Recensione
Mars
10.0/10
Questo manga non può essere definito con altre parole se non "capolavoro".
Ho riscoperto il valore dell'opera ad una seconda lettura, dato che la prima mi aveva preso tanto da levarmi il fiato, senza lasciarmi la possibilità di capire cosa avessi per le mani. Amo Fuyumi Soryuo in generale, il suo tratto sottile, il suo garbo di autrice, ma credo che Mars sia il suo lavoro meglio riuscito: uno shoujo che sa toccare con leggerezza le corde dell'animo umano fino a farle vibrare di profondità.
La banalità è una categoria non attraversata dalla storia, che si sofferma su questioni importanti, su riflessioni anche pericolose.
L'autrice si chiede cosa spinga una persona al suicidio, cosa porti ad uccidere, quali paure e quali ombre invadono l'animo di ognuno di noi, e risponde con maestria psicologica.
Riesce a mostrare gli esseri umani per quello che sono: miscugli di luce e fango.
Il tutto con una tecnica esemplare, che sa, attraverso una minuziosa eleganza, narrare con le immagini ciò che non viene espresso dalle seppur meravigliose parole.
Mars è soprattutto un inno all'amore, un amore che non si riduce alla semplice cotta adolescenziale, ma oltrepassa il dolore più puro fino a superarlo e abbatterlo. Mars spiega con quale armonia due cuori possono trovarsi e salvarsi.
I personaggi principali sono meravigliosi nella loro complessità, entrambi ragazzi con un passato difficile, entrambi giunti ad un punto morto della loro esistenza, ad un luogo di estrema solitudine. Rei, che considera la sua vita poco più di una pezza da gettare via, e Kira, che chiusa in un guscio di seta osserva il mondo e lo distrugge nella sua timidezza.
Si troveranno e riusciranno a comprendere il vero posto loro assegnato nella vita: l'uno accanto all'altra.
I colpi di scena si susseguono con un ritmo incalzante, fino alla scena finale, a mio avviso meravigliosa, che non può lasciare indifferenti.
A dispetto del suo nome Shoujo, Mars è un manga che non si può racchiudere in una definizione.
Va letto. Assaporato. Vissuto.
Ho riscoperto il valore dell'opera ad una seconda lettura, dato che la prima mi aveva preso tanto da levarmi il fiato, senza lasciarmi la possibilità di capire cosa avessi per le mani. Amo Fuyumi Soryuo in generale, il suo tratto sottile, il suo garbo di autrice, ma credo che Mars sia il suo lavoro meglio riuscito: uno shoujo che sa toccare con leggerezza le corde dell'animo umano fino a farle vibrare di profondità.
La banalità è una categoria non attraversata dalla storia, che si sofferma su questioni importanti, su riflessioni anche pericolose.
L'autrice si chiede cosa spinga una persona al suicidio, cosa porti ad uccidere, quali paure e quali ombre invadono l'animo di ognuno di noi, e risponde con maestria psicologica.
Riesce a mostrare gli esseri umani per quello che sono: miscugli di luce e fango.
Il tutto con una tecnica esemplare, che sa, attraverso una minuziosa eleganza, narrare con le immagini ciò che non viene espresso dalle seppur meravigliose parole.
Mars è soprattutto un inno all'amore, un amore che non si riduce alla semplice cotta adolescenziale, ma oltrepassa il dolore più puro fino a superarlo e abbatterlo. Mars spiega con quale armonia due cuori possono trovarsi e salvarsi.
I personaggi principali sono meravigliosi nella loro complessità, entrambi ragazzi con un passato difficile, entrambi giunti ad un punto morto della loro esistenza, ad un luogo di estrema solitudine. Rei, che considera la sua vita poco più di una pezza da gettare via, e Kira, che chiusa in un guscio di seta osserva il mondo e lo distrugge nella sua timidezza.
Si troveranno e riusciranno a comprendere il vero posto loro assegnato nella vita: l'uno accanto all'altra.
I colpi di scena si susseguono con un ritmo incalzante, fino alla scena finale, a mio avviso meravigliosa, che non può lasciare indifferenti.
A dispetto del suo nome Shoujo, Mars è un manga che non si può racchiudere in una definizione.
Va letto. Assaporato. Vissuto.