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La serie è un puro capolavoro.

Soprattutto per chi cerca un anime con un significato psicologico, filosofico, in grado di far ragionare e anche insegnare, questo è l'anime perfetto. Stupendo tutto il ragionamento sulla realtà virtuale e il confine fragile tra realtà concreta e immaginaria. Personalmente, ho trovato anche una bella critica lanciata dall'autore, ovvero una realtà come quella vissuta da Lain fortemente apatica, forse a sottolineare la staticità che si instaura a volte nei rapporti familiari, quando tutte le azioni diventano pura abitudine e vengono compiute semplicemente perché è giusto farle, non perché ci sia una mera volontà dietro. Oltre a ciò si espone il rischio della realtà virtuale di divorare completamente la pura identità personale, il proprio ego, fino ad arrivare alla riflessione finale dove ci si chiede e persiste il dubbio di quale funzione abbia effettivamente la carne, il corpo delle persone, se alla fine potrebbe anche farsi bastare l'anima, libera di viaggiare nel web. In ciò è bellissimo il richiamo alla filosofia del corpo come prigione dell'essere, anche se qua la prigione dell'anima diventa proprio il web. Si conclude quindi con il comprendere come il corpo attesti proprio non solo la nostra presenza come uomini e status sociali, ma proprio come simbolo di empatia corporea, di entità necessarie all'uomo e interdipendenti all'anima.

Ovviamente, si tratta di un anime angosciante e pesante, ma credo che qui si tratti di una noia, se può dirsi, fortemente positiva, poiché accompagna il messaggio profondo dell'anime. Forse a mio parere è preferibile la prima produzione dell'anime, proprio poiché è in grado di esprimere la cupezza della storia al meglio.