Recensione
Uno dei pochissimi Isekai, o simili, decenti: allegro, leggero, privo di tragicità superflua; e infatti, a che serve la serietà greve e tragica, alla "Sword Art Online" (e altri anime ancor più grevi), in una realtà virtuale, ambientata in un gioco di ruolo online?
La tragicità, la serietà, la pesantezza hanno senso in un contesto legato alla realtà, a un'ambientazione che riguarda la vita vissuta (i cosiddetti slice of life) o in ambientazioni storiche, del passato, più o meno metaforico, quando non inappuntabili; ma quando la tragedia della vita la si vuole trasporre in un videogioco, diventa grottesco e ridicolo, senza far ridere direttamente.
Ecco, "Last Period: The Journey to The End of The Despair" non è questa roba. E infatti merita una visione proprio per questo: ironia e leggerezza in tematiche del genere sono d'obbligo.
La tragicità, la serietà, la pesantezza hanno senso in un contesto legato alla realtà, a un'ambientazione che riguarda la vita vissuta (i cosiddetti slice of life) o in ambientazioni storiche, del passato, più o meno metaforico, quando non inappuntabili; ma quando la tragedia della vita la si vuole trasporre in un videogioco, diventa grottesco e ridicolo, senza far ridere direttamente.
Ecco, "Last Period: The Journey to The End of The Despair" non è questa roba. E infatti merita una visione proprio per questo: ironia e leggerezza in tematiche del genere sono d'obbligo.