logo GamerClick.it

-

Attenzione: la recensione contiene spoiler

Ricordate Jessica Fletcher? L’ineffabile “signora in giallo”, iettatrice seriale, che ovunque andasse portava morte e sventura e che, nonostante fosse una semplice anziana scrittrice, riusciva a risolvere qualunque caso meglio di Sherlock Holmes?
Perfetto. Ora chiudete gli occhi, immaginatela diciassettenne, coi capelli verdi e le lentiggini, catapultatela nella Cina imperiale e puff!, si materializzerà Maomao, la protagonista de “I diari della speziale”.

Maomao è una ragazza di umili origini, estremamente intelligente, che vive nel quartiere a luci rosse della città. Lavora da speziale in un bordello, un giorno viene rapita e si ritrova a fare da serva all’interno della corte dell’imperatore. Ben presto però le sue grandi doti verranno notate da un funzionario di rango altissimo (Jinshi) e comincerà così a frequentare gli ambienti più elevati della corte, scoprendone i lati più sordidi. Si tratta infatti di un covo di serpi in cui intrighi, tradimenti e omicidi sono all’ordine del giorno, e Maomao sarà chiamata ogni volta a trovare il bandolo della matassa e risolvere il mistero.

Personaggi

Un lato che ho apprezzato molto di questo anime è la caratterizzazione dei personaggi.
Maomao in primis è approfondita molto bene, nelle sue stranezze, nelle sue passioni (per i veleni e le erbe). È ben conscia della caducità della vita di una plebea, del fatto che basti un piccolo errore per venire condannata a morte, per cui è molto guardinga e pesa bene le parole. È davvero un gran bel personaggio, anche se, a essere onesti, bisognava bilanciare un po’ meglio le sue skill: considerata la sua età e le sue origini, Maomao è davvero troppo “over powered”. Se fosse solo che è intelligentissima e risolve i misteri con il ragionamento e la deduzione, lo capirei, ma lei sembra possedere proprio delle conoscenze sconfinate in qualsiasi campo del sapere umano. Alla fine, sarebbe solo una diciassettenne che faceva la speziale in un bordello, va bene che conosca alla perfezione spezie e veleni (e arti erotiche!), ma lei conosce anche la metallurgia meglio di qualunque fabbro, la medicina meglio di qualunque medico, le colture meglio di qualunque contadino/fiorista... ci manca solo che risolva i misteri con la fisica quantistica.
Al di là di questo aspetto è un personaggio coerente e intrigante, che rende interessante tutta la trama.

Di contro c’è Jinshi: un uomo androgino di una bellezza celestiale, abituato ad avere tutte le donne ai suoi piedi. È molto emotivo, talvolta infantile, e questo crea un bel contrasto con Maomao, che invece è razionale, fredda ed emotivamente distaccata (e che non se lo fila di pezza, perché pensa che sia un eunuco... ma lo sarà davvero?). Ah, ovviamente Jinshi si è subito innamorato di Maomao. Non ve l’avevo detto? Ok, ora lo sapete.

Anche i personaggi secondari sono ben caratterizzati, a partire dalle quattro consorti dell’imperatore (ognuna diversa dall’altra), l’assistente di Jinshi (Gaoshun), il medico cialtrone, il misterioso “monocolo” e altri personaggi secondari che vengono via via fuori. Certo, mi chiedo come facessero a vivere prima dell’arrivo di Maomao, visto che senza di lei sono tutti degli emeriti incapaci. Era la pacchia dei furfanti!

Trama

Sulla trama si poteva lavorare meglio: va avanti a misteri che a volte sono un po’ noiosi e a sé stanti. C’è da dire che alcuni successivamente si riallacciano tra loro, acquisendo un senso, ma lì per lì lasciano uno sgradevole retrogusto di filler. Inoltre, certe volte la risoluzione risulta talmente forzata, che fa quasi ridere.
No, davvero, come dovrei reagire davanti al mistero del fabbro? Si risolveva posizionando la brocca davanti alla finestra nella posizione e direzione esatte al millimetro e nel preciso momento del giorno, in modo che la luce del sole ci passasse attraverso e andasse a concentrarsi tipo lente di ingrandimento esattamente nella minuscola fessura della serratura della cassettiera di fronte, e che ciò bastasse a far sciogliere il metallo interno che, colando su uno stampino, avrebbe creato una nuova chiave per aprire i cassetti superiori... eh, la miseria! Va bene la sospensione dell’incredulità, ma a tutto c’è un limite.

