Recensione
Jujutsu Kaisen 0
8.0/10
Dallo studio MAPPA, quello per intenderci di "Sakamichi no Apollon" e de "L’attacco dei giganti", non mi aspettavo di meno, ma neanche di più.
Non mi aspettavo di meno per il comparto animazione, musiche e fotografia, ma non mi aspettavo di più per quanto riguarda la trama e la scenografia in quanto ho visto la prima serie e riconosco che in buona fine quest’opera non è fatta per pensare, ma per divertirsi a guardare i combattimenti.
Con ciò non voglio sminuire la trama, la quale esiste e fa da raccordo a tutti i combattimenti.
Certo non darei otto a questo film se non conoscessi già l’universo che gli sta dietro: infatti sebbene alcuni soggetti vengano caratterizzati bene altri sono lì giusto per fare dei cammei e dunque, per chi non conosce l’anime precedente o il manga, rimangono sullo sfondo come personaggi indistinti e indistinguibili dalla massa.
Il titolo secondo me sarebbe suonato meglio in “amore maledetto” o qualcosa del genere è stato scelto “0” perché è il prequel, la base della storia successiva ma, penso, non sia vero tutto quello che narra non serve a spiegare ciò che succede dopo anche se, credo, spiega bene l’universo di Jujutsu Kaisen, le maledizioni, le gerarchie, una parte dei personaggi. Ma queste spiegazioni non sono nuove e non aggiungono elementi nuovi.
Lo sceneggiatore è Hiroshi Seko di cui ho parlato, o avrei dovuto parlare, nella recensione delle ultime opere che ho visto recentemente: "Wind Breaker" e "Dan Da Dan". I miei voti sulle opere di questo sceneggiatore variano dalla sufficienza a un apprezzamento molto alto, ma ricordiamo che lavora principalmente su derivati di manga e dunque non ha tutta questa libertà, cosa che avrebbe se lavorasse su opere originali. Il fatto che gli diano incarichi su opere molto famose già prima del divenire animazione è probabilmente sinonimo di fiducia in lui da parte di tutti i partecipanti dei vari comitati di produzione.
Ben conosciuto è anche il regista, il sud coreano Sung Hoo Park, che noi conosciamo da anni grazie alla direzione delle animazioni di "Fairy Tail", opera che solo su pochi aspetti ho apprezzato ma sull’apporto di Sung non trovo niente da ridire.
Ultimo componente dello staff che mi sento in obbligo di citare è il veterano Jun’ichi Higashi, che non ha bisogno di presentazioni grazie alla sua carriera pluridecennale. É stato direttore artistico di “I cieli di Escaflowne” e di “Cowboy Be- Bop” fra i tantissimi titoli al suo attivo.
Se siete fra i tanti ai quali è piaciuta la serie tv di Jujutsu Kaisen sono dell’avviso che vi piacerà anche questo lungometraggio.
Non mi aspettavo di meno per il comparto animazione, musiche e fotografia, ma non mi aspettavo di più per quanto riguarda la trama e la scenografia in quanto ho visto la prima serie e riconosco che in buona fine quest’opera non è fatta per pensare, ma per divertirsi a guardare i combattimenti.
Con ciò non voglio sminuire la trama, la quale esiste e fa da raccordo a tutti i combattimenti.
Certo non darei otto a questo film se non conoscessi già l’universo che gli sta dietro: infatti sebbene alcuni soggetti vengano caratterizzati bene altri sono lì giusto per fare dei cammei e dunque, per chi non conosce l’anime precedente o il manga, rimangono sullo sfondo come personaggi indistinti e indistinguibili dalla massa.
Il titolo secondo me sarebbe suonato meglio in “amore maledetto” o qualcosa del genere è stato scelto “0” perché è il prequel, la base della storia successiva ma, penso, non sia vero tutto quello che narra non serve a spiegare ciò che succede dopo anche se, credo, spiega bene l’universo di Jujutsu Kaisen, le maledizioni, le gerarchie, una parte dei personaggi. Ma queste spiegazioni non sono nuove e non aggiungono elementi nuovi.
Lo sceneggiatore è Hiroshi Seko di cui ho parlato, o avrei dovuto parlare, nella recensione delle ultime opere che ho visto recentemente: "Wind Breaker" e "Dan Da Dan". I miei voti sulle opere di questo sceneggiatore variano dalla sufficienza a un apprezzamento molto alto, ma ricordiamo che lavora principalmente su derivati di manga e dunque non ha tutta questa libertà, cosa che avrebbe se lavorasse su opere originali. Il fatto che gli diano incarichi su opere molto famose già prima del divenire animazione è probabilmente sinonimo di fiducia in lui da parte di tutti i partecipanti dei vari comitati di produzione.
Ben conosciuto è anche il regista, il sud coreano Sung Hoo Park, che noi conosciamo da anni grazie alla direzione delle animazioni di "Fairy Tail", opera che solo su pochi aspetti ho apprezzato ma sull’apporto di Sung non trovo niente da ridire.
Ultimo componente dello staff che mi sento in obbligo di citare è il veterano Jun’ichi Higashi, che non ha bisogno di presentazioni grazie alla sua carriera pluridecennale. É stato direttore artistico di “I cieli di Escaflowne” e di “Cowboy Be- Bop” fra i tantissimi titoli al suo attivo.
Se siete fra i tanti ai quali è piaciuta la serie tv di Jujutsu Kaisen sono dell’avviso che vi piacerà anche questo lungometraggio.