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    Di solito pensiamo: Studio Ghibli = Hayao Miyazaki, equazione troppo semplice e a volte sbagliata.
    Lo studio Ghibli è una grande realtà in cui lavorano artisti con i contro-fiocchi: se Hayao è il frontrunner non dobbiamo dimenticare gli altri che collaborano per la sceneggiatura, il chara, le musiche e tante altre cose. Hiromane Yonebayashi il regista di questo film è uno dei tanti collaboratori dello studio Ghibli che è partito dagli intercalar1 [ continua a leggere]
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    Ormai sto recuperando tutto il materiale uscito dallo studio Ghibli e quindi non poteva mancare Ponyo opera molto divisiva del grande maestro Miyazaki.
    Alcuni hanno bocciato quest’opera perché vedendola sono stati delusi dal fatto che è diretta ai bambini e di conseguenza tratta le tematiche importanti con leggerezza e non caratterizza a sufficienza i personaggi.
    Ora che le varie tematiche, in primis l’ecologismo relativo all’uomo che usa i mar1 [ continua a leggere]
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    Premetto che mi è piaciuto.
    Premetto che il mio voto è nove.
    Premetto che - nonostante quanto detto prima - parlerò più male che bene di quest’opera che parla di cinema in modo troppo idealizzato: i film possono essere belli, ma chi li produce spesso il male di vivere conosce. Non parlerò di chi è dipendente da droghe, alcol o sesso, la violenza dietro ad una vita che sembra da sogno. Parlerò della difficoltà di prendere questo film come oro c1 [ continua a leggere]

    8.5/10
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    Dopo “Paranoia Agent”, “Tokyo Godfathers” e “Paprika” sono finalmente riuscito a vedere “Perfect Blue” di Satoshi Kon, e devo ammettere che è diventata la mia opera preferita dell’autore. Rispetto a “Paranoia Agent” e “Paprika” credo che quest’opera si ritrova nel mondo del possibile e credo che (se viene bene) un’opera realistica supera un’opera fantastica.
    Eppure i temi sviluppati da Satoshi Kon qui hanno molto in comune con le sue opere fanta1 [ continua a leggere]

    8.5/10
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    Un ninja vagabondo, Jubei, un agente segreto del governo, Dakuan, e una shinobi, Kagero, si incontreranno, e per motivi diversi lotteranno contro lo shogun del buio e i suoi sottoposti, gli otto demoni di Kimon, otto ninja dai poteri spaventosi.
    Ambientato con ogni probabilità all’inizio dell’epoca Tokugawa, quando qualche sopravvissuto del clan che fu fondato da Hideyoshi Toyotomi spera ancora di far crollare le fondamenta del governo del clan1 [ continua a leggere]

    6.0/10
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    Attenzione: la recensione contiene spoiler

    Da Akihiro Hino, lo scenografo, non sapevo cosa aspettarmi, perché praticamente è il suo primo lavoro in questo ruolo. Dal regista Yoshiyuki Momose mi aspettavo di più, avendo apprezzato poche settimane fa la sua ultima fatica, “L’immaginario”, ma ogni opera in fondo è qualcosa a sé stante e che segue la sua stella. La stella di “Ni no Kuni” è quella della mediocrità, una stella che ti fa dire “Non è b1 [ continua a leggere]

    7.5/10
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    Premetto che il film mi è piaciuto, anche se senza esagerare, ho purtroppo poco da dire a riguardo: la trama risente del fatto di essere abbastanza esile, tutto viene risolto con dei colpi scena - forzature in genere fantastiche che servono per colpire, e con tale effetto coprire la mancanza di idee logiche.
    C’è chi dice che ormai film così ne spuntano in continuazione, film che hanno poco da dire e che vengono fatti con lo stampino: secondo me1 [ continua a leggere]
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    Da poco arrivato ma molto attivo, lo studio David Production ci offre nel 2021 questo bel film, arrivato da noi grazie a Plaion, di cui recentemente sto iniziando a recensire parecchia roba.

    Non parlerò dello staff, di cui a prima vista i nomi non mi dicono nulla, parlerò direttamente dell’opera, che parte come slice of life, fra i sopravvissuti di un terremoto, per virare presto in un film con molti risvolti fantastici. I risvolti arrivano ins1 [ continua a leggere]
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    Non ho mai amato molto Tsukasa Hojo, ho sempre detestato “City Hunter”, e la cosa che preferivo delle gattine era la sigla di Cristina D’Avena... certo, riconosco che le donne disegnate da Hojo sono mozzafiato, ma il character design della coppia Haruhisa Nakata e Junko Yamanaka rovina tutto quanto.

    Diciamolo subito, l’episodio è godibile, anche se ci sono cose che non vanno: prima fra tutte che è un miscuglio di cliché sfruttatissimi, e si ved1 [ continua a leggere]
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    Ho tentato di guardare il film, ma mi sentivo stanco, e il film era lento, molto lento, alla fine mi sarò addormentato una mezz’oretta e mi sono svegliato per arrivare alla risoluzione del problema delle due ragazze. Insomma, ho perso mezz’ora del film e mi è sembrato non ci fosse bisogno di tornare indietro perché mi sono perso qualcosa, mi è sembrato di non essermi perso nulla.

    La storia ha quattro protagoniste: due coppie che vanno avanti pa1 [ continua a leggere]
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    Non c’è molto da dire su questo film, tranne che è praticamente opera di un one man show, il quale ha steso il soggetto originale, la sceneggiatura, si è occupato della regia e del suono... Insomma, non è la prima volta che mi capita di avere a che fare con un artista accentratore, ma il problema è che, per quanto l’esito non sia del tutto disprezzabile, si vede che Yoshinobu Sena avrebbe dovuto delegare o farsi aiutare da qualcun altro. Sì, lo1 [ continua a leggere]

    8.0/10
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    Non tutto ciò che tocca Makoto Shinkai è buono, ma lo stesso si può dire al contrario: non tutto ciò che tocca è insufficiente. Ormai ho visto di questo autore numerose opere: da “5 cm al secondo” a “Il viaggio verso Agartha”, da “Il giardino delle parole” a “Suzume”, e il mio giudizio è sempre diverso a seconda di ciò che mi fa provare. Sì, in base a ciò che mi fa provare, perché sovente dovrei bocciare ciò che propone per forzature evidenti e1 [ continua a leggere]