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10.0/10
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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Nonostante abbia alcuni problemi dal punto di vista narrativo, non spiegando alcune cose al dettaglio e lasciandole alla libera interpretazione, questa è la mia opera preferita del maestro Fujimoto.

A partire dal contesto in cui è ambientata questa storia macabra e crudele in cui osserviamo il mondo in balia, da anni, di una fredda e dura era glaciale, tanto che la maggior parte della popolazione non ricorda più come fosse il mondo prima di quel gelo e quel freddo che ha impedito alle persone di veder il colore verde dell'erba rigogliosa, i colori variegati degli alberi che si tingono di stagione in stagione da colori più accesi a colori più smorti. Lo stesso Agni, il protagonista, racconta alla sorella come fosse il mondo prima di questo gelo, paesaggi verdi e incontaminati, l'acqua cristallina dei laghi e il cielo azzurro che si estendeva fino a sembrare di non aver mai fine, ma ahimè in realtà, più avanti con la narrazione, vedremo come abbia mentito alla sorella per offrirle la chimera di un'opportunità, la possibilità di poter sognare qualcosa che potesse essere diverso da colore bianco e immacolato della neve e i venti gelidi che portano le persone a respirare a fatica per dormire anche solo idealmente sonni tranquilli. Osserveremo anche come il rapporto fratello e sorella tra i due sia veramente... non dico poco convenzionale ma molto diverso, non c'è solo il tipico affetto tra i due che li spinge a difendersi, ad essere un conforto l'uno per l'altra nei momenti di difficoltà, ma c'è effettivamente amore, c'è una tensione romantica palpabile; come due bambini - lo sono in effetti - stavano pian piano scoprendo impulsi libidinosi.
Osserviamo all'inizio anche come all'inizio della narrazione, trascorrendo entrambi la loro vita in un villaggio prevalentemente popolato da persone anziane e non potendo coltivare niente per via della condizioni avverse, il protagonista non solo si occuperà della caccia, ma di sfamare la popolazione con le sue carni potendo rigenerarsi per via della sua benedizione, vediamo anche come alcune persone abbiano deciso di abbracciare la via dell'antropofagia e di come altri invece abbiano deciso di non abbandonarsi ad una pratica così disumana. Questa storia narra brillantemente di come spesso le persone riflettono in altre ciò di cui hanno bisogno, ciò è incredibilmente umano sfortunatamente perché abbiamo sempre bisogno di qualcosa a cui aggrapparci per poter vivere o anche solo provarci, Agni dopo aver perso la sorella per via di Doma non vorrà altro che morire perché era l'unica luce che illuminava un cammino offuscato e ostacolata dal ghiaccio e il gelo e alle dense nuvole che impediscono alle persone di vedere altre alternative, "Vivi", queste sono le parole che porteranno il protagonista a trovare uno scopo in questa esistenza non più dannata dal freddo e il gelo ma da un fuoco inestinguibile che arde sul corpo del protagonista portandolo a trovare difficoltà anche solo nel compiere l'azione di parlare. In quest'opera si tratta di innumerevoli temi come già citato, come la depressione, la disforia (sentirsi in gabbia in un corpo che non ci appartiene), il fardello della conoscenza e della verità che porta molto spesso le persone che ricoprono determinate cariche alla follia, perché non riescono a sostenere questo peso, gli istinti suicidi, lo sdoppiamento di personalità e il concetto di maschera che è molto Pirandelliano, perché Agni all'inizio mette una maschera che ci presenta un personaggio insensibile alle sofferenze del proprio prossimo perché la sua mente è offuscata dall'obbiettivo che deve perseguire, inseguito vedremo come dove dietro questa maschera ci sia una persona incredibilmente sensibile, fragile e con il bisogno di voler essere compresa ma che vuole anche comprendere e di conseguenza diventa il faro di cui tutti hanno bisogno, la luce che illumina l'oscurità, la terra solida sotto cui le persone non avranno mai paura di sentir mancare, ma chi lo comprende? Nessuno, alla fine lo vediamo diventare una persona pronta addirittura a vivere nella menzogna se questa di poter avere anche solo una parvenza di felicità.

Questo racconto potrebbe essere tranquillamente utilizzato anche per vedere come si realizza quella che è una vera e propria religione attraverso una dottrina, il controllo delle informazioni e delle figure che fungono da tramite con il Dio che godono dei vantaggi, dei sacrifici che le persone comuni fanno per garantirsi un pasto e un tetto e una casa con cui ripararsi dal gelo per non doverci stringere tra le braccia dei nostri cari per scaldarci. Mi sa che ho parlato troppo, ma questa storia clamorosa mi ha lasciato così tanto dentro che credo me lo porterò dietro a vita.