Recensione
L'attesa
8.0/10
Recensione di Irene Tempesta
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Letto, incuriosita dalla presenza dell'autrice Keum Suk Gendry-Kim a Lucca Comics and Games 2024.
"L'attesa" è una storia cruda, basata su fatti realmente accaduti ed esperienze di vita vissute drammaticamente, che narra di una famiglia coreana divisa da un confine tutt'ora orribile: il 38° parallelo, una linea che divide la parte Nord dal Sud, e che ha separato centinaia di migliaia di famiglie negli anni '50.
Il racconto di snoda tra presente e passato, focalizzandosi principalmente su Gwi-ja, una ragazza che nel 1937 mostra in ogni aspetto la dura vita di campagna delle famiglie coreane, la povertà, la discriminazione sessuale, il gelo patito, la guerra incombente e i fratelli al fronte, i matrimoni combinati -tipici dell'epoca- a cui anche Gwi-ja, come sua madre, dovette soccombere e accettare per non rischiare di essere violentata dai giapponesi.
Dopo la caduta del Giappone e la conquista dell'indipendenza da parte della Corea, Gwi-ja e il marito, con cui strinse -nonostante tutto- un legame solido e tenero, ebbe due figli e per poco vissero un breve periodo di pace e amore; purtroppo tale pace non durò a lungo e nel 1950 con la Guerra la famiglia decise di fuggire verso il sud come molti altri.
L'animo umano, nel suo egoismo e nel forte spirito di sopravvivenza, viene mostrato in tutto il suo crudo realismo con le famiglie sfasciate e abbandonate.
Questa interessante autrice sa mostrare i fatti più crudi sulla povertà, sulla guerra, bilanciandoli a momenti più leggeri tornando al presente più sereno dove Gwi-ja è anziana, in modo chiaro e incisivo.
La storia non può che emozionare in molti punti.
Il tratto di Keum Suk Gendry-Kim è leggero, a volte abbozzato, ma deciso.
La Bao publishing ne ha fatto un'ottima edizione con una copertina che cattura il lettore e incuriosisce, e finito di leggere la Graphic Novel, quella copertina assume un significato intenso.
Consigliato a chi vuol scoprire un pezzo di storia della Corea che tuttora dilania e separa moltissime famiglie, raccontata però con un tocco leggero, ma emozionante.
"L'attesa" è una storia cruda, basata su fatti realmente accaduti ed esperienze di vita vissute drammaticamente, che narra di una famiglia coreana divisa da un confine tutt'ora orribile: il 38° parallelo, una linea che divide la parte Nord dal Sud, e che ha separato centinaia di migliaia di famiglie negli anni '50.
Il racconto di snoda tra presente e passato, focalizzandosi principalmente su Gwi-ja, una ragazza che nel 1937 mostra in ogni aspetto la dura vita di campagna delle famiglie coreane, la povertà, la discriminazione sessuale, il gelo patito, la guerra incombente e i fratelli al fronte, i matrimoni combinati -tipici dell'epoca- a cui anche Gwi-ja, come sua madre, dovette soccombere e accettare per non rischiare di essere violentata dai giapponesi.
Dopo la caduta del Giappone e la conquista dell'indipendenza da parte della Corea, Gwi-ja e il marito, con cui strinse -nonostante tutto- un legame solido e tenero, ebbe due figli e per poco vissero un breve periodo di pace e amore; purtroppo tale pace non durò a lungo e nel 1950 con la Guerra la famiglia decise di fuggire verso il sud come molti altri.
L'animo umano, nel suo egoismo e nel forte spirito di sopravvivenza, viene mostrato in tutto il suo crudo realismo con le famiglie sfasciate e abbandonate.
Questa interessante autrice sa mostrare i fatti più crudi sulla povertà, sulla guerra, bilanciandoli a momenti più leggeri tornando al presente più sereno dove Gwi-ja è anziana, in modo chiaro e incisivo.
La storia non può che emozionare in molti punti.
Il tratto di Keum Suk Gendry-Kim è leggero, a volte abbozzato, ma deciso.
La Bao publishing ne ha fatto un'ottima edizione con una copertina che cattura il lettore e incuriosisce, e finito di leggere la Graphic Novel, quella copertina assume un significato intenso.
Consigliato a chi vuol scoprire un pezzo di storia della Corea che tuttora dilania e separa moltissime famiglie, raccontata però con un tocco leggero, ma emozionante.