Human Resource Machine, prodotto dalla Tomorrow Corporation, segue due piccoli gioielli, Little Inferno e World of Goo. Pur riproponendo l’ambientazione e offrendo uno stile grafico coerente, si differenzia in modo netto per il gameplay proposto: si tratta sempre di un puzzle game, ma si dimostra molto più complesso e astruso.
Il gioco ci offre la preziosa e impagabile esperienza di poter lavorare per una mega corporazione come un umile dipendente con mansioni comuni. Partirete da neo assunti, giovani di belle speranze, e vi verranno assegnati degli “importantissimi compiti” che forse vi appariranno banali, ma man mano si pretenderà sempre di più da voi. Andrete in pensione a 42 anni dopo aver risolto altrettanti livelli. Nel mentre al di fuori del vostro ufficio il mondo cambia e, senza fare tanti spoiler, ci sono di mezzo i robot. La trama è estremamente semplice e banale, progredisce soltanto durante la pause caffè e lo fa in modo brillante, ma avrei gradito qualche scenetta in più e un’evoluzione più incisiva. E’ utile a strappare qualche sorriso e offre anche qualche banale spunto di riflessione sulla società attuale, ma nulla di così originale o profondo.
Human Resource Machine è a tutti gli effetti un puzzle game e mette a disposizione del giocatore un sistema che definirei sopra le righe e atipico. Schematizzando l’esperienza di gioco, vi obbliga a costruire dei veri propri programmi in un linguaggio di programmazione procedurale, sebbene semplificato. Se al lavoro mi devo subire quotidianamente il COBOL, in Human Resource Machine
ho a disposizione un linguaggio con poche istruzioni e comunque dotato di una certa flessibilità, con funzioni logiche limitate e predefinite. Ho trovato la parte di scoperta del linguaggio molto affascinante e a modo suo geniale. Al contrario la parte di tutorial è troppo striminzita e ben lontana dal poter svolgere la sua funzione: se all’inizio il gioco vi accompagna per mano, vi abbandona appena le cose si fanno più complesse, proprio quando magari avreste avuto più bisogno di entrare nella logica dei puzzle offerti e dei comandi a disposizione. Ho finito il gioco in modo piuttosto agevole, in un paio di giorni, ma come ho detto, è un po’ il mio lavoro. Messo Human Resource Machine nelle mani di mia moglie, che un linguaggio di programmazione non sa nemmeno cosa sia, mi sono reso conto come il gioco risulti davvero ostico. Oltre a risolvere il puzzle, vi verrà chiesto anche di ottimizzare la soluzione, sia nel numero di istruzioni usate e sia nelle azioni che il vostro personaggio andrà a fare.
Entrando più nel dettaglio del gameplay, quello che vi viene chiesto è di dare istruzioni al vostro personaggio di prendere gli oggetti da un nastro di trasporto in ingresso (INBOX) e farglieli portare nel nastro trasportatore di uscita (OUTBOX). Non avendo lui molta spina dorsale e iniziativa, dovrete dirgli passo per passo cosa fare. Lo farete compilando un vero e proprio programma, con cicli e “IF”, con contenitori sul pavimento dove appoggiare i vostri BOX (che ricordano un po’ le variabili di comodo) e una serie di numeri che vi sono regalati per poter sfruttare al meglio le poche logiche da cui potrete andare a pescare. Ben presto vi si chiederà di mescolare i box, fare somme, portare all’uscita solo quelli pari, oppure quelli positivi e così via.
I puzzle funzionano bene, dal ventesimo in poi non sono affatto banali e richiedono un po’ di lavoro per venirne a capo. Per ottenere il massimo dell’ottimizzazione, poi, dovrete spremervi un bel po’ le meningi. Il gioco è forse un po’ breve, ma considerando il costo ridotto, ritengo che offra un livello di sfida più adeguato e anzi, per chi non non ha concetti di logica o programmazione, rischia già così di risultare frustrante.
Dal punto di vista tecnico Human Resource Machine non è certo complesso, ma offre uno stile grafico molto accattivante e in particolare riesce a raggiungere livelli di eccellenza nel sonoro, grazie alla bellissima colonna sonora.
