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Ho tentato di guardare il film, ma mi sentivo stanco, e il film era lento, molto lento, alla fine mi sarò addormentato una mezz’oretta e mi sono svegliato per arrivare alla risoluzione del problema delle due ragazze. Insomma, ho perso mezz’ora del film e mi è sembrato non ci fosse bisogno di tornare indietro perché mi sono perso qualcosa, mi è sembrato di non essermi perso nulla.

La storia ha quattro protagoniste: due coppie che vanno avanti parallelamente, le studentesse Nozomi e Mizore, e la fornaia Liz con l’uccellino Aoi. La seconda storia è una favola, la prima la realtà in cui Mizore è attratta da Nozomi, ma non riesce a dirglielo. Mizori ha un carattere schivo, non riesce a farsi amici, non riesce a discutere con nessuno... sempre monosillabi... Nozomi invece è spigliata e popolare fra le compagne. Visto che non ci sono praticamente personaggi maschili (tranne un professore), ho pensato che si trattasse di una storia delicata di stampo shojo ai, e probabilmente è così, e anche altri personaggi oltre alle due studentesse principali me lo fanno pensare.

Naoki Yamada è una buona regista, ma stavolta la storia ha decisamente meno brio rispetto a “A Silent Voice”, dove vengono alla luce tematiche simili; certo, qui la presenza di una coppia omosessuale rende tutto più difficile, in quanto la paura del rifiuto è di natura duplice, e può comportare l’esclusione della lesbica dalla società. Mizore di fatto si auto-esclude da tutti, tranne in parte Nozomi, la quale non si accorge della solitudine dell’amica.

Insomma, uno slice of life che narra una storia potenzialmente drammatica che però ha un finale lieto.
Voto (per quel che ho visto) sei.