Recensione
Redline
8.0/10
Gli sport non mi piacciono né dal vivo né in televisione, ma mi piacciono invece molto gli anime o i manga che trattano di sport. Forse questo discorso l’ho già fatto recensendo qualche capolavoro. Lo faccio nuovamente: “Redline” non è un capolavoro, ma comunque lo trovo bello con i suoi cento minuti di adrenalina.
La leggenda vuole che non si è utilizzata la CGI, ma ci sono voluti centomila disegni fatti a mano con una lavorazione durata sette anni. Il regista Takeshi Koike lo abbiamo riconosciuto con meno fortuna in seguito, all’opera su “Lupin III”. Dico meno fortuna, perché “Redline” è un’esplosione di colori e di follia, tant’è vero che lo abbiano paragonato a “la corsa più pazza del mondo” (la Cannonball) e a “Fast & Furious”, qualcosa tra il tamarro e l’eccentrico, si può dire un’americanata.
La trama è semplice: nell’universo si tengono delle gare tra il legale e l’illegale, tra lo sportivo e la violenza. La più mortale di queste gare è la Redline, dove tutto è ammesso. Il nostro eroe, fra tutte le razze esistenti (tipo “Star Wars”), è quello che sembra un terrestre, detto il bravo ragazzo perché non usa armi durante le sfide. La gara si svolgerà, mentre il film si muove su più piani: la gara, la storia d’amore fra il protagonista e la bella aliena Sonoshee, e il tentativo di uccidere i corridori da parte delle autorità del pianeta Roboworld... tutto ciò per rendere interessante una trama che fa a meno di interessarsi di grandi temi.
Insomma, quello che posso dire è che questo film sembra un B-Movie, ma come molti suoi simili durerà più di film studiati per essere seri o considerati opere d’arte. Vi sembrerà di essere in un trip di acido, una sinfonia di colore e velocità, con alcuni cali della velocità quando i personaggi non sono in gare e interagiscono fra di loro. Ma credo che in fondo la storia d’amore sia stata comunque utile ai fini della trama, anche se in effetti non è molto approfondita (cosa che avrebbe potuto diventare pesante).
Ora che ho circoscritto tutto con un giudizio, veniamo al voto: otto.
La leggenda vuole che non si è utilizzata la CGI, ma ci sono voluti centomila disegni fatti a mano con una lavorazione durata sette anni. Il regista Takeshi Koike lo abbiamo riconosciuto con meno fortuna in seguito, all’opera su “Lupin III”. Dico meno fortuna, perché “Redline” è un’esplosione di colori e di follia, tant’è vero che lo abbiano paragonato a “la corsa più pazza del mondo” (la Cannonball) e a “Fast & Furious”, qualcosa tra il tamarro e l’eccentrico, si può dire un’americanata.
La trama è semplice: nell’universo si tengono delle gare tra il legale e l’illegale, tra lo sportivo e la violenza. La più mortale di queste gare è la Redline, dove tutto è ammesso. Il nostro eroe, fra tutte le razze esistenti (tipo “Star Wars”), è quello che sembra un terrestre, detto il bravo ragazzo perché non usa armi durante le sfide. La gara si svolgerà, mentre il film si muove su più piani: la gara, la storia d’amore fra il protagonista e la bella aliena Sonoshee, e il tentativo di uccidere i corridori da parte delle autorità del pianeta Roboworld... tutto ciò per rendere interessante una trama che fa a meno di interessarsi di grandi temi.
Insomma, quello che posso dire è che questo film sembra un B-Movie, ma come molti suoi simili durerà più di film studiati per essere seri o considerati opere d’arte. Vi sembrerà di essere in un trip di acido, una sinfonia di colore e velocità, con alcuni cali della velocità quando i personaggi non sono in gare e interagiscono fra di loro. Ma credo che in fondo la storia d’amore sia stata comunque utile ai fini della trama, anche se in effetti non è molto approfondita (cosa che avrebbe potuto diventare pesante).
Ora che ho circoscritto tutto con un giudizio, veniamo al voto: otto.