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7.0/10
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La prima volta che vidi Cowboy bebop, durante i passaggi televisivi su Mtv, rimasi da subito colpito dalla incredibile fluidità delle animazioni e dalla qualità indubbia della colonna sonora. Il giudizio sulla trama invece non poté allora che essere approssimativo, giacché visionai solo alcuni episodi e seguii in modo discontinuo la messa in onda. In ogni caso la storia mi sembrò matura ed originale. Dovetti aspettare l'edizione DVD per poter esprimere al meglio un giudizio su tale anime. Devo dire che con il senno di poi e ad un più attento esame, molte delle valutazioni da me in passato fatte hanno trovato conferma. Sul piano grafico l'opera è infatti inappuntabile: animazioni di altissimo livello, sapiente uso della CG, sempre perfettamente impiegata, character design decisamente buono (ricorda molto, in alcuni frangenti, Lupin-gambe sottili e storte, terminanti con grossi piedoni, per gli uomini, corpi generosi e prorompenti per le donne-). La colonna sonora si conferma davvero notevole e le songs tali da poterne estrarre un vero e proprio "greatest hits".
Gli episodi si susseguono senza incertezze andando a costruire tassello dopo tassello un più vasto mosaico. Le storie sono infatti tendenzialmente autoconclusive, e disseminano qua e là indizi sul passato dei protagonisti, avvalendosi spesso del flashback. La curiosità sarà infatti il principale motivo che spingerà lo spettatore a seguire l'opera. Purtroppo, sebbene l'anime possegga un comparto tecnico ineccepibile, una sceneggiatura attenta e una regia pionieristica, presenta tuttavia una serie di difetti che ne minano sensibilmente il giudizio finale.
Primo fra tutti il ritmo. La storia è decisamente lenta, nel suo svolgersi. Non che l'azione manchi, ma anche in quei casi lo spettatore è poco partecipe, vittima forse di una apatia contagiosa dei personaggi principali (fanno i cacciatori di taglie e sono di rado emotivamente coinvolti nelle avventure che affrontano). Nelle scene abbondano i silenzi, talvolta rotti da uno sbadiglio o da un borborigmo, dei sempre affamati e spesso sonnecchianti protagonisti. Riprendere la quotidianità dei personaggi conferisce loro sicuramente una maggiore tridimensionalità a scapito però del mero intrattenimento. Altro difetto non trascurabile sta nel finale. Girato in maniera esemplare e altamente spettacolare ma purtroppo decisamente inconcludente. Capite bene che sorbirsi 26 episodi per poi trovarsi di fronte il nulla è decisamente frustrante.
La sensazione è che al di là della forma (che si tratti dell'aspetto audio-visivo, della sceneggiatura, o della regia), l'opera difetti di un soggetto ben delineato. Voglio dire, di cosa parla Cowboy Bebop?
Non di amore. Gli episodi dedicati al rapporto Spike-amata saranno forse 4 e neanche troppo esaltanti.
Non di amicizia. Alla fine gli unici che rimangono insieme oltre a Faye e Jet (la prima torna al Bebop solo dopo aver scoperto che non c'è nessuno ad aspettarla-un bel ripiego alla faccia dell'amicizia), sono Edward e il cane (eh si che il cane è il miglior amico dell'uomo...o donna?).
Non di coraggio. I protagonisti sono sempre troppo disillusi, quasi svogliati. Sembrano agire più per rassegnazione che per convinzione o per un più grande ideale. Insomma forse il più grande pregio di Cowboy Bebop è anche il suo più grande difetto. Una descrizione maniacale della vita nei suoi colori più grigi senza slanci emotivi, realistica al punto da non lasciar spazio al sogno e all'evasione. Consigliato solo a chi ama la buona animazione (per lo più sul piano tecnico), e le "mezze tinte".