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7.0/10
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Gli ultimi anni non sono stati facili per la Pixar. Molti dei suoi film sono stati sacrificati sull’altare della piattaforma Disney Plus, vogliosa di guadagnare in fretta molti abbonati proponendo contenuti altisonanti in precedenza esclusivi del solo cinema, danneggiando l’immagine stessa dello studio, sempre più associato a produzioni di secondo piano da gustarsi comodamente a casa e non sul grande schermo. Inoltre, anche l’apprezzamento del pubblico sembra essersi ridimensionato e lo studio è stato ricorrentemente accusato di aver perso la propria forza creativa e di non reggere il confronto con il proprio glorioso passato. Ora, personalmente condivido il fatto che le ultime uscite targate Pixar non siano certo memorabili e accattivanti come quelle di una volta, tuttavia, questo non significa automaticamente che lo studio non sia comunque stato capace di offrire film godibili che probabilmente se non avessero avuto sulle spalle il peso di un logo tanto importante sarebbero stati recepiti diversamente dal pubblico stesso. “Elemental” è il ventisettesimo lungometraggio dello studio e, a mio avviso, rientra perfettamente in questa categoria di film discreti, che tuttavia sono stati bocciati quasi sul nascere perché non originali e brillanti come i capolavori Pixar del passato.

Non nascondo che prima dell’uscita del film non nutrissi nessuna aspettativa verso la pellicola, anche a causa dei trailer che davano l’idea di un prodotto anonimo e privo di carisma. Giunto in sala, quello che mi sono trovato davanti è stato un film godibile, sicuramente molto semplice, ma non banale come mi sarei aspettato. Il punto più forte di “Elemental” è senza dubbio il comparto tecnico. Difficilmente Pixar sbaglia un colpo sotto questo profilo, ma va riconosciuto il merito allo studio di sapersi ogni volta confermare come una garanzia assoluta quando si parla di animazione in CGI. Il fatto che i personaggi rappresentino degli elementi diversi (acqua, fuoco, terra e aria) ha permesso agli animatori di sbizzarrirsi nei modi più disparati con cui questi potevano venire a contatto e relazionarsi. Particolarmente convincente la realizzazione dei personaggi di fuoco. Il contesto degli elementi non è servito solo come spunto creativo sul solo piano tecnico e artistico, ma anche narrativo. Gli elementi rappresentano in una certa misura le differenze sociali, etniche e culturali presenti in una grande metropoli (presumibilmente americana). Non vi è dubbio che la cosa sulla carta possa suonare abbastanza scontata e poco accattivante; tuttavia, credo abbia funzionato abbastanza considerando gli scopi e le potenzialità della trama. A completare la lista dei pregi vi è la storia d’amore dei due protagonisti, ben costruita, credibile e piuttosto appassionante.

Il film è quindi abbastanza valido, tuttavia vi sono comunque alcuni aspetti opinabili che, a mio avviso, potevano risultare più convincenti. In primo luogo, c’è qualche buco di sceneggiatura qua e là. Si tratta di sviste perlopiù trascurabili che onestamente non meritano di essere analizzate a fondo, ma ogni tanto vi è la sensazione che alcune questioni vengano dimenticate o comunque spiegate con pigrizia e senza impegno. Vi sono poi dei personaggi secondari piuttosto deboli. Ovviamente in un film di questo tipo tutta la narrazione o quasi gira intorno ai protagonisti; quindi, inutile aspettarsi miracoli per la caratterizzazione degli altri, ma anche su questo punto si poteva ugualmente fare di meglio.

“Elemental” è un film apprezzabile che racconta una storia d’amore ben costruita senza offrire però altri spunti narrativamente rilevanti. Tecnicamente è uno spettacolo, come sempre per Pixar, e anche se non è chiaramente tra i film più memorabili, innovativi o intelligenti dello studio, merita comunque una visione.