Un’altra cosa che mi ha fatto storcere il naso sono certi plot twist: lì per lì sono sorprendenti e danno l’effetto “wow”, però poi, ripensandoci, rendono inspiegabili gli episodi precedenti. Mi riferisco soprattutto a “monocolo”, il padre di Maomao. Per diverse puntate viene dipinto come un astuto e perverso calcolatore, mette in difficoltà Jinshi (che da sempre ne sta alla larga) con richieste subdole, chiede di investigare su casi che poi si collegano all’attentato, sembra che sia invischiato in tutto questo. Poi vuole da anni riscattare dal bordello Maomao a tutti i costi, la quale invece palesemente lo detesta, non vuole saperne di lui, cerca di evitarlo. Immaginiamo sia perché ha abbandonato la madre sifilitica o perché non ha mai voluto riconoscere Maomao come sua figlia (o addirittura andiamo a supporre che la malattia della madre sia stata proprio causata da lui, che sia una persona sadica o deviata, e che dietro il tentativo di riscatto ci sia qualche desiderio perverso verso Maomao, magari vuole farle la stessa cosa...).
Insomma, se lei, che capisce sempre tutto, lo odia a tal punto, evidentemente si deve celare qualcosa di molto brutto dietro questo personaggio e le sue azioni. Invece, alla fine si scopre che “monocolo” non è affatto cattivo, al contrario è una specie di santo! Amava davvero la madre di Maomao, purtroppo fu allontanato contro la sua volontà per tre anni, proprio quando lei rimase incinta di Maomao (e lui non ne sapeva niente), e dopo diciassette anni ancora la ama, e addirittura alla fine la riscatta lo stesso dal bordello, per vivere il resto della vita con lei, nonostante sia sifilitica. E il fatto che volesse riscattare Maomao era solo per amore di padre: voleva renderla una ragazza libera e che fosse ufficialmente riconosciuta come sua figlia. Wow! Che roba!
Però, a questo punto, superata l’eccitazione per il plot twist sbalorditivo, cominci a chiederti: “Ma allora, cosa diavolo abbiamo visto finora? Per quale motivo “monocolo”, visto che ne era ancora innamorato, ha aspettato diciassette anni per riscattare la madre di Maomao? Per quale motivo ordiva tutti quegli intrighi per mettere in difficoltà Jinshi? Per quale motivo Maomao lo odiava a morte?” Praticamente, lui non aveva alcuna colpa sulla malattia della madre e sul fatto di non esserle stato vicino quando ha partorito, voleva essere padre, e per questo voleva riscattare Maomao dal bordello... è una bravissima persona! Che senso aveva tutto quell’astio? Boh!

Inoltre, mi sarebbe piaciuto vedere un barlume di evoluzione sentimentale tra Maomao e Jinshi, ma finora non se ne vede nemmeno l’ombra. Maomao al momento pare completamente refrattaria verso i sentimenti umani, si esalta solo per i suoi amati veleni, non tradisce alcuna emozione né verso Jinshi né verso gli altri personaggi. Spero che in futuro vedremo una maturazione sotto questo aspetto, perché altrimenti sarà difficile emozionarsi davvero per questa serie: per ora l’ho guardata con piacere, ma a livello emotivo mi ha lasciato molto freddo.

Disegni e musiche

Il comparto tecnico è sicuramente un punto forte di questo anime. I disegni sono molto belli, puliti, e certe sequenze topiche sono scenograficamente stupende. Anche le musiche di accompagnamento esaltano egregiamente i momenti più emozionanti.
Le sigle opening/ending non mi hanno entusiasmato, più belle da vedere (le immagini) che da ascoltare.

In definitiva, è un ottimo anime, gli manca qualcosa per eccellere a livello di trama e di coinvolgimento emotivo, tuttavia lo consiglio e sicuramente vedrò la seconda stagione, quando uscirà.