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7.0/10
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Qualche mese decisi che avrei dovuto colmare un grande vuoto nella mia esperienza di lettore manga: leggere le opere più significative pubblicate negli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta, periodi a me prima quasi interamente sconosciuti. Recuperare manga di quelle epoche fino a questo momento aveva significato leggere prevalentemente opere per ragazzi, in buonissima parte scritti e disegnati da Osamu Tezuka. All’interno di questa mia personale indagine verso le origini del fumetto giapponese, “Tormenta Nera” – seinen pubblicato da Yoshihiro Tatsumi nel 1956 – ha rappresentato una svolta. Si tratta infatti di un seinen di genere thriller, dai toni drammatici e dalla narrazione frenetica, un’opera molto diversa da tutto ciò che avevo letto risalente a quel periodo finora.

“Tormenta Nera” colpisce soprattutto per il ritmo della lettura, rapido e senza fronzoli, il quale restituisce l’idea di una tragedia che si sviluppa in modo rapido e incontrollato. Le vicende raccontate sono interessanti, ma coinvolgono il lettore primariamente per il livello di tensione che la narrazione mantiene dall’inizio alla fine, piuttosto che per la trama di per sé che oggi risulta comunque apprezzabile, anche se probabilmente non troppo imprevedibile. Parliamo comunque di un manga di circa cento pagine, quindi il fatto che Tatsumi abbia puntato più sull’intensità che sulla complessità del racconto ha perfettamente senso. In ogni caso la storia convince anche per il suo aspetto più umano e per il realismo con cui viene caratterizzato il protagonista, di cui sono ben rappresentate le ansie e le paure. Tutto questo potrebbe non stupire più di tanto il lettore che dovesse imbattersi in quest’opera senza una quantomeno vaga idea su quali fossero i titoli di punta dell’epoca, ma per chi possedesse una conoscenza un po’ più precisa sul contesto di provenienza, probabilmente noterà il carattere innovativo e anticonformista del manga in questione.

“Tormenta Nera” è un’opera che convince soprattutto per l’intensità delle vicende e per il ritmo con cui queste vengono raccontate, ma anche per il livello di drammaticità che Tatsumi esprime in alcuni momenti della sua storia. Agli occhi di chi aveva approfondito fino a questo momento il periodo tra gli anni Quaranta e Cinquanta quasi esclusivamente con Tezuka, questo manga appare come una vera e propria rivoluzione. Consigliato a tutti coloro che volessero scoprire un piccolo pezzo di storia del fumetto giapponese.