Recensione
Scum's Wish
7.0/10
Premetto che non amo il genere scolastico, spesso banale, ripetitivo e stereotipato.
L’anime in questione, pur presentando degli evidenti limiti, nel complesso non mi ha lasciata indifferente.
I due protagonisti, Hanabi e Mugi, innamorati rispettivamente di due giovani insegnanti, ma non ricambiati, condividono la stessa frustrazione e lo stesso bisogno di colmare il proprio vuoto affettivo. Intraprendono, dunque, una relazione intima, fisica, ma che, per accordo espresso, deve lasciare fuori i sentimenti. Giurano che non si innamoreranno l’uno dell’altra e si promettono che, nel caso uno dei due avesse avuto successo con la persona amata, la relazione avrebbe avuto termine.
Quella dei due diciassettenni è l’inizio di una discesa verso il fondo, un viaggio nel torbido delle loro anime, nell’oscurità della loro solitudine, dove trovano spazio squallidi compromessi, dove la scoperta dell’eros diventa un surrogato dell’affettività e dove lo sfruttamento del corpo e dei sentimenti altrui diventa un modo per placare il proprio ego mortificato.
L’atmosfera dell’intero anime è cupa, a tratti disturbante, ma perfettamente coerente con lo stato emotivo dei personaggi, con la sensazione di solitudine e con il disagio che i loro comportamenti disfunzionali esprimono.
L’opera ci consegna una rappresentazione cinica, cruda e nichilista dell’universo adolescenziale. Dietro all’apparente normalità della vita di alcuni studenti diciassettenni, si nasconde un profondo disagio, un enorme vuoto esistenziale, un’immaturità affettiva ed emotiva che, per alcuni personaggi, rischia di restare irrisolta e di condizionare anche l’età adulta. Tuttavia, tale rappresentazione della condizione giovanile, che appare così confusa e fragile, seppur potenzialmente realistica e attuale, rischia di non essere credibile se slegata da qualsiasi contesto. L’anime si concentra, in maniera quasi claustrofobica, sull’introspezione psicologica dei personaggi e sulle relazioni tra gli stessi (spesso indugiando sulla sfera sessuale delle relazioni stesse), senza allargare l’orizzonte su tutto ciò che li circonda. Non ci sono riferimenti ai condizionamenti della società in cui i personaggi si muovono, al ruolo della scuola, alle aspettative sul proprio futuro professionale; non vengono indagati i rapporti con gli adulti, i genitori, gli insegnanti...
Anche con riferimento agli altri personaggi, che ruotano intorno ad Hanabi e Mugi, essi sembrano esistere solo funzionalmente ai due protagonisti, per enfatizzarne la dinamica relazionale, con estremizzazioni nella rappresentazione dei loro comportamenti e nella caratterizzazione delle loro personalità al limite della realtà.
Attenzione: la parte seguente contiene spoiler
Il finale dell’anime, a mio avviso, rappresenta il maggiore punto di forza, il momento dal respiro più ampio, che restituisce un senso e un equilibrio a tutta l’opera. Un finale amaro, malinconico, ma, allo stesso tempo, poetico e catartico. I personaggi mostrano la loro evoluzione, maturano attraverso i propri errori, imparano l’amor proprio e il rispetto per gli altri. Hanabi e Mugi, incontrandosi dopo diversi mesi, in un momento che lei definisce “al contempo eterno e fugace”, in cui sono i loro cuori a toccarsi e non i loro corpi, realizzano di aver perduto il loro momento per sempre... Per ricominciare, dovranno cercare altrove il sentimento puro, l’amore genuino, senza temere di ferirsi, senza temere la solitudine e senza cercare qualcuno che li salvi.
Altro punto di forza riguarda il comparto tecnico: belli i disegni e ed estremamente fluida e piacevole l’animazione, perciò il mio voto finale è 7.
L’anime in questione, pur presentando degli evidenti limiti, nel complesso non mi ha lasciata indifferente.
I due protagonisti, Hanabi e Mugi, innamorati rispettivamente di due giovani insegnanti, ma non ricambiati, condividono la stessa frustrazione e lo stesso bisogno di colmare il proprio vuoto affettivo. Intraprendono, dunque, una relazione intima, fisica, ma che, per accordo espresso, deve lasciare fuori i sentimenti. Giurano che non si innamoreranno l’uno dell’altra e si promettono che, nel caso uno dei due avesse avuto successo con la persona amata, la relazione avrebbe avuto termine.
Quella dei due diciassettenni è l’inizio di una discesa verso il fondo, un viaggio nel torbido delle loro anime, nell’oscurità della loro solitudine, dove trovano spazio squallidi compromessi, dove la scoperta dell’eros diventa un surrogato dell’affettività e dove lo sfruttamento del corpo e dei sentimenti altrui diventa un modo per placare il proprio ego mortificato.
L’atmosfera dell’intero anime è cupa, a tratti disturbante, ma perfettamente coerente con lo stato emotivo dei personaggi, con la sensazione di solitudine e con il disagio che i loro comportamenti disfunzionali esprimono.
L’opera ci consegna una rappresentazione cinica, cruda e nichilista dell’universo adolescenziale. Dietro all’apparente normalità della vita di alcuni studenti diciassettenni, si nasconde un profondo disagio, un enorme vuoto esistenziale, un’immaturità affettiva ed emotiva che, per alcuni personaggi, rischia di restare irrisolta e di condizionare anche l’età adulta. Tuttavia, tale rappresentazione della condizione giovanile, che appare così confusa e fragile, seppur potenzialmente realistica e attuale, rischia di non essere credibile se slegata da qualsiasi contesto. L’anime si concentra, in maniera quasi claustrofobica, sull’introspezione psicologica dei personaggi e sulle relazioni tra gli stessi (spesso indugiando sulla sfera sessuale delle relazioni stesse), senza allargare l’orizzonte su tutto ciò che li circonda. Non ci sono riferimenti ai condizionamenti della società in cui i personaggi si muovono, al ruolo della scuola, alle aspettative sul proprio futuro professionale; non vengono indagati i rapporti con gli adulti, i genitori, gli insegnanti...
Anche con riferimento agli altri personaggi, che ruotano intorno ad Hanabi e Mugi, essi sembrano esistere solo funzionalmente ai due protagonisti, per enfatizzarne la dinamica relazionale, con estremizzazioni nella rappresentazione dei loro comportamenti e nella caratterizzazione delle loro personalità al limite della realtà.
Attenzione: la parte seguente contiene spoiler
Il finale dell’anime, a mio avviso, rappresenta il maggiore punto di forza, il momento dal respiro più ampio, che restituisce un senso e un equilibrio a tutta l’opera. Un finale amaro, malinconico, ma, allo stesso tempo, poetico e catartico. I personaggi mostrano la loro evoluzione, maturano attraverso i propri errori, imparano l’amor proprio e il rispetto per gli altri. Hanabi e Mugi, incontrandosi dopo diversi mesi, in un momento che lei definisce “al contempo eterno e fugace”, in cui sono i loro cuori a toccarsi e non i loro corpi, realizzano di aver perduto il loro momento per sempre... Per ricominciare, dovranno cercare altrove il sentimento puro, l’amore genuino, senza temere di ferirsi, senza temere la solitudine e senza cercare qualcuno che li salvi.
Altro punto di forza riguarda il comparto tecnico: belli i disegni e ed estremamente fluida e piacevole l’animazione, perciò il mio voto finale è 7.