Il gioco ci offre la preziosa e impagabile esperienza di poter lavorare per una mega corporazione come un umile dipendente con mansioni comuni. Partirete da neo assunti, giovani di belle speranze, e vi verranno assegnati degli “importantissimi compiti” che forse vi appariranno banali, ma man mano si pretenderà sempre di più da voi. Andrete in pensione a 42 anni dopo aver risolto altrettanti livelli. Nel mentre al di fuori del vostro ufficio il mondo cambia e, senza fare tanti spoiler, ci sono di mezzo i robot. La trama è estremamente semplice e banale, progredisce soltanto durante la pause caffè e lo fa in modo brillante, ma avrei gradito qualche scenetta in più e un’evoluzione più incisiva. E’ utile a strappare qualche sorriso e offre anche qualche banale spunto di riflessione sulla società attuale, ma nulla di così originale o profondo.
Human Resource Machine è a tutti gli effetti un puzzle game e mette a disposizione del giocatore un sistema che definirei sopra le righe e atipico. Schematizzando l’esperienza di gioco, vi obbliga a costruire dei veri propri programmi in un linguaggio di programmazione procedurale, sebbene semplificato. Se al lavoro mi devo subire quotidianamente il COBOL, in Human Resource Machine
ho a disposizione un linguaggio con poche istruzioni e comunque dotato di una certa flessibilità, con funzioni logiche limitate e predefinite. Ho trovato la parte di scoperta del linguaggio molto affascinante e a modo suo geniale. Al contrario la parte di tutorial è troppo striminzita e ben lontana dal poter svolgere la sua funzione: se all’inizio il gioco vi accompagna per mano, vi abbandona appena le cose si fanno più complesse, proprio quando magari avreste avuto più bisogno di entrare nella logica dei puzzle offerti e dei comandi a disposizione. Ho finito il gioco in modo piuttosto agevole, in un paio di giorni, ma come ho detto, è un po’ il mio lavoro. Messo Human Resource Machine nelle mani di mia moglie, che un linguaggio di programmazione non sa nemmeno cosa sia, mi sono reso conto come il gioco risulti davvero ostico. Oltre a risolvere il puzzle, vi verrà chiesto anche di ottimizzare la soluzione, sia nel numero di istruzioni usate e sia nelle azioni che il vostro personaggio andrà a fare.
Entrando più nel dettaglio del gameplay, quello che vi viene chiesto è di dare istruzioni al vostro personaggio di prendere gli oggetti da un nastro di trasporto in ingresso (INBOX) e farglieli portare nel nastro trasportatore di uscita (OUTBOX). Non avendo lui molta spina dorsale e iniziativa, dovrete dirgli passo per passo cosa fare. Lo farete compilando un vero e proprio programma, con cicli e “IF”, con contenitori sul pavimento dove appoggiare i vostri BOX (che ricordano un po’ le variabili di comodo) e una serie di numeri che vi sono regalati per poter sfruttare al meglio le poche logiche da cui potrete andare a pescare. Ben presto vi si chiederà di mescolare i box, fare somme, portare all’uscita solo quelli pari, oppure quelli positivi e così via.
I puzzle funzionano bene, dal ventesimo in poi non sono affatto banali e richiedono un po’ di lavoro per venirne a capo. Per ottenere il massimo dell’ottimizzazione, poi, dovrete spremervi un bel po’ le meningi. Il gioco è forse un po’ breve, ma considerando il costo ridotto, ritengo che offra un livello di sfida più adeguato e anzi, per chi non non ha concetti di logica o programmazione, rischia già così di risultare frustrante.
Dal punto di vista tecnico Human Resource Machine non è certo complesso, ma offre uno stile grafico molto accattivante e in particolare riesce a raggiungere livelli di eccellenza nel sonoro, grazie alla bellissima colonna sonora.
Tomorrow Corporation ci ha abituato ad aspettarsi da lei dei prodotti atipici e originali, e non posso certo dire che Human Resource Machine non lo sia. Manca tuttavia dell’immediatezza di Little Inferno e World of Goo. Little Inferno è un titolo più spensierato e di scoperta, pertanto che credo che Human Resource Machine si avvicini più a World of Goo. Rispetto a questo, tuttavia, ha un livello di accessibilità molto limitato e pertanto mi sento di consigliarlo solo a chi, nella sua vita, ha avuto un po’ a che fare con la programmazione. A me è piaciuto, e non poco, ma come ho detto riguarda il mio lavoro e non me la sento di traslare la mia esperienza al resto dei videogiocatori. Se però siete programmatori o vi piacerebbe fare un po’ di pratica nella programmazione divertendovi, lo prenderei in seria considerazione.
Pro
- Stile accattivante in linea con quello che Tomorrow Corporation ci ha abituato
- Enigmi ben congeniate
- Buon grado di sfida
Contro
- Molto settoriale e specialistico
- Tutorial non adeguato
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.