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7.0/10
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Che furbacchioni questi giapponesi! Si sa che il primo episodio di una serie – e magari anche il secondo - hanno l’onere di convincere noi spettatori a vedere tutti gli altri. Gli autori di Ga-Rei Zero hanno, quindi, pensato bene di mischiare le carte con i primi due episodi che in ordine cronologico vanno collocati alla fine della storia.
Nelle prime due puntate il ritmo è serratissimo, assistiamo a scene d’azione condite con un po’ di splatter e non si ha nemmeno il tempo di riflettere su cosa stia succedendo né di capire cosa si stia vedendo. In particolare vi chiederete: Ma chi sono i protagonisti? Entrambi questi episodi, difatti, producono un effetto straniante, disorientano al punto che i personaggi che vediamo, e che sembrano essere quelli principali, in realtà sono solo delle comparse. Il primo episodio, soprattutto, lo definirei uno spot per promuovere tutta la serie.

Dopo il flash forward la vera storia inizia con il terzo episodio, nel quale il ritmo adrenalinico degli episodi precedenti è smorzato bruscamente, da qui i combattimenti subiscono un calo a livello di spettacolarità. A questo punto per rendere il tutto più piccante sono inserite un paio di scene yuri, ma davvero un paio contate non illudetevi, che creano un alone di fascino sulle due protagoniste. E il cui unico compito è strizzare l’occhio allo spettatore per convincerlo a continuare la visione nonostante il ritmo più lento della storia. Ma di cosa parla esattamente quest’anime?
Ga-Rei Zero è il prequel del manga Ga-Rei di Hajime Segawa, racconta le vicende di due ragazze: Kagura e Yomi, entrambe membri di famiglie di esorcisti che hanno il dono di vedere gli spiriti e l’arduo compito, tramandato da generazione in generazione, di “eliminare coloro che portano la morte nel mondo degli umani”. E se fosse proprio una delle due a portare morte nel mondo?

Kagura, così come suo padre ed i suoi predecessori, è destinata ad ospitare nel suo corpo uno spirito bestia, Ga Rei Biakurei. Tale spirito divora a poco a poco l’anima di chi lo possiede, condannandolo a una breve vita. Kagura è sempre stata rassegnata al suo destino, passando le giornate ad allenarsi insieme al severo padre, con il quale non ha mai avuto un vero legame. Dopo la morte della madre si trasferisce a casa di uno zio e di sua figlia adottiva, Yomi, che diventerà per lei come una sorella. Gli episodi centrali mostrano il rapporto tra le due adolescenti, relegando un po’ sullo sfondo i combattimenti - gli amanti dell'azione, quindi, potrebbero rimanere un po' delusi. Il legame che s'instaura tra le ragazze è raccontato molto bene, Yomi e Kagura si amano moltissimo, ma è unicamente un amore tra due amiche/sorelle, un amore che supera persino quello verso il proprio fidanzato o il proprio padre.

Personalmente il primo episodio mi aveva lasciata interdetta per i primi dieci minuti ricchi di scene di combattimento in stile videogioco, poi il secondo episodio mi ha conquistata e devo dire che non mi sono affatto pentita di averlo visto tutto. Ga-Rei Zero racconta del faticoso percorso per diventare un esorcista e di quanto sia doloroso e per niente scontato dovere sacrificare sé stessi e la propria felicità per questa causa. Racconta del difficile rapporto tra un padre e una figlia. Di come sia sottile la linea tra bene e male, come sia facile oltrepassarla quando si ha perso tutto, quando si è disperati. In quei momenti persino i buoni (ma in fondo chi è che decide chi sono i buoni?) possono commettere atti orribili.

Questo aspetto forse è quello che ho apprezzato di più, perché nella maggioranza degli anime c’è una divisione netta tra i buoni e i cattivi, qui grazie all’ambivalenza di Yomi questa linea scompare. Altro aspetto per cui quest'anime si distingue da molti altri è che sono principalmente le donne a combattere e non per questo i combattimenti sono meno cruenti o avvincenti.
Oltre alle protagoniste, gli altri personaggi sono caratterizzati in modo approssimativo, complice anche la brevità della serie. Ga-Rei Zero è a tratti uno sci-fi, a tratti una commedia sentimentale, a tratti un anime drammatico. E’ difficile racchiuderlo in un unico genere. Il fulcro della storia è l’evolversi dell'intensissimo rapporto tra le due ragazze, raccontato dall’inizio alla fine. Quindi poco importa se l’anime ci lascia con molti interrogativi e questioni in sospeso, non a caso è un prequel e tutto quello che non ci viene svelato s'intuisce che sarà narrato nel manga.

Bella l’opening Paradise Lost di Minori Chihara, così come l’ending Yume no Ashioto ga Kikoeru, e in generale tutta l’OST è apprezzabile. Il character design è molto accattivante - Yomi sembra la sorella maggiore di Mio di K-On, quindi se siete fan di Mio è probabile che apprezzerete anche Yomi -, i colori sono gradevoli e gli sfondi non sono da meno. Anche la regia mi è piaciuta molto, in particolare nelle scene d’azione. Per farla breve, a livello visivo Ga-Rei è un anime estremamente piacevole.
Gli ultimi episodi sono i migliori, ricchi di suspense, momenti intensi ed emozionanti, di combattimenti spettacolari e nonostante il finale sia, a mio parere, volutamente prevedibile, risulta comunque ricco di pathos e drammaticità.