Recensione
Rob N Roll
7.0/10
"Rob N Roll" di Albert Mak è un'esplosione di azione, comicità e violenza che cattura l'essenza del cinema di Hong Kong, mescolando abilmente generi e personaggi eccentrici in una trama frenetica e divertente. Il regista adotta il tratto sintetico e essenziale del fumetto per raccontare una storia che ruota attorno a due rapine avvenute contemporaneamente in due uffici di cambiavalute. La commedia degli errori prende il sopravvento mentre i personaggi si scambiano borse, armi e identità, generando una serie di situazioni caotiche e imprevedibili. La violenza, sempre in agguato, si rivela spesso contro la persona sbagliata, aggiungendo un tocco di inaspettata ironia al film. Il cuore del racconto è il personaggio di Mui Lam-tin, interpretato magistralmente da Aaron Kwok, un criminale psicotico e imprevedibile con un codice etico tutto suo. Kwok porta sullo schermo un personaggio bidimensionale ma estremamente divertente, con tratti fisici esagerati e un comportamento da vera e propria caricatura.
La trama si evolve in modo fluido, passando dalla commedia all'azione senza soluzione di continuità. Mak omaggia il cinema occidentale, in particolare i fratelli Coen e Guy Ritchie, ma con una freschezza e un ritmo tipicamente hongkonghese. La coralità del cast e la rapidità del montaggio contribuiscono a mantenere alto il livello di intrattenimento per tutta la durata del film. La svolta noir con tratti western aggiunge ulteriore profondità alla storia, con la solidarietà tra i tre protagonisti che si muove tra la complicità e l'interesse individuale. Questo equilibrio fragile ma intrigante ricorda i grandi classici del genere, come "Il buono, il brutto, il cattivo" di Sergio Leone.
La trama si evolve in modo fluido, passando dalla commedia all'azione senza soluzione di continuità. Mak omaggia il cinema occidentale, in particolare i fratelli Coen e Guy Ritchie, ma con una freschezza e un ritmo tipicamente hongkonghese. La coralità del cast e la rapidità del montaggio contribuiscono a mantenere alto il livello di intrattenimento per tutta la durata del film. La svolta noir con tratti western aggiunge ulteriore profondità alla storia, con la solidarietà tra i tre protagonisti che si muove tra la complicità e l'interesse individuale. Questo equilibrio fragile ma intrigante ricorda i grandi classici del genere, come "Il buono, il brutto, il cattivo" di Sergio Leone.