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6.0/10
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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Da Akihiro Hino, lo scenografo, non sapevo cosa aspettarmi, perché praticamente è il suo primo lavoro in questo ruolo. Dal regista Yoshiyuki Momose mi aspettavo di più, avendo apprezzato poche settimane fa la sua ultima fatica, “L’immaginario”, ma ogni opera in fondo è qualcosa a sé stante e che segue la sua stella. La stella di “Ni no Kuni” è quella della mediocrità, una stella che ti fa dire “Non è brutto…”, ma che non ti fa esaltare per quello che hai visto.

Lo sceneggiatore ha cercato di mettere qualche tema di fondo per esaltare il lato istruttivo: il protagonista disabile o la domanda se sapresti uccidere per salvare chi ami... ma tutto gestito male!
Certo, ci rimani male quando Yu non può seguire i suoi amici alla creperia, perché esiste una barriera architettonica, ma poi non se ne parla più.
Certo, ci sono cose peggiori, tipo l’antagonista: ti accorgi dopo un minuto che quel personaggio puzza e anche la sua storia strappalacrime è gestita veramente male. Come varie forzature che arrivano al pettine soprattutto verso la fine, quando tiri i fili e certi nodi non si sciolgono in modo logico.

Sì, la storia inizia in modo banale: un film fantastico in cui i nostri eroi, i migliori amici Yu e Haru, sono chiamati nell’altro mondo e salvano la principessa del regno in cui si trovano; con il finale ti accorgi che ciò non sarebbe dovuto essere, perché la principessa racconta (e come fa a saperlo?) che li ha convocati l’antagonista che stava per ucciderla... Forse questa è la cosa peggiore, perché l’antagonista con i due amici si comporta in modo ballerino, ma di certo essi sono un peso...
Poi tante altre cose non vanno: entrano a palazzo e il palazzo non ha quasi guardie, e possono intrufolarsi dove vogliono... sì, questa sembra una sciocchezza, ma basta poco per capire che, se mancano le guardie, non possono mancare i servi, soprattutto in affanno vicino al letto di una principessa morente!
Poi i combattimenti sono poveri, non colpiscono la fantasia di chi li vede!

Se si va insomma avanti senza meravigliarsi di queste pochezze, può anche piacere, ma alla fine il voto migliore secondo me è sei.