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    9.5/10
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    Anata dake mitsumeteru /
    deatta hi kara ima demo zutto
    (Okarun)

    Kimi ga suki da to sakebitai /
    ashita wo kaete miyo
    (Jiji)

    Okarun, dopo un momento di sconforto davanti alla minaccia dell’amico d’infanzia di Momo (Jiji) decide di non darsi per vinto e in gesto di sfida comincia a cantare l’ending di Slam Dunk. Così, de botto senza senso. Jiji gli risponde con l’opening. E Momo in mezzo a loro due che non capisce cosa diavolo stia succedendo.1 [ continua a leggere]
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    Amo molto Ai Yazawa: il suo stile di disegno, i suoi personaggi, le storie che racconta. Andando alla ricerca dei suoi lavori sono andato a recuperare quest’opera che onestamente avevo sempre snobbato, sia perchè non sapevo fosse sua, sia perchè la credevo troppo infantile (diciamo che il titolo italiano “Curiosando nei cortili del cuore” non aiutava in tal senso).
    Ho fatto bene a recuperarla: vi ho trovato gli stilemi tipici di Yazawa ma più1 [ continua a leggere]
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    L'improbabile relazione romantica tra due autentici casi umani.

    Nel mondo delle romcom non è facile inventare qualcosa di nuovo o, se non proprio nuovo, di insolito. Il canovaccio solitamente è quello che ti aspetti, la ship romantica la riconosci alla prima puntata, raramente si svolta verso direzioni inaspettate, e il lieto fine è assicurato. Se dovessimo valutarle da questo punto di vista, faremmo prima a non guardarne più, ma le guardiamo u1 [ continua a leggere]
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    Ci sono anime che a ben vedere sono strapieni di difetti ma che in qualche modo hanno qualcosa che te li fa piacere, a prescindere da tutto il resto.
    Qui siamo in uno di questi casi.

    Il cartone mi è piaciuto come atmosfera, mistero, ecc. I personaggi sono ben caratterizzati, anche se alcuni, come Oran, mi stanno sulle scatole, ma ci sta. Gli episodi hanno un ritmo lento ben congegnato che oscilla tra uno SliceOfLife un po’ cupo e parti più acti1 [ continua a leggere]
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    Fa uno strano effetto quando ti trovi in mezzo a una folla che all’unisono incensa un’opera che invece ai tuoi occhi, al di là delle belle animazioni, appare normalissima o persino mediocre. E ancor più strano quando, a un certo punto, trovi inaspettatamente un aspetto interessante, ma si tratta di qualcosa di totalmente diverso rispetto a ciò che sta facendo esaltare la folla.

    Questa recensione contiene spoiler come se non ci fosse un domani1 [ continua a leggere]
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    Se puoi esprimere un concetto in due parole e ne usi dieci, hai sprecato otto parole. Se non c’era nessun concetto da esprimere, hai sprecato una buona occasione per restare in silenzio

    Detesto chi non ha rispetto per l’ambiente e il prossimo. Gente che spreca sconsideratamente risorse vitali come l’acqua o il cibo, che insozza mari e fiumi con liquami e scorie, che rompe i timpani delle persone col rumore della marmitta truccata o della musica1 [ continua a leggere]
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    Serie che funge da seconda stagione di “Ef - a Tale of Memories”.

    Avevo apprezzato la prima stagione, la quale era partita un po’ in sordina, ma poi era cresciuta riuscendo a bilanciare bene i momenti romantici con quelli drammatici.
    Questa seconda stagione focalizza l’attenzione su due coppie diverse di personaggi: Yu e Yuuko da una parte e Kuze e Mizuki dall’altra. Sono quasi tutti personaggi visti di sfuggita nella season 1 (e dunque collega1 [ continua a leggere]
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    Serie d’altri tempi.
    La sua matrice anni ’90 è chiaramente riconoscibile in ogni aspetto: dalle animazioni, alla colonna sonora, alla storia.
    Non si tratta della tipica romcom moderna, leggera e frivola, che parla solo di amore, in cui due protagonisti si piacciono, si avvicinano pian piano senza particolari ostacoli e infine si baciano all’ultima puntata. Qui la trama è articolata, non lineare, non sappiamo come andrà a finire. I personaggi so1 [ continua a leggere]
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    Valutare freddamente quello che è o considerare anche quello che sarebbe potuto essere?
    È il dilemma che ci pone davanti questa serie.

    Si tratta infatti di una serie veramente particolare che nelle prime puntate è travolgente, direi quasi geniale, con uno stile grafico originalissimo e sperimentale (merito del visionario regista Anno, autore di un capolavoro epocale come “Neon Genesis Evangelion”, tanto per dirne uno), che alterna animazioni a1 [ continua a leggere]
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    A volte ti trovi davanti a una serie che non è bella né originale né sorprendente, è piena di cliché, dialoghi banali e prevedibili, trama lineare senza colpi di scena, eppure non riesci a volerle male, perché in fondo non ha alcuna pretesa, se non quella di farti passare venti minuti tranquilli in relax.
    È questo “Studio Apartment”.

    La storia è stravista: ragazzo normale conosce ragazza carina, poi una seconda, una terza, finché non si crea u1 [ continua a leggere]

    10.0/10
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    È incredibile quanta fatica mi costi scrivere questa recensione.

    Parlare di un anime che mi è piaciuto o non piaciuto è facile: racconto brevemente la trama, elenco i pregi e i difetti, i personaggi più e meno azzeccati, aggiungo una battuta di spirito, se mi viene, e una conclusione col giudizio finale.
    Quando però mi ritrovo a dover parlare di un’opera come questa, che mi ha toccato così tanto nel profondo, che sono arrivato letteralmente ad1 [ continua a leggere]

    8.0/10
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    Il drago è l’unica figura che può affiancare la tigre.
    Comincio la recensione con questa citazione, arrivata in una delle primissime puntate dell’anime, ma che in fondo sintetizza bene ciò che è “Toradora!”.
    Parliamo di uno dei totem delle romcom anni 2000, stra-citato e con cui molte opere successive si sono dovute confrontare. Ne ho rimandato per tanto tempo la visione, perché volevo trovare il momento giusto per vederla, e devo dire che, una1 [ continua a leggere]