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Malinconico: se dovessi descrivere con un aggettivo Black Bullet sarebbe proprio il termine adatto.

Scritto da Shiden Kabzaki con i disegni di Saki Ukai, Black Bullet è una serie di light novel abbandonata dall'autore al settimo volume dopo che un esaurimento nervoso causato dalla brutta accoglienza ricevuta dall'anime in patria gli ha tolto la motivazione per continuare a scrivere.

I protagonisti vivono in un fragile equilibrio che essi stessi riconoscono come precario ma non riescono a trovare la volontà di solidificarlo. Il mondo è costantemente minacciato dalla presenza di mostri comparsi 10 anni prima chiamati Gastrea che hanno già contribuito alla morte del 90% della popolazione umana e nonostante i protagonisti subiscano discriminazione e ingiustizie varie riescono con la reciproca compagnia a non soccombere e combattere. Combattono per non soccombere, combattono per seguire un personale codice di giustizia ma combattono innanzitutto per il mantenimento dello status quo. Tutte le azioni che si susseguono nel corso dei volumi non nascono da una loro iniziativa nel tentativo di migliorare la situazione corrente ma vengono causate da un fattore esterno. I personaggi subiscono lo scorrere degli eventi e combattono per il ripristino del confortevole status quo iniziale, preferibile alle ineluttabili perdite che li spetterebbero se prendessero l'iniziativa e seguissero l'agenda che si sono prefissati. Più volte la paura nell'agire ha comportato conseguenze negative ma anche le volte che tale paura viene superata il risultato spesso rimane comunque negativo se non peggiore contribuendo all'inerzia dei protagonisti.


L'opera non è solo malinconia e fatalismo, il ritmo dei volumi è ottimo e vengono ben bilanciati i momenti d'azione e di commedia mentre l'info dumping è contenuto. I personaggi non brillano di originalità ma funzionano e con la loro caratterizzazione raggiungono un discreto grado di unicità dopo qualche volume. Il punto debole dell'opera è la sceneggiatura dove è palesemente assente una organizzazione dell'opera nel suo complesso e all'interno dei singoli volumi stessi. Per uscire dai pasticci quando si ritrova in un vicolo cieco l'autore fa ricorso a dei cliché di genere o ripete espedienti dai volumi precedenti.