Recensione
Pubblicato in Giappone tra il 2021 e il 2023, “JoJo's Bizarre Adventure: Crazy Diamond's Demonic Heartbreak” è un manga spin-off la cui storia si svolge a Morio-cho nel 1999, poco prima degli eventi di “Diamond Is Unbreakable”, ed è incentrata su Hol Horse e Josuke Higashikata. Edito da Shueisha in tre volumi, il manga, tratto dalla celebre saga di Hirohiko Araki, è disegnato da Tasuku Karasuma e scritto da Kōhei Kadono.
“Crazy Diamond's Demonic Heartbreak” non è nulla più di ciò che è riportato sopra, ovvero un manga spin-off di soli tre volumi, con protagonisti Hol Horse e Josuke Higashikata alle prese con un pericoloso portatore di stand, di cui non mi sembra il caso di spoilerare nulla, né nome né altro. Una banalità, direte voi e, invece, non è così. Per quanto si senta la mancanza del tratto inconfondibile del sensei Araki, grande cifra caratteristica della saga, che ha contribuito a renderla celebre in tutto il mondo, la storia di Kadono è veramente ben scritta. Perché i personaggi, oltre a combattere come loro solito, soprattutto Josuke, che, in quanto membro della famiglia Joestar, riesce a cavarsi sempre d’impaccio anche dalle situazioni più disperate, godono di un approfondimento psicologico che non ti aspetteresti mai da una serie come “Le bizzarre avventure di Jojo” (mi perdonerà il sensei Araki). E molto più di Josuke, che è tale e quale a come si presenta nella serie a lui dedicata, sono Hol Horse e Ryoko Kakyoin, cugina del compianto Noriyaki, ad essere maggiormente approfonditi. Esatto, proprio quell’Hol Horse, il dongiovanni vestito da cowboy di “Stardust Crusaders”, e quel Noriyaki Kakyoin membro dei Crusaders, di cui la cugina cerca disperatamente di scoprire le cause della morte. La profondità di questi tre volumi, per quanto non paragonabile a quella di capolavori come “Berserk” o “Attack on Titan” mi ha completamente spiazzato, tanto da farmi apprezzare enormemente questo spin-off, che sarà anche dedicato al protagonista di “Diamond is Unbrekable”, ma, a mio avviso, mette ancora una volta in risalto la serie precedente e i Crusaders tutti. Rivedere Kakyoin genera un grande effetto nostalgia sul lettore, o almeno sul sottoscritto, e, quando Hol Horse ha confessato a Ryoko che suo cugino e i Crusaders hanno salvato il mondo sconfiggendo Dio, a me, personalmente, è venuta un po’ di pelle d’oca.
Chiaro, per me, “Stardust Crusaders” rappresenta il pinnacolo della saga di Araki, ma se questo breve spin-off non andasse oltre l’effetto nostalgia, certamente non sarei qui a consigliarvelo e a valutarlo così positivamente.
Dunque, alla domanda “vale la pena comprare questo manga spin-off?”, cosa risponderei? Probabilmente, no. Non la reputo una lettura fondamentale, anche e soprattutto se avete visto o letto l’opera originale di Araki. Questo è un manga che consiglio a tre tipologie di persone: i fan sfegatati della serie, i nostalgici dell’opera originale e coloro i quali vogliono leggere Jojo in una salsa leggermente diversa da quella consueta.
“Crazy Diamond's Demonic Heartbreak” non è nulla più di ciò che è riportato sopra, ovvero un manga spin-off di soli tre volumi, con protagonisti Hol Horse e Josuke Higashikata alle prese con un pericoloso portatore di stand, di cui non mi sembra il caso di spoilerare nulla, né nome né altro. Una banalità, direte voi e, invece, non è così. Per quanto si senta la mancanza del tratto inconfondibile del sensei Araki, grande cifra caratteristica della saga, che ha contribuito a renderla celebre in tutto il mondo, la storia di Kadono è veramente ben scritta. Perché i personaggi, oltre a combattere come loro solito, soprattutto Josuke, che, in quanto membro della famiglia Joestar, riesce a cavarsi sempre d’impaccio anche dalle situazioni più disperate, godono di un approfondimento psicologico che non ti aspetteresti mai da una serie come “Le bizzarre avventure di Jojo” (mi perdonerà il sensei Araki). E molto più di Josuke, che è tale e quale a come si presenta nella serie a lui dedicata, sono Hol Horse e Ryoko Kakyoin, cugina del compianto Noriyaki, ad essere maggiormente approfonditi. Esatto, proprio quell’Hol Horse, il dongiovanni vestito da cowboy di “Stardust Crusaders”, e quel Noriyaki Kakyoin membro dei Crusaders, di cui la cugina cerca disperatamente di scoprire le cause della morte. La profondità di questi tre volumi, per quanto non paragonabile a quella di capolavori come “Berserk” o “Attack on Titan” mi ha completamente spiazzato, tanto da farmi apprezzare enormemente questo spin-off, che sarà anche dedicato al protagonista di “Diamond is Unbrekable”, ma, a mio avviso, mette ancora una volta in risalto la serie precedente e i Crusaders tutti. Rivedere Kakyoin genera un grande effetto nostalgia sul lettore, o almeno sul sottoscritto, e, quando Hol Horse ha confessato a Ryoko che suo cugino e i Crusaders hanno salvato il mondo sconfiggendo Dio, a me, personalmente, è venuta un po’ di pelle d’oca.
Chiaro, per me, “Stardust Crusaders” rappresenta il pinnacolo della saga di Araki, ma se questo breve spin-off non andasse oltre l’effetto nostalgia, certamente non sarei qui a consigliarvelo e a valutarlo così positivamente.
Dunque, alla domanda “vale la pena comprare questo manga spin-off?”, cosa risponderei? Probabilmente, no. Non la reputo una lettura fondamentale, anche e soprattutto se avete visto o letto l’opera originale di Araki. Questo è un manga che consiglio a tre tipologie di persone: i fan sfegatati della serie, i nostalgici dell’opera originale e coloro i quali vogliono leggere Jojo in una salsa leggermente diversa da quella consueta.