Recensione
The Grimm Variations
7.5/10
Recensione di MangAnimeEnthusiast
-
Era da tanto che non vedevo un titolo che mi lasciasse così stranito o scosso...
Forse perché la premessa sembrava totalmente diversa da quella che poi si è rivelata; e intendiamoci, questo non è affatto un difetto, anzi: l'idea di vedere come i contenuti e le morali di queste storie possano riflettersi nella vita vera, in situazioni e contesti diversi ma in un certo senso più familiari allo spettatore e così rivelarle ancora attuali era decisamente vincente. Ma anche questo può essere presto messo in discussione dalle introduzioni di ogni episodio, coi due fratelli che rievocano le varie fiabe alla loro sorella minore Charlotte (anch'essa realmente esistita), la quale sembra a sua volta immaginare delle diramazioni ulteriori delle stesse, delle "variazioni" appunto. Peccato che l'effettivo contenuto lasci intendere qualcosa di non così sicuro ...
Innanzitutto chiariamo subito che sul piano tecnico non c'è nulla da ridire: animazione al top in ogni puntata, con un variopinto gioco di colori spesso accesi che aiutano ad entrare nelle atmosfere, restituendo ogni volta la sensazione di essere in un sogno lisergico che presto sfocia in incubi di assoluto terrore.
E la Musica!! Grandiosi accompagnamenti strumentali, e un Grandissimo utilizzo di composizioni Classiche che si sposano perfettamente con questo tipo di racconti, anche se rivisitate anch'esse in un mood più "moderno" che però accresce lo straniamento già presente nelle storie.
Ma ora entriamo un pò più nel dettaglio, e Senza Spoiler, per vedere se anche stavolta questi baluardi della narrativa hanno centrato il punto:
CENERENTOLA - Questa è senz'altro la storia più lineare: in modo davvero intrigante vediamo come, a poco a poco, quelle per cui ci ritroveremo a preoccuparci sono le sorellastre, che mantengono i loro vizi ed egoismo, ma si ritroveranno ad essere le vere "prigioniere" dell'amore incondizionato della Cenerentola di turno che in modo candido e assolutamente volontario si mette al loro servizio, tutto pur di mantenere l'unione e la gioia di una vera "famiglia". La natura del twist appare subito chiara, ma riaffermo che rimane molto interessante vedere questo tipo di ribaltamento, avvalorato anche dall'ambientazione nipponica simil-inizio '900 e dai rigori tipici di quella società; tuttavia, a ciò si aggiunge un elemento non del tutto spiegato, che può essere visto in due modi diversi a mio dire, ovvero come elemento con una sua concretezza, o come pura illusione (ma non per questo meno influente). Tolta questa questione di "disturbo", direi che questo rimane l'episodio meglio confezionato
CAPPUCCETTO ROSSO - Il primo episodio che ci getta in un'assurda cornice distopico-fantascientifica, summa delle principali opere di tale tipo, da MATRIX a BLADE RUNNER. Ed anche qui seguiremo soprattutto l'antagonista, un "Lupo" che pur perdendo il pelo animalesco non perde affatto il vizio, portandolo anzi al livello successivo in un modo che definire scioccante è dire poco; aggiungiamo a ciò il doppiaggio di un sempre efficientissimo Flavio Aquilone e gli incubi sono assicurati, per una sequenza davvero intensa e concreta che ero davvero sul punto di chiudere tutto. Tolto ciò, l'episodio in sé non sembra tenere troppo conto dello spirito originale della fiaba, distaccandosene in maniera che lascia ben poco di essa oltre la mera superficie.
HANSEL E GRETEL - Situazione molto simile alla precedente: altro episodio nettamente fantascientifico che riprende MATRIX e altri racconti simili, anche in ambito anime.
Pur apprezzando il legame tra i due fratelli, e il peculiare rapporto con la "strega", il tutto prende una deriva anche qui in buona parte troppo derivativa, e per il resto approssimativa, soprattutto nella rivelazione del "twist" che torna a fatica...
GLI GNOMI - Questo poteva essere il mio episodio preferito, il tema trattato è il più realistico e intrigante di tutti: il rapporto che abbiamo con la creatività, con l'alienazione dal resto del mondo, con la paura di non essere capiti e di non sapere come valorizzare il nostro talento. Questi sono gli atroci dubbi che attanagliano uno scrittore fallito ridotto quasi a una vita da hikikomori, e che nell'incontro con una misteriosa ragazzina trova inspiegabilmente la strada del successo; ma rimane nel costante dubbio se ciò sia davvero meritato, e se sia davvero in grado di fare qualcosa di buono. Un piccolo, grande dramma esistenziale che però, anche qui, non sfrutta al meglio le sue potenzialità, risultando in un finale talmente confuso da rendere quasi vano tutto ciò che è venuto prima ...
I MUSICANTI DI BREMA - Ho solo un modo per descrivere quest'episodio: il Pilot di un'altra serie. Almeno qui torniamo ad una trama più lineare e scorrevole, che ci porta addirittura in un piccolo Western con sprazzi Sci-Fi dove i protagonisti della fiaba sono reinterpretati come 4 donne di diversa età ed estradizione, ma tutte allo stesso modo reiette di un mondo in cui sembra impossibile non ricorrere alla violenza, o trovare un proprio posto.Il modo in cui la struttura della fiaba viene riadattata fa tornare tutto, ed effettivamente si può parlare, più che di "revisione", di "ispirazione"... Peccato che, come detto, sembri davvero il preludio ad una storia più grande, e che francamente non mi dispiacerebbe vedere.
IL PIFFERAIO DI HAMELIN - Per la prima volta rispettiamo l'ambientazione "antica": il pifferaio arriva in una notte di pioggia in un villaggio che, anziché dai ratti, è scosso dall'imperterrita rigidità delle regole sociali della comunità, che costringono tutti ad una distorta repressione dei propri sentimenti, oltre che verso qualunque tipo di apertura al mondo esterno. In sostanza si riprendono effettivamente i temi della fiaba originale, solo che qui diventa un'ancora più diretta critica alla società, forse proprio quella nipponica arcinota per il rigore che la permea, generando estremo disagio sociale; ed è proprio la disperazione verso la mancanza dell'apertura che alimenta dei tormenti che si rivelano sia comprensibili quanto assolutamente devastanti e malati.Tra l'altro tutto questo, e il modo in cui la protagonista femminile veste e si atteggia, rimandano alla Belle disneyana e al suo villaggio, e forse la citazione era proprio voluta. Tuttavia si arriva a un finale a dir poco esplosivo (in senso buono) che mi ha lasciato un forte senso di ambiguità a tratti inspiegabile, che andava quasi ad annientare il probabile significato della storia, o forse ad affermarlo ulteriormente...
Alla fine, questa è stata una serie molto particolare, che mi ha decisamente smosso e colpito su più fronti, ma che non trovo riesca comunque ad arginare del tutto l'altalenanza che rischia più volte di far crollare ogni intento, e di giungere, quasi, ad un nulla di fatto.
Uno di quei prodotti che in sostanza consiglio, perché al netto dei difetti può sempre rivelare qualcosa di nascosto e intrigante a chiunque ... come una vera fiaba.
Forse perché la premessa sembrava totalmente diversa da quella che poi si è rivelata; e intendiamoci, questo non è affatto un difetto, anzi: l'idea di vedere come i contenuti e le morali di queste storie possano riflettersi nella vita vera, in situazioni e contesti diversi ma in un certo senso più familiari allo spettatore e così rivelarle ancora attuali era decisamente vincente. Ma anche questo può essere presto messo in discussione dalle introduzioni di ogni episodio, coi due fratelli che rievocano le varie fiabe alla loro sorella minore Charlotte (anch'essa realmente esistita), la quale sembra a sua volta immaginare delle diramazioni ulteriori delle stesse, delle "variazioni" appunto. Peccato che l'effettivo contenuto lasci intendere qualcosa di non così sicuro ...
Innanzitutto chiariamo subito che sul piano tecnico non c'è nulla da ridire: animazione al top in ogni puntata, con un variopinto gioco di colori spesso accesi che aiutano ad entrare nelle atmosfere, restituendo ogni volta la sensazione di essere in un sogno lisergico che presto sfocia in incubi di assoluto terrore.
E la Musica!! Grandiosi accompagnamenti strumentali, e un Grandissimo utilizzo di composizioni Classiche che si sposano perfettamente con questo tipo di racconti, anche se rivisitate anch'esse in un mood più "moderno" che però accresce lo straniamento già presente nelle storie.
Ma ora entriamo un pò più nel dettaglio, e Senza Spoiler, per vedere se anche stavolta questi baluardi della narrativa hanno centrato il punto:
CENERENTOLA - Questa è senz'altro la storia più lineare: in modo davvero intrigante vediamo come, a poco a poco, quelle per cui ci ritroveremo a preoccuparci sono le sorellastre, che mantengono i loro vizi ed egoismo, ma si ritroveranno ad essere le vere "prigioniere" dell'amore incondizionato della Cenerentola di turno che in modo candido e assolutamente volontario si mette al loro servizio, tutto pur di mantenere l'unione e la gioia di una vera "famiglia". La natura del twist appare subito chiara, ma riaffermo che rimane molto interessante vedere questo tipo di ribaltamento, avvalorato anche dall'ambientazione nipponica simil-inizio '900 e dai rigori tipici di quella società; tuttavia, a ciò si aggiunge un elemento non del tutto spiegato, che può essere visto in due modi diversi a mio dire, ovvero come elemento con una sua concretezza, o come pura illusione (ma non per questo meno influente). Tolta questa questione di "disturbo", direi che questo rimane l'episodio meglio confezionato
CAPPUCCETTO ROSSO - Il primo episodio che ci getta in un'assurda cornice distopico-fantascientifica, summa delle principali opere di tale tipo, da MATRIX a BLADE RUNNER. Ed anche qui seguiremo soprattutto l'antagonista, un "Lupo" che pur perdendo il pelo animalesco non perde affatto il vizio, portandolo anzi al livello successivo in un modo che definire scioccante è dire poco; aggiungiamo a ciò il doppiaggio di un sempre efficientissimo Flavio Aquilone e gli incubi sono assicurati, per una sequenza davvero intensa e concreta che ero davvero sul punto di chiudere tutto. Tolto ciò, l'episodio in sé non sembra tenere troppo conto dello spirito originale della fiaba, distaccandosene in maniera che lascia ben poco di essa oltre la mera superficie.
HANSEL E GRETEL - Situazione molto simile alla precedente: altro episodio nettamente fantascientifico che riprende MATRIX e altri racconti simili, anche in ambito anime.
Pur apprezzando il legame tra i due fratelli, e il peculiare rapporto con la "strega", il tutto prende una deriva anche qui in buona parte troppo derivativa, e per il resto approssimativa, soprattutto nella rivelazione del "twist" che torna a fatica...
GLI GNOMI - Questo poteva essere il mio episodio preferito, il tema trattato è il più realistico e intrigante di tutti: il rapporto che abbiamo con la creatività, con l'alienazione dal resto del mondo, con la paura di non essere capiti e di non sapere come valorizzare il nostro talento. Questi sono gli atroci dubbi che attanagliano uno scrittore fallito ridotto quasi a una vita da hikikomori, e che nell'incontro con una misteriosa ragazzina trova inspiegabilmente la strada del successo; ma rimane nel costante dubbio se ciò sia davvero meritato, e se sia davvero in grado di fare qualcosa di buono. Un piccolo, grande dramma esistenziale che però, anche qui, non sfrutta al meglio le sue potenzialità, risultando in un finale talmente confuso da rendere quasi vano tutto ciò che è venuto prima ...
I MUSICANTI DI BREMA - Ho solo un modo per descrivere quest'episodio: il Pilot di un'altra serie. Almeno qui torniamo ad una trama più lineare e scorrevole, che ci porta addirittura in un piccolo Western con sprazzi Sci-Fi dove i protagonisti della fiaba sono reinterpretati come 4 donne di diversa età ed estradizione, ma tutte allo stesso modo reiette di un mondo in cui sembra impossibile non ricorrere alla violenza, o trovare un proprio posto.Il modo in cui la struttura della fiaba viene riadattata fa tornare tutto, ed effettivamente si può parlare, più che di "revisione", di "ispirazione"... Peccato che, come detto, sembri davvero il preludio ad una storia più grande, e che francamente non mi dispiacerebbe vedere.
IL PIFFERAIO DI HAMELIN - Per la prima volta rispettiamo l'ambientazione "antica": il pifferaio arriva in una notte di pioggia in un villaggio che, anziché dai ratti, è scosso dall'imperterrita rigidità delle regole sociali della comunità, che costringono tutti ad una distorta repressione dei propri sentimenti, oltre che verso qualunque tipo di apertura al mondo esterno. In sostanza si riprendono effettivamente i temi della fiaba originale, solo che qui diventa un'ancora più diretta critica alla società, forse proprio quella nipponica arcinota per il rigore che la permea, generando estremo disagio sociale; ed è proprio la disperazione verso la mancanza dell'apertura che alimenta dei tormenti che si rivelano sia comprensibili quanto assolutamente devastanti e malati.Tra l'altro tutto questo, e il modo in cui la protagonista femminile veste e si atteggia, rimandano alla Belle disneyana e al suo villaggio, e forse la citazione era proprio voluta. Tuttavia si arriva a un finale a dir poco esplosivo (in senso buono) che mi ha lasciato un forte senso di ambiguità a tratti inspiegabile, che andava quasi ad annientare il probabile significato della storia, o forse ad affermarlo ulteriormente...
Alla fine, questa è stata una serie molto particolare, che mi ha decisamente smosso e colpito su più fronti, ma che non trovo riesca comunque ad arginare del tutto l'altalenanza che rischia più volte di far crollare ogni intento, e di giungere, quasi, ad un nulla di fatto.
Uno di quei prodotti che in sostanza consiglio, perché al netto dei difetti può sempre rivelare qualcosa di nascosto e intrigante a chiunque ... come una vera fiaba.