano o si trovano a incontrare le altre ombre.
La protagonista, tale bambola vivente denominata Emilico dalla sua padrona ombra, Kate, ha un non so che di irritante che diventa sempre più fastidioso al passare di ogni puntata: tipo quel prurito che non riesci a farti passare neanche dopo una gran bella grattata. E il prurito non viene lenito neanche dal progredire delle puntate, perché le situazioni presentate non fanno altro che renderlo sempre più fastidioso, complice anche la lentezza narrativa che porta un determinato evento a dilungarsi per troppe puntate senza avere grandi sviluppi, salvo poi ritrovarsi in una sola puntata tutta una serie di rivelazioni che, se da un lato dovrebbero rendere più comprensibile la storia, dall’altro ti fanno dire: “Ma le stesse cose non potevate dirle distribuendole meglio durante la narrazione?”. Perché il rischio è che poi la gente si stanca e molla la visione della serie, perché si è annoiata troppo.
Ho tenuto duro stoicamente per arrivare alla fine della serie, così da capire se c’era qualcosa di buono e salvabile. Sinceramente penso che ciò che si è raccontato in tredici puntate poteva essere sviluppato in molte meno, dando spazio a ciò che poi avverrà nella seconda serie, che personalmente eviterò di guardare, perché è stato già abbastanza palloso sorbirmi questa. L’ho fatto solo per dovere di cronaca, in quanto intendevo fare una recensione il più completa possibile.
Se andiamo a vedere gli altri personaggi, c’è questa Rum che è di una insulsaggine tale, che non vedi l’ora venga fatta fuori dalla storia: della serie, tempo perso che si sarebbe potuto impiegare meglio a creare qualche altro personaggio decente. Gli altri non sono né simpatici né antipatici, caso mai qualcuno un po’ snob.
In fin dei conti, penso che il tema di base poteva essere sviluppato molto meglio e con personaggi più incisivi e simpatici per lo spettatore.
Come voto finale non posso certo dare una sufficienza. Voto: 